Toro, Juric è assediato. L'appoggio è totale?

Le parole di Cairo, i dubbi dei tifosi gli errori tattici, le tensioni: ora una corazzata nei giorni caldi del tecnico granata
Toro, Juric è assediato. L'appoggio è totale?© Marco Canoniero

TORINO - Il soggetto è lo stesso: Ivan Juric. Uomo non divisibile, ma del quale esistono varie sfaccettature. Dipende in primis dall’umore, certo, e questo se di mestiere sei un allenatore dipende a sua volta in larga parte dai risultati. E qui si arriva al cruccio di Ivan: ha preso e migliorato il Toro, passando da 50 a 53 punti in due stagioni e dopo che le precedenti erano state dedicate alla salvezza, ma ora si trova come ingolfato. È nella situazione potenzialmente migliore. Due i fatti. Il primo: ci sono 7 squadre più forti del Toro e quindi deve fare tutto più che bene per accedere anche soltanto in Conference. Il secondo: dei tre avuti in dote da Juric, questo è il Toro più completo. Con una squadra che ha una potenziale coppia di attaccanti formata da Zapata e Sanabria, due centrocampisti invidiati come Ilic e Ricci, due centrali giovani e forti quali sono Buongiorno e Schuurs, l’allenatore granata dovrebbe essere allettato da un’ulteriore crescita.Puntando con positività a quei 56 o più punti che potrebbero regalare soddisfazioni internazionali, alla squadra targata 2024-25.

Toro, il quadro generale: da Zapata a Ricci

E invece i segnali singoli sono sintomi del quadro generale: Sanabria - come pure Pellegri - non ha ancora segnato un gol dopo ben otto partite di campionato (il paraguaiano si è però sbloccato in nazionale). Zapata è fermo all’incornata contro la Roma, e ultimamente nel suo incedere si legge l’insofferenza per l’isolamento cui è costretto un centravanti in questo attuale Toro. A centrocampo il discorso è delicato soprattutto guardando a Ilic: se Ricci ha sbagliato partite “sbagliabili”, il serbo ha invece deluso innanzitutto sotto il profilo dell’atteggiamento. Una variabile molto più pericolosa, rispetto a quelle fisica e tecnica. Buon per Juric, in tale contesto, che la difesa tenga. Buongiorno al netto del recente infortunio resta in crescita, e Schuurs sta mantenendo alti standard di rendimento anche in questa sua seconda stagione italiana. Un bilancio che mette in difficoltà “politica” e quindi dialettica Juric. Sul mercato accontentato da una dirigenza che al netto delle intenzioni sul fronte Buongiorno, ha confermato tutti i migliori e in entrata si è mossa con sufficiente generosità.

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Toro, ora Cairo può parlare

Adesso è Cairo, nella posizione di poter parlare. Dall’alto della bassa classifica del suo Toro, incoraggiando il suo allenatore «ad alimentare lui quel suo fanatismo». In un ambiente in questa fase storica per di più calante, guardando alle valutazioni sull’operato di Juric. Dopo due anni nei quali è stato visto come il salvatore, ora in tanti iniziano a interrogarsi sulla sua inscalfibilità tattica, sulle indecisioni nella gestione del reparto offensivo, sull’avallo all’eterna scommessa persa Milinkovic-Savic, sulla spesa alta - 9 milioni più 2 di bonus, di cui uno realistico - fatta sostenere per Vlasic. Sul podio - assieme al portiere e a Ilic - dei peggiori di questo inizio di campionato.

Juric, il periodo più delicato 

Stagione da slanci proibiti, quella dei granata: basti pensare che tra i “cattivi” è finito anche chi ha segnato più di tutti, cioè Radonjic, che di gol ne ha realizzati tre. Ma quel carattere bizzarro ha portato ad attriti con l’allenatore, il quale pure con altri qualche confronto a muso duro lo ha avuto, nelle scorse settimane (Ilic in testa). Non c’è dubbio, questo per Juric è il periodo più delicato da quando è arrivato a Torino. E il quadro non è facilitato, agli occhi della società, dal gran rifiuto opposto alla proposta di rinnovo nella scorsa annata. Un secco «no» rivolto dall’allenatore in faccia a Cairo e Vagnati che porta a un inevitabile aumento della pressione, quando le cose non girano bene. Juric sta sperimentando tutto questo, nei giorni già complicati non poco dalla preparazione alla prova contro l’Inter. Uno snodo interessante, per capire chi in questo frangente sia disposto a seguire fino in fondo il croato.

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TORINO - Il soggetto è lo stesso: Ivan Juric. Uomo non divisibile, ma del quale esistono varie sfaccettature. Dipende in primis dall’umore, certo, e questo se di mestiere sei un allenatore dipende a sua volta in larga parte dai risultati. E qui si arriva al cruccio di Ivan: ha preso e migliorato il Toro, passando da 50 a 53 punti in due stagioni e dopo che le precedenti erano state dedicate alla salvezza, ma ora si trova come ingolfato. È nella situazione potenzialmente migliore. Due i fatti. Il primo: ci sono 7 squadre più forti del Toro e quindi deve fare tutto più che bene per accedere anche soltanto in Conference. Il secondo: dei tre avuti in dote da Juric, questo è il Toro più completo. Con una squadra che ha una potenziale coppia di attaccanti formata da Zapata e Sanabria, due centrocampisti invidiati come Ilic e Ricci, due centrali giovani e forti quali sono Buongiorno e Schuurs, l’allenatore granata dovrebbe essere allettato da un’ulteriore crescita.Puntando con positività a quei 56 o più punti che potrebbero regalare soddisfazioni internazionali, alla squadra targata 2024-25.

Toro, il quadro generale: da Zapata a Ricci

E invece i segnali singoli sono sintomi del quadro generale: Sanabria - come pure Pellegri - non ha ancora segnato un gol dopo ben otto partite di campionato (il paraguaiano si è però sbloccato in nazionale). Zapata è fermo all’incornata contro la Roma, e ultimamente nel suo incedere si legge l’insofferenza per l’isolamento cui è costretto un centravanti in questo attuale Toro. A centrocampo il discorso è delicato soprattutto guardando a Ilic: se Ricci ha sbagliato partite “sbagliabili”, il serbo ha invece deluso innanzitutto sotto il profilo dell’atteggiamento. Una variabile molto più pericolosa, rispetto a quelle fisica e tecnica. Buon per Juric, in tale contesto, che la difesa tenga. Buongiorno al netto del recente infortunio resta in crescita, e Schuurs sta mantenendo alti standard di rendimento anche in questa sua seconda stagione italiana. Un bilancio che mette in difficoltà “politica” e quindi dialettica Juric. Sul mercato accontentato da una dirigenza che al netto delle intenzioni sul fronte Buongiorno, ha confermato tutti i migliori e in entrata si è mossa con sufficiente generosità.

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