Sanabria-Torino fino al 2027. E adesso altri dieci gol

Lo scorso anno ha stabilito il record di reti in un campionato con 12, in questa vuole ripetersi e andare in doppia cifra. Coppia d’oro con Zapata
Sanabria-Torino fino al 2027. E adesso altri dieci gol© LAPRESSE

Ancora tra fine dicembre del 2022 e l’inizio del 2023 nel Torino aveva una posizione incerta: se dal mercato fosse arrivata l’offerta giusta Antonio Sanabria avrebbe potuto lasciare i granata, celando ai tifosi la sua versione più bella. Quella che dalla partita contro la Salernitana dell’8 gennaio del ‘23 lo ha visto segnare 12 reti in 35 partite. Dieci in ventidue dalla prova contro i campani in poi nella passata stagione, 2 in 13 in quella attuale. Attraversata in un’asfissia preoccupante nelle prime dieci giornate, due delle quali vissute in panchina, e una saltata per infortunio. Nelle restanti sette non è mai arrivato un gol. Un po’ a causa dell’eredità di una preparazione estiva vissuta nella necessità di ritrovare un peso forma e poi una condizione fisica idonea, un po’ per una rivalità sportiva con Zapata che soltanto più tardi sarebbe evoluta in reciproca, soddisfacente partecipazione alla manovra d’attacco della squadra.

Già, dopo la gara di Lecce decisa da Buongiorno e che ha rappresentato la scossa dell’annata un po’ per tutti i granata, ecco che dal 2-1 inflitto al Sassuolo il paraguaiano ha iniziato a fare gol. Contro i neroverdi in avvio, subito, da Pantera Rosa burlando Consigli da qualche passo dopo l’assist di Tameze. E Tonny si è ripetuto nella prova simbolo della rinascita, nel 3-0 all’Atalanta che ha espresso Zapata con una doppietta e Sanabria quale autore del rigore del temporaneo raddoppio. Reti che sommate a un lavoro generoso sia nel tenere il pallone, che nell’abbassarsi per sostenere la fase difensiva, hanno confermato l’opportunità di procedere con il sudamericano al centro dell’attacco. 

Sanabria, simbolo del Toro recente

Una scelta che già era stata presa (come rivelato su Tuttosport del 12 settembre e a corredo documentato), e che porta il centravanti a entrare nell’ottica di diventare un simbolo del Toro recente attraverso il prolungamento del contratto fino al 2027: sarà a breve controfirmato. Sanabria era arrivato in un’altra epoca, per solidità tecniche e ambizioni sportive. Assieme a Mandragora - ora alla Fiorentina - lo aveva voluto Nicola per alimentare le chance di salvezza di una squadra andata in difficoltà sotto la gestione Giampaolo. Erano le prime settimane del 2021, e ora il contratto lo farebbe arrivare a sei campionati consecutivi con il Toro. Con il primo vissuto a metà, visto che i granata lo avevano riportato in Italia dal Betis per 7 milioni. Adesso la valutazione è di 15, per un giocatore che compirà 28 anni il prossimo 4 marzo. La società risulta però avere l’intenzione di tenerselo stretto. In 48 mesi il mondo di Sanabria si è ribaltato: da sacrificabile perché attaccante sterile, a inamovibile della coppia formata con Zapata e con sotto gli occhi un contratto fino al 2027.

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Sanabria, serenità grazie a Juric

Una serenità frutto della considerazione di Juric e dei dirigenti che non potrà che avere benefici per il prosieguo della carriera in nazionale: l’attaccante ha recentemente deciso - il 17 ottobre scorso -, la sfida di qualificazione ai mondiali del 2016 vinta dal Paraguay sulla Bolivia. Unico successo di una selezione che fin qui in 6 partite di qualificazione ha realizzato una sola rete (oltre ai tre punti contro la Bolivia sono arrivati due pareggi, tre le sconfitte). Sanabria che è tornato a volare in Paraguay per rispondere alla chiamata della selezione del suo paese dopo che Barros Schelotto, con il quale il giocatore aveva maturato problemi extracalcistici arrivando a rifiutare la convocazione, era stato licenziato da ct della squadra sudamericana. Ora nelle mani dell’argentino Daniel Garnero. Poche le marcature, in relazione alle presenze, per Sanabria con i paraguaiani: 3 in 32 partite. Non è mai stato un centravanti da caterve di gol, ma nella passata stagione con il Toro ha stabilito il record con 12, dopo le 11 infilate con la maglia del Gijon nel 2015-16. Numeri che valgono un prolungamento al 2027 con relativo adeguamento dell’ingaggio. 

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Ancora tra fine dicembre del 2022 e l’inizio del 2023 nel Torino aveva una posizione incerta: se dal mercato fosse arrivata l’offerta giusta Antonio Sanabria avrebbe potuto lasciare i granata, celando ai tifosi la sua versione più bella. Quella che dalla partita contro la Salernitana dell’8 gennaio del ‘23 lo ha visto segnare 12 reti in 35 partite. Dieci in ventidue dalla prova contro i campani in poi nella passata stagione, 2 in 13 in quella attuale. Attraversata in un’asfissia preoccupante nelle prime dieci giornate, due delle quali vissute in panchina, e una saltata per infortunio. Nelle restanti sette non è mai arrivato un gol. Un po’ a causa dell’eredità di una preparazione estiva vissuta nella necessità di ritrovare un peso forma e poi una condizione fisica idonea, un po’ per una rivalità sportiva con Zapata che soltanto più tardi sarebbe evoluta in reciproca, soddisfacente partecipazione alla manovra d’attacco della squadra.

Già, dopo la gara di Lecce decisa da Buongiorno e che ha rappresentato la scossa dell’annata un po’ per tutti i granata, ecco che dal 2-1 inflitto al Sassuolo il paraguaiano ha iniziato a fare gol. Contro i neroverdi in avvio, subito, da Pantera Rosa burlando Consigli da qualche passo dopo l’assist di Tameze. E Tonny si è ripetuto nella prova simbolo della rinascita, nel 3-0 all’Atalanta che ha espresso Zapata con una doppietta e Sanabria quale autore del rigore del temporaneo raddoppio. Reti che sommate a un lavoro generoso sia nel tenere il pallone, che nell’abbassarsi per sostenere la fase difensiva, hanno confermato l’opportunità di procedere con il sudamericano al centro dell’attacco. 

Sanabria, simbolo del Toro recente

Una scelta che già era stata presa (come rivelato su Tuttosport del 12 settembre e a corredo documentato), e che porta il centravanti a entrare nell’ottica di diventare un simbolo del Toro recente attraverso il prolungamento del contratto fino al 2027: sarà a breve controfirmato. Sanabria era arrivato in un’altra epoca, per solidità tecniche e ambizioni sportive. Assieme a Mandragora - ora alla Fiorentina - lo aveva voluto Nicola per alimentare le chance di salvezza di una squadra andata in difficoltà sotto la gestione Giampaolo. Erano le prime settimane del 2021, e ora il contratto lo farebbe arrivare a sei campionati consecutivi con il Toro. Con il primo vissuto a metà, visto che i granata lo avevano riportato in Italia dal Betis per 7 milioni. Adesso la valutazione è di 15, per un giocatore che compirà 28 anni il prossimo 4 marzo. La società risulta però avere l’intenzione di tenerselo stretto. In 48 mesi il mondo di Sanabria si è ribaltato: da sacrificabile perché attaccante sterile, a inamovibile della coppia formata con Zapata e con sotto gli occhi un contratto fino al 2027.

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