Toro, Bellanova non basta: la conferma dei numeri. La difesa è ok ma...

I “quinti” sono importanti per Juric, ma serve qualità. Pochi palloni toccati nell’area avversaria e che fatica quando c’è da “fare” la partita. E troppa differenza tra i due tempi
Toro, Bellanova non basta: la conferma dei numeri. La difesa è ok ma...© LAPRESSE

Il problema più impellente che il Toro deve cercare di risolvere sul mercato di gennaio è quello del gol. Lo sanno tutti che la formazione granata ha difficoltà evidenti nel trasformare in reti le occasioni che crea. I dati confortano questa disamina: a fronte di 19.23 expected goals (xG) prodotti, l’undici granata ha realizzato soltanto 15 reti. Il disavanzo (-4.23) è notevole. Andando sui singoli, Duvan Zapata sta facendo il suo, avendo realizzato 4 reti fuori da 4.40 xG. Fra i giocatori offensivi, l’altro contributo forte alla fase di finalizzazione del Torino viene da Nemanja Radonjic, autore di 3 marcature da soli 1.66 xG. Per il resto calma piatta. Sanabria ha all’attivo due realizzazioni (le stesse di Alessandro Buongiorno, per dire) ma, in base agli xG, avrebbe dovuto segnare di più (3.48).

Nikola Vlasic ha segnato soltanto una volta mentre Pietro Pellegri è ancora a secco nei 361 minuti avuti a disposizione. Al Toro quindi servirebbe un altro riferimento offensivo in grado di capitalizzare quanto prodotto dalla squadra. Ma non è solo una questione di finalizzazione. Il 22.49% degli expected goals prodotti dal Toro provengono infatti dai calci piazzati. Situazioni nelle quali i granata possono sfruttare la stazza e l’abilità nel gioco aereo di elementi come il già menzionato Buongiorno o Perr Schuurs prima dell’infortunio.

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Il solo Raoul Bellanova è sembrato all’altezza della situazione

Qualcosa deve cambiare pure a livello di manovra. Anche quando il Torino prova a palleggiare, troppo spesso l’azione finisce per cercare sbocchi a livello di cross. Non a caso il Toro è la terza formazione della massima serie per assist prodotti da queste palle esterne (0.4 expected assist per 90 minuti di gioco). In generale, con una media di 20 cross a partita, il Torino è terzo in questa graduatoria alla pari con Atalanta e Fiorentina e dietro soltanto a Cagliari (24) e Inter (22). Questo tipo di rifinitura non è funzionale, visto che gli uomini di Ivan Juric sono soltanto dodicesimi per quanto concerne il numero di palloni toccati per 90 minuti nell’area avversaria (19.72).

Queste difficoltà sono dovute anche alla mancanza di qualità a livello di esterni di centrocampo. Anche se Juric, dallo scorso campionato, ha provato ad occupare meglio i corridoi centrali del campo, il ruolo dei quinti ricopre ancora un posto importante all’interno della manovra torinista. Tuttavia, il solo Raoul Bellanova è sembrato all’altezza della situazione: non a caso, è forte l’interesse per lo scozzese Josh Doig del Verona. Qualora dovesse arrivare alla corte di Juric, sarà interessante osservare come l’ex Hibernian andrà a inserirsi negli schemi del tecnico croato. A Verona quest’anno Doig ha registrato una percentuale di successo nel dribbling pari al 52.9%. In questo senso sarebbe un aiuto notevole per una squadra come il Torino, che presenta soltanto il quindicesimo dato complessivo nella massima serie per dribbling prodotti per 90 minuti (12.89).

Il Toro dribbla poco anche perché lo fa generalmente solo nell’ultimo terzo di campo, perdendo la fase di costruzione. Il fatto che il portiere torinista giochi la palla lunga nel 60% dei passaggi che effettua (la media del resto del campionato è del 48.55%) dice molto sulla volontà di Juric di andare subito nella metà campo offensiva. Infine, al di là di un attaccante e degli esterni, a Juric farebbe comodo una rosa migliore dalla quale poter pescare a partita in corso.

Finora ci sono infatti diversi elementi sottoutilizzati come Brandon Soppy, Yann Karamoh, Saba Sazonov e David Zima. Nomi che potrebbero lasciare il posto a qualche elemento di qualità superiore, in grado di incidere uscendo dalla panchina. In definitiva, bisognerà anche cercare di variare qualcosa a livello di proposta di gioco. Sotto la gestione Juric, in questo senso, la squadra non è cresciuta. Il Toro resta formazione che attacca difendendosi ma che fa estremamente fatica quando è chiamato a fare la partita. A questi problemi vanno aggiunti quelli relativi alla mancanza di continuità, per un undici che spesso gioca bene uno dei due tempi abbassando notevolmente il proprio livello prestativo nell’altro. Va bene quindi il mercato ma anche Juric dovrà cambiare qualcosa a livello di impostazione.

DATI: AIDA DI SOCCERMENT, WHOSCORED.COM

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Il problema più impellente che il Toro deve cercare di risolvere sul mercato di gennaio è quello del gol. Lo sanno tutti che la formazione granata ha difficoltà evidenti nel trasformare in reti le occasioni che crea. I dati confortano questa disamina: a fronte di 19.23 expected goals (xG) prodotti, l’undici granata ha realizzato soltanto 15 reti. Il disavanzo (-4.23) è notevole. Andando sui singoli, Duvan Zapata sta facendo il suo, avendo realizzato 4 reti fuori da 4.40 xG. Fra i giocatori offensivi, l’altro contributo forte alla fase di finalizzazione del Torino viene da Nemanja Radonjic, autore di 3 marcature da soli 1.66 xG. Per il resto calma piatta. Sanabria ha all’attivo due realizzazioni (le stesse di Alessandro Buongiorno, per dire) ma, in base agli xG, avrebbe dovuto segnare di più (3.48).

Nikola Vlasic ha segnato soltanto una volta mentre Pietro Pellegri è ancora a secco nei 361 minuti avuti a disposizione. Al Toro quindi servirebbe un altro riferimento offensivo in grado di capitalizzare quanto prodotto dalla squadra. Ma non è solo una questione di finalizzazione. Il 22.49% degli expected goals prodotti dal Toro provengono infatti dai calci piazzati. Situazioni nelle quali i granata possono sfruttare la stazza e l’abilità nel gioco aereo di elementi come il già menzionato Buongiorno o Perr Schuurs prima dell’infortunio.

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