Il Toro di Juric e la discontinuità: con Ivan si va troppo in giostra

L'altalenanza del Toro sul medio periodo, ma anche in una stessa gara, ormai è il marchio di fabbrica

Con Ivan Juric si va troppo in giostra, una volta su e l’altra giù: il suo rapporto con il Toro, sin dall’inizio, è improntato alla discontinuità su tutti i fronti. In campo e fuori. I risultati altalenanti non hanno mai portato certezze e anche i rapporti con la dirigenza spesso hanno toccato picchi di alta incomprensione, che solo ultimamente si sono un po’ normalizzati con il presidente Cairo che poco tempo fa era anche andato a consegnare al tecnico la maglia celebrativa delle cento presenze sulla panchina granata. Come oramai tutti sanno, però, il contratto del tecnico scadrà il 30 giugno e non ci sono sentori di rinnovo. Le due parti si sono prese del tempo e, ovviamente, tutto dipenderà innanzi tutto dai risultati che arriveranno e che per ora sono piuttosto deludenti. Va dato atto che Juric, dal suo arrivo, ha portato entusiasmo e un gioco aggressivo e spesso spettacolare: se l’è spesso giocata alla pari con tutti. Il problema è che nel momento in cui sembrava arrivare il salto di qualità, il Toro poi si è regolarmente fermato. Con l’Udinese e poi a Firenze gli ultimi stop, dopo altri tentativi mancati di alzare l’asticella in questa stagione come in quella precedente.

Anche Alibi

Alti e bassi in tutto, dicevamo. L’ultimo esempio, che emerge dopo una lunga serie di incomprensioni che perdurano anni, è arrivato venerdì sera allo stadio Franchi. Un primo tempo in cui i granata hanno fatto la partita, un secondo dove l’hanno subita senza reagire, senza dare segni di reazione. E poi troppi alibi. E a Firenze ne è comparso uno (quasi) inedito: «L’antifisicità». Ivan Juric, al termine del match, ha dichiarato che il Toro è la squadra meno fisica che ha avuto negli ultimi 14 anni. E pensare che, prima, il Toro era considerato una squadra molto tosta, muscolare, improntata sulla corsa e sulla battaglia! Che cosa è successo? Perché il tecnico ha di nuovo cambiato idea?

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Il mercato

Domande che non hanno risposte dalla società. E qui subentra anche il mercato degli alti e bassi: Juric ha voluto e ottenuto alcuni giocatori di suo gradimento e per averli si è pure impuntato. Così il club gli ha acquistato Ilic (16 milioni), Vlasic (circa 9 milioni) e Lazaro (4 milioni). Gli ultimi due, Vlasic e Lazaro, sono stati acquistati dopo che dal ritiro di Pinzolo il croato li chiedeva per completare l’organico. E questi tre, va detto, non hanno contribuito ad alzare abbastanza l’asticella della competitività. Tra le altre cose, Ivan ha anche voluto la conferma di Djidji e l’incedibilità dei big: Schuurs su tutti.

La qualità

Altro aspetto controverso è la definizione di qualità. Dopo ogni sconfitta, quasi sempre l’allenatore croato parla di poca qualità da parte del suo gruppo. Di sicuro dai giocatori non viene considerato un complimento. Ma allora, ad esempio, con poca qualità come si fa a vincere per 3-0 contro l’Atalanta, successo di poco tempo fa? Altre contraddizioni, dunque, che come abbiamo detto prima si susseguono da tempo e presumibilmente infastidiscono non poco i dirigenti.
Ma è dal suo arrivo a Torino che Juric si lamenta ad ampio raggio: per il mercato e non solo. Coinvolte anche le strutture sportive, che anche grazie ai suoi input sono state migliorate: al Filadelfia, per esempio, sono state installate nuove vele che impediscono di spiare dall’esterno il lavoro dei giocatori ed è stata allestita una sala-mensa.

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Con Ivan Juric si va troppo in giostra, una volta su e l’altra giù: il suo rapporto con il Toro, sin dall’inizio, è improntato alla discontinuità su tutti i fronti. In campo e fuori. I risultati altalenanti non hanno mai portato certezze e anche i rapporti con la dirigenza spesso hanno toccato picchi di alta incomprensione, che solo ultimamente si sono un po’ normalizzati con il presidente Cairo che poco tempo fa era anche andato a consegnare al tecnico la maglia celebrativa delle cento presenze sulla panchina granata. Come oramai tutti sanno, però, il contratto del tecnico scadrà il 30 giugno e non ci sono sentori di rinnovo. Le due parti si sono prese del tempo e, ovviamente, tutto dipenderà innanzi tutto dai risultati che arriveranno e che per ora sono piuttosto deludenti. Va dato atto che Juric, dal suo arrivo, ha portato entusiasmo e un gioco aggressivo e spesso spettacolare: se l’è spesso giocata alla pari con tutti. Il problema è che nel momento in cui sembrava arrivare il salto di qualità, il Toro poi si è regolarmente fermato. Con l’Udinese e poi a Firenze gli ultimi stop, dopo altri tentativi mancati di alzare l’asticella in questa stagione come in quella precedente.

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Alti e bassi in tutto, dicevamo. L’ultimo esempio, che emerge dopo una lunga serie di incomprensioni che perdurano anni, è arrivato venerdì sera allo stadio Franchi. Un primo tempo in cui i granata hanno fatto la partita, un secondo dove l’hanno subita senza reagire, senza dare segni di reazione. E poi troppi alibi. E a Firenze ne è comparso uno (quasi) inedito: «L’antifisicità». Ivan Juric, al termine del match, ha dichiarato che il Toro è la squadra meno fisica che ha avuto negli ultimi 14 anni. E pensare che, prima, il Toro era considerato una squadra molto tosta, muscolare, improntata sulla corsa e sulla battaglia! Che cosa è successo? Perché il tecnico ha di nuovo cambiato idea?

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