TORINO - Un giocatore che molti allenatori vorrebbero avere a disposizione, di fatto per godere di un singolo in grado di sdoppiarsi se non triplicarsi. Serve una mezzala? Nessun problema, essendo questa la posizione naturale di Adrien Tameze. Serve un trequartista? L’ex del Verona non si scompone e alza il baricentro della propria azione. C’è la necessità di un difensore centrale? "Sono pronto", risponde colui che proprio da braccetto di destra, nelle ultime partite, è risultato in più di una circostanza il granata dal rendimento migliore. È sufficiente ripercorrere la tabella qui sopra, che indica in quale zona di campo ha giocato Tameze, per avere chiara l’idea di quanto il francese sia un giocatore di raro eclettismo. Nonché un elemento del quale Juric si fida ciecamente e non soltanto a parole: rimasto in panchina nelle due prime giornate di campionato, è stato sempre utilizzato dalla terza in avanti. Un percorso coerente rispetto a quanto argomentato dal tecnico.
Il 'dentro o fuori' di Juric
Dopo l’amichevole estiva di Reims, così l’allenatore aveva giustificato la scelta di procedere con il suo acquisto (a basso costo, visto che il cartellino - rilevato dal Verona - è costato meno di 3 milioni): "Adrien mi piace perché è uno che vuole bene alla squadra, si sacrifica per i compagni e sa interpretare tanti ruoli". Frasi al miele, ben diverse da quelle indirizzate da Juric al jolly granata alla vigilia della trasferta di Milano. E che spiegano l’esclusione di Tameze sia dalla prima prova contro il Cagliari, sia, appunto, dalla seguente a San Siro. "Non è arrivato in ritiro in buone condizioni: per tornare il giocatore forte che conosco deve lavorare molto". Quindi - sempre prima del Milan - il consiglio che risuona come un dentro o fuori. Del tipo: se non cambi, con me non giochi. "So quello che ci può dare, ma si deve mettere a posto e stare attento a come vive". Detto, fatto: Tameze ha colto al volo l’ammonimento e, dall’inizio di settembre, si è calato con il giusto atteggiamento nel ruolo di fondamentale pedina dello scacchiere granata. Senza batter ciglio, che gli tocchi in dote di muoversi da pedone, da alfiere o da re.