Juric, il Toro non tira mai: il dato è impietoso

È all’ultimo posto sia nei tentativi complessivi, sia in quelli in porta. Il buon dato della difesa (3ª) non basta per avere ambizioni europee
Juric, il Toro non tira mai: il dato è impietoso© Marco Canoniero

TORINO - Coraggio. Voglia di andare oltre la comfort zone, fame di riuscire a raggiungere obiettivi difficili da pronosticare ad inizio stagione. Subito dopo il pareggio contro la Salernitana, il primo ad aver voluto alzare l'asticella è stato Ivan Juric. Lo ha fatto in un momento spartiacque del campionato, perché adesso il Toro è chiamato a decidere che cosa vuole diventare da grande. Se rimanere nel limbo degli elogi per il lavoro svolto negli ultimi due anni e mezzo oppure se tentare di raggiungere un traguardo sulla carta impossibile, visto il gruppo di antagoniste che Zapata e compagni si ritrovano davanti. Si chiama Europa la missione dei granata. E passa, inevitabilmente, da un ardore che il Toro ha mostrato solo a tratti durante l'intero campionato. In questo senso, ci sono i numeri a confortare chi spera di vedere dal Lecce in avanti una squadra più garibaldina. Ordinata e precisa, come papà Juric l'ha fatta, ma anche sbarazzina e audace.

Toro, il dato sui tiri

In questo senso, c'è un dato da incrementare nel più breve tempo possibile: quello dei tiri. I granata, in questa graduatoria, sono i peggiori dell'intera Serie A: ultimo posto (al netto della gara contro la Lazio ancora da recuperare, ma comunque solo Genoa e Salernitana sarebbero le più facili da sorpassare) con 249 conclusioni. E anche in quelli nello specchio della porta la musica non cambia: solo 73 tiri (per intenderci, 27 in meno della rivelazione Bologna: la differenza è tutta qui). Ecco spiegato il motivo di un'evoluzione che si sta sì compiendo, ma in maniera parziale. Il Toro, infatti, ha i punti che merita e che gli spettano per il suo attuale valore: 33 in 23 partite - coronati dal 10° posto attuale in classifica - rappresentano un bottino molto più che sufficiente. Ma chiaramente per l'eccellenza serve di più: per l'Europa, infatti, non si può viaggiare ad una media leggermente superiore ai 3 tiri in porta a partita. I granata fanno gol ogni 3 tiri e mezzo circa: il dato dell'incisività sotto porta non è poi così malvagio (la percentuale di capacità realizzativa è dell'8%, uguale a Napoli e Udinese, ma migliore di Salernitana, Monza, Lecce, Cagliari e Verona ferme al 7%, oltre all'Empoli inchiodata al 6%), per cui imputare la responsabilità alla sola mira di coloro che agiscono negli ultimi trenta metri o addirittura in area di rigore sarebbe ingiusto e certamente riduttivo.

Juric, serve una marcia in più

Al Toro serve, già a partire dalla gara contro il Lecce, una marcia in più per quanto concerne la produzione offensiva. Basti osservare i giallorossi: essere fuori dalla zona retrocessione oggi, per la formazione di Roberto D’Aversa, è il frutto di una spinta determinante in zona gol. I 96 tiri nello specchio pesano perché aumentano le possibilità di trovare reti e dunque punti pesanti in chiave salvezza. I salentini hanno segnato come l’Udinese (24 sigilli), ma soprattutto più di Salernitana, Cagliari, Verona ed Empoli. Al contrario del Toro, che nel lotto di squadre della parte sinistra della classifica ha il dato numerico dei gol fatti più basso in assoluto (21, la più vicina è la Lazio a 28). Dunque, per ambire ad un finale di stagione da sogno servono prima di tutto i tiri. Fondamentali per creare presupposti per sbloccare le partite, a maggior ragione nei primi tempi, frazione nella quale la ferocia agonistica dei granata può trasformarsi in qualcosa di molto più concreto.

Toro, mancano i gol dei centrocampisti

La montagna, davvero troppo spesso, partorisce un misero topolino e talvolta nemmeno quello. L’atteggiamento da cambiare riguarda il collettivo. Se è vero che oggi la difesa può solo pensare a “sopravvivere”, visti gli infortuni di totem come Schuurs e Buongiorno (ai quali si è appena aggiunto anche Rodriguez), al Toro mancano come l’aria i gol dei centrocampisti e uno sviluppo offensivo a sinistra. Perché in compenso a destra il meccanismo è oliato: con Bellanova che stringe verso l’interno per poi andare sul fondo, per Zapata e Sanabria tutto diventa più facile. Ma devono poter tirare per sognare di esultare. Un Toro da ultimo posto nei tiri complessivi, ma soprattutto in quelli verso lo specchio, non potrà mai ragionare da zona Europa. Fortunatamente per Juric non è troppo tardi per invertire la rotta.

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