Radonjic, il Toro esulta e lui posta un dito medio. Dedicato a Juric?

Ennesimo capitolo della saga in serbo: Nemanja fa discutere per una foto sui social dopo la vittoria contro il Lecce
Radonjic, il Toro esulta e lui posta un dito medio. Dedicato a Juric?© Marco Canoniero

Facci capire, Nemanja: per chi è quel dito? A chi è dedicato? Forse a Juric? C’è chi nasce (o diventa) Schuurs, e chi nasce (o diventa) Radonjic. «Orgoglioso di far parte di questa fantastica squadra. Grazie ragazzi», ha postato l’olandese dal divano di casa sua, dopo aver scoperto sui social la foto dei compagni in festa negli spogliatoi di Lecce, con tanto di dedica a lui. Rado no, lui lo fa strano, lui si sente diverso, superiore. Un genio incompreso? Peccato che si debba ancora capire il vero indice di genialità e di comprensione, nel suo caso. E la sua parabola è già una sentenza, anche se il serbo ha solo 27 anni. Roma, Empoli, Marsiglia, Hertha Berlino, Benfica: a turno, prima o poi lo hanno scaricato tutti, stappando una bottiglia al momento dell’addio.

Vorrà dire qualcosa o ci stiamo sbagliando tutti? E così, dopo la rinascita del Toro a Lecce, Radonjic ha voluto imprimere sui social una fotografia sicuramente iconica, per quanto datata (1993, New York). Ovvero un... celebre dito medio in primo piano, alzato davanti ai fotografi da uno dei più famosi e influenti rapper di tutti i tempi (oltre 75 milioni di dischi venduti nel mondo): l’americano Tupac Shakur, morto a soli 25 anni nel ‘96, crivellato di colpi.

Radonjic e il dito medio sui social

E qui occorre distinguere l’artista dalla persona, per quanto possa sembrare quasi impossibile nel suo caso: innumerevoli risse, il coinvolgimento nell’omicidio di un bambino trovatosi al posto sbagliato nel momento sbagliato, ripetuti scontri fisici con i poliziotti per i motivi più disparati, accuse di violenza sessuale, una prima volta colpito da 5 proiettili in un agguato, in mezzo a guerre tra bande dei sobborghi, fino alla sua uccisione sotto una raffica di colpi. Al di là dei giudizi sulla persona e sull’artista, Tupac continua a essere un’icona innanzi tutto della lotta dei neri contro il razzismo: e non è certo questo il problema o il busillis, per carità. Ha scritto il musicologo Leslie McLemore: «Tupac è andato dritto alla gola della società americana. Nessun filtro, nessuna correttezza politica, nessuna censura. Il dito medio di Tupac contro il razzismo americano sarà per sempre la sua eredità duratura». Ordunque: siffatta coscienza civile (e conoscenza) animava il serbo Radonjic quando, dopo Lecce, ha voluto postare questo “bel” dito medio senza alcun commento, alcuna spiegazione? Nelle “stories”, ha poi pubblicato anche una seconda foto di lui in campo con la divisa granata.

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Radonjic, altra panchina

In Puglia, Rado è rimasto ancora una volta in panca per tutta la gara come già in precedenza contro l’Inter, dopo che non era stato convocato per punizione nel derby. Da giorni, Juric risponde gelidamente alle domande su Radonjic: «Faccio scelte tecniche diverse». I comportamenti a dir poco discutibili del serbo (una miriade di atteggiamenti strafottenti e chi più ne ha più ne metta, perché i suoi ritardi ormai proverbiali sono soltanto un dettaglio, al confronto) sono stati oggetto di ripetute critiche da parte di Juric, in un anno e mezzo. E, questo, nonostante l’allenatore abbia ripetutamente cercato di farlo maturare, usando persino più la carota del bastone tanto in pubblico (e in campo) quanto in privato.

Le parole di Cairo e Juric

Persino Cairo sentenziava, neanche tanti giorni fa: «Deve imparare la disciplina, perché il talento senza la disciplina finisce sprecato». «Ho dato un taglio alle cose che non andavano, ho perdonato troppo in certi casi», diceva sempre Juric a Lecce, nel post partita. E il giorno prima: «Bisogna avere l’umiltà e l’intelligenza di riconoscere i propri difetti per correggerli, se no nella vita non si cresce» (dedicata a Nemanja e a Ilic, questa frase). Oggi, alla ripresa degli allenamenti come sempre a porte chiuse, sarebbe molto interessante poter osservare Radonjic, quando Juric lo guarderà fisso negli occhi. A chi era dedicato quel dito medio, Nemanja? Forse all’allenatore, come ha subito pensato mezzo mondo dentro e fuori dal Toro?

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Facci capire, Nemanja: per chi è quel dito? A chi è dedicato? Forse a Juric? C’è chi nasce (o diventa) Schuurs, e chi nasce (o diventa) Radonjic. «Orgoglioso di far parte di questa fantastica squadra. Grazie ragazzi», ha postato l’olandese dal divano di casa sua, dopo aver scoperto sui social la foto dei compagni in festa negli spogliatoi di Lecce, con tanto di dedica a lui. Rado no, lui lo fa strano, lui si sente diverso, superiore. Un genio incompreso? Peccato che si debba ancora capire il vero indice di genialità e di comprensione, nel suo caso. E la sua parabola è già una sentenza, anche se il serbo ha solo 27 anni. Roma, Empoli, Marsiglia, Hertha Berlino, Benfica: a turno, prima o poi lo hanno scaricato tutti, stappando una bottiglia al momento dell’addio.

Vorrà dire qualcosa o ci stiamo sbagliando tutti? E così, dopo la rinascita del Toro a Lecce, Radonjic ha voluto imprimere sui social una fotografia sicuramente iconica, per quanto datata (1993, New York). Ovvero un... celebre dito medio in primo piano, alzato davanti ai fotografi da uno dei più famosi e influenti rapper di tutti i tempi (oltre 75 milioni di dischi venduti nel mondo): l’americano Tupac Shakur, morto a soli 25 anni nel ‘96, crivellato di colpi.

Radonjic e il dito medio sui social

E qui occorre distinguere l’artista dalla persona, per quanto possa sembrare quasi impossibile nel suo caso: innumerevoli risse, il coinvolgimento nell’omicidio di un bambino trovatosi al posto sbagliato nel momento sbagliato, ripetuti scontri fisici con i poliziotti per i motivi più disparati, accuse di violenza sessuale, una prima volta colpito da 5 proiettili in un agguato, in mezzo a guerre tra bande dei sobborghi, fino alla sua uccisione sotto una raffica di colpi. Al di là dei giudizi sulla persona e sull’artista, Tupac continua a essere un’icona innanzi tutto della lotta dei neri contro il razzismo: e non è certo questo il problema o il busillis, per carità. Ha scritto il musicologo Leslie McLemore: «Tupac è andato dritto alla gola della società americana. Nessun filtro, nessuna correttezza politica, nessuna censura. Il dito medio di Tupac contro il razzismo americano sarà per sempre la sua eredità duratura». Ordunque: siffatta coscienza civile (e conoscenza) animava il serbo Radonjic quando, dopo Lecce, ha voluto postare questo “bel” dito medio senza alcun commento, alcuna spiegazione? Nelle “stories”, ha poi pubblicato anche una seconda foto di lui in campo con la divisa granata.

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