Juric, 14 giorni per ridare senso al Toro. Resiste il sogno Tudor

Il destino del granata pare segnato a giugno. Prossima stagione: il croato è una prima scelta ma c'è anche il Bologna in azione
Juric, 14 giorni per ridare senso al Toro. Resiste il sogno Tudor© Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas

TORINO - La Triplice Disalleanza. Domani la Fiorentina, venerdì 8 marzo la trasferta a Napoli, infine sabato 16 la terza e ultima partita prima della nuova sosta per la nazionale, a Udine. In 14 giorni, due procedimenti sportivi per direttissima, contro i viola e gli azzurri, e un invito di comparizione sul campo di una formazione in lotta per la salvezza: amici mai, per Juric. Deve stare attento a calibrare atteggiamenti, tensioni ed equilibri, Ivan. Di qui in poi, il gioco rischia di farsi sempre più pericoloso. Dopo la doppia botta capitale, ovvero le due sconfitte di fila in casa e in trasferta prima con la Lazio e poi con la Roma, i sogni europei si sono improvvisamente ridotti tanto quanto la classifica si è dilatata, sotto il 6° posto. Adesso il 7° dista 5 lunghezze ed è occupato proprio dalla Viola. Dopo la vittoria del Torino sul Lecce, quindi prima del duplice confronto con le romane, 5 erano i punti di distanza dalla 6ª in classifica, i giallorossi di De Rossi, con la Fiorentina avanti di appena 2 punti e la Lazio di uno. Appaiato ai granata, il Napoli. Adesso le squadre di Sarri e Calzona sono ottave 4 punti sopra, mentre la Roma, sempre 6ª, è a +8.

Toro disarcionato, morale intaccato

Il Toro è stato disarcionato, mentre a metà graduatoria il Monza ha raggiunto i granata, rimasti fermi al passaggio a livello della prova di qualità. Il morale nello spogliatoio è stato a dir poco intaccato: su Torino piove da giorni in ogni senso. Sugli spalti, peggio. E turbolenze si colgono anche ai piani alti del club: con Cairo (raccontano, spiegano) particolarmente nervoso e seccato, e Vagnati inevitabilmente affaticato dalla piega che sta prendendo la stagione già ora. Da domani all’Udinese, in 14 giorni ristretti come un maglione infeltrito, Juric è chiamato a rimettere la squadra all’interno della carreggiata dei risultati, per non continuare a urlare fuori strada comandamenti e credenze. Altrimenti a metà marzo dovremmo già predisporci a celebrare i soliti eventi ricorrenti: l’arrivo della primavera nel calendario di tutti e dell’inverno in quello specifico del Torino. E come reagirebbero poi i giocatori, nei lunghi mesi di aprile e maggio prodromici all’apertura del mercato? In ogni caso, tra speranze di rinascita vantaggiose per tutti, Cairo intende andare avanti con Juric sino a fine campionato: questa è l’indicazione chiara, a oggi.

Toro, il sogno Tudor

Per la prossima stagione un sogno è indubbiamente rappresentato dal profilo di Tudor: le conferme continuano ad arrivare. Post Marsiglia, il croato è libero ormai da parecchi mesi. Cairo resta nascosto, mentre Vagnati lo corteggia già dallo scorso autunno. Tudor fece persino meglio di Juric, a Verona, raccogliendone l’eredità. Ma continua a prendere tempo, punta a un club italiano o europeo che disputi le Coppe. Solo l’effetto domino che riguarderà gli allenatori del suo livello potrà emettere una verità, coinvolgendo o meno Igor. Per questo il Torino resta in coda, in attesa, speranzoso: meglio provarci sino all’ultimo che rischiare di vivere di rimpianti, a posteriori. La medesima indicazione arriva adesso da Bologna, dove Thiago Motta è in bilico.

Tudor, c'è anche il Bologna

Come sostituto, caso mai si rivelasse davvero impossibile trattenere il tecnico italo-brasiliano, anche in Emilia si sta già guardando a Tudor: sondaggi granata e proposte rossoblù, mai inferiori ai 2 milioni netti a stagione (lo stipendio attuale di Juric). Il problema non è tanto economico, quanto di progettualità. Aggiungiamoci, ovviamente, che questo Bologna ha pure ottime chance di giocare in Europa, nella prossima stagione. Restiamo della nostra convinzione: di fronte ai dubbi di Tudor, soltanto Cairo potrebbe forse convincerlo a tempo debito, se mai Vagnati individuasse un’apertura nei contatti preliminari delle prossime settimane. Però al pres non basterebbe né blandirlo né limitarsi a proporgli un gran bello stipendio. Tudor ci appare tanto ambizioso quanto scettico, davanti alle ferite del Toro. San Tommaso. Di sicuro, però, senza poveri cristi in questo Torino.

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