Questo Torino non tira mai: i numeri sono impietosi

Le difficoltà nella fase offensiva sono una delle cause della deludente partenza dei granata: Juric sta cercando le contromisure
Questo Torino non tira mai: i numeri sono impietosi© Marco Canoniero

Per vincere le partite bisogna fare gol, per fare gol bisogna tirare. Se esistesse un manuale dell’ovvio sul gioco del calcio, probabilmente uno dei primi assiomi sarebbe proprio questo. Un concetto banale ma solamente a parole. Nei fatti la musica è diversa e in casa Torino lo si sa bene: la squadra di Ivan Juric è una di quelle che finora ha effettuato meno conclusioni tra le venti del campionato (appena 77 tiri in 8 partite giocate) e, va da sé, è una di quelle che ha segnato meno. Sono infatti solamente 6 i gol finora realizzati, tre dei quali nella stessa partita contro la Salernitana mentre in altre quattro partite, quelle contro Cagliari, Lazio, Verona e Juventus, Duvan Zapata e compagni sono rimasti a secco.

Numeri da Toro?

Numeri questi che non sono certi di chi è in grado di competere per la qualificazione a una coppa europea, ma neppure per la parte sinistra della classifica, semmai sono statistiche più vicine a quelle di una compagine che si trova invischiata nella lotta per non retrocedere. Non a caso c’è solo una squadra che ha fatto peggio del Torino per quanto riguarda i tiri in porta: il neopromossa Genoa, fermo finora a 55 conclusioni ma che di reti ne ha realizzate 10. Persino Cagliari, Salernitana, Empoli e Udinese, le ultime quattro della classifica di Serie A, sono arrivate alla conclusione con maggiore facilità rispetto a quanto fatto dalla formazione granata. Le difficoltà della squadra di Juric nell’arrivare nell’area di rigore avversaria e, perlomeno, creare i presupposti per segnare non sono un problema che si è scoperto ora: è un vecchio brutto vizio che il Torino si porta dietro da un po’ di tempo e che spiega anche il motivo, al netto di alcuni clamorosi errori arbitrali, dei pochi rigori a favore avuti negli ultimi anni. Non è solamente un problema di qualità degli interpreti, anche perché la formazione granata ha finora concluso meno pure di squadre dello stesso livello o addirittura inferiori sul piano della tecnica.

Il compito di Juric

Nella sessione estiva di mercato è arrivato Zapata a rinforzare il reparto offensivo ma se qualcuno ha pensato che potesse essere la cura per tutti i mali evidentemente si sbagliava: non ci sono dubbi riguardo al fatto che il colombiano sia un giocatore in grado di fare la differenza, capace anche di garantire un buon numero di reti a stagione, ma ha bisogno di essere messo nelle condizioni di poter far male. Il compito di Juric, su cui lavorare ora che il campionato è fermo ma non solo, è proprio quello di riuscire a risolvere il problema del gol e della costruzione del gioco, necessaria per raggiungere quegli obiettivi di crescita e miglioramento rispetto alla passata stagione che lui stesso si è prefissato.

Le parole di Cairo

Un Torino in grado di scalare le classifiche dei tiri, dei gol segnati ma soprattutto della Serie A se l’aspettano i tifosi, ma anche Urbano Cairo. Facile leggere un riferimento proprio a Juric in una dichiarazione che il patron granata ha rilasciato proprio ieri al Festival dello Sport di Trento, quando gli è stato chiesto come dovrebbe essere il rapporto tra il presidente di una squadra di calcio e il suo allenatore: «Certamente a volte possono nascere delle differenze di visione tra la società e l’allenatore, io ho comunque sempre trovato una buona sintonia con i mister che ho avuto. Poi è evidente che ci sia sempre qualche discussione tra le parti ma questa non è necessariamente un qualcosa di negativo. Se un allenatore è esigente e spinge verso l’alto significa che ha grandi ambizioni e vuole compiere dei passi in avanti. Poi, ovviamente, nel momento in cui chiedono devono anche essere capaci di dare». Ed è proprio Juric a essere chiamato a dimostrare di sapere dare, di essere in grado di aiutare la squadra a sviluppare gioco e arrivare con più facilità alla conclusione verso la porta avversaria: con giocatori come Zapata, Vlasic, Radonjic, Sanabria e non solo, i gol saranno poi la naturale conseguenza.

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