Toro, con questo Zapata tutto diventa possibile

Il colombiano è sempre più il trascinatore dei granata e con i suoi gol tiene vive le speranze di conquistare l’Europa: senza i rigori è il 3° bomber di A dietro Lautaro e Vlahovic
Toro, con questo Zapata tutto diventa possibile© Marco Canoniero

TORINO - È pericoloso come una pantera, aggredisce palloni come un orso si butta sul miele, vola in progressione come un’aquila: Duvan Zapata in campo è “un animale” nell’accezione più nobile. Forse perché viene dalla Colombia, che è terra di secolari sculture antropomorfe, e paese che anche oggi ha profondo rispetto per la vita animale, sta di fatto che il centravanti è un uomo che pare aver assorbito le qualità di altri esseri viventi. Morde pure come un serpente e salta come una rana, tuttavia è la pantera - simbolo di coraggio, valore e potere - quella che meglio si cuce addosso a Zapata. Anche conosciuto, infatti, come il Panterón. Figura che l’attaccante ricorda, quando si produce in quei 20-30 metri di corsa esplosiva e spesso inarrestabile. Non è tecnicamente sopraffino, però le sue prestazioni sono quasi sempre di rara - rarissima - intensità, ed esprimono un senso di potenza che trova sintesi in gol che tendono a “spaccare la porta”, e quasi mai sono figli della “giocata da biliardo”.

Zapata, i numeri con Lautaro e Vlahovic

Consequenziale porti entusiasmo, contagiando con la sua sorridente determinazione compagni e staff tecnico, tifosi e società. Portati dalla sua, dopo un difficile avvio di stagione, grazie a prove generosissime e nella seconda parte del campionato anche prolifiche. Come nell’ultima uscita di Udine: la partenza del Toro è più che convincente, e l’uomo che ne esalta il gioco è proprio Zapata che, al 10’, raccoglie di testa un cross di Vojvoda, porta avanti i granata e segna la decima rete del suo campionato (1 con l’Atalanta e 9 con il Torino). Senza considerare i rigori, è terzo in classifica marcatori, alle spalle di Martinez con 21 e Vlahovic con 13 e a pari merito con Kvaratskhelia, Thuram e Lukaku. Altre ne serviranno, e considerato il trend altre ne arriveranno, da qui a maggio. Da quando si è sbloccato, il sudamericano non si è più fermato riuscendo a mantenere la ragguardevole media di una rete ogni due gare (nelle prime dieci giornate di campionato in granata ha realizzato una sola marcatura, dalla doppietta all’Atalanta 8 in 16, mentre nelle ultime 9 sfide i gol sono stati 5).

Toro, la speranza Europa

Un trend che sta aiutando il Toro a restare aggrappato con le unghie e con i denti alla speranza di qualificarsi alle prossime competizioni internazionali: per alimentare suddetta speranza, servirà uno Zapata in grado di replicare le recenti prestazioni. Il senso di appartenenza e le qualità in marcatura di Buongiorno sono importanti, come lo sono le sgroppate di Bellanova o i palloni giocati da Ricci e Gineitis, tuttavia in questo momento la spinta in più sta arrivando dal colombiano. Che Juric a Udine ha verificato essere più pericoloso in posizione centrale. Quella in precedenza occupata da Sanabria, con Zapata costretto a occupare zone esterne all’area di rigore avversaria. Sabato, invece, a partire da sinistra è stato Okereke, con Vlasic libero di muoversi a fisarmonica tra il centro e la fascia destra. Una soluzione ideale, per liberare l’istinto da centravanti di Duvan. Che deve prendere per mano un gruppo con valori crescenti. Sia sufficiente prendere in esame la recente maturazione di Gineitis, lesto a sfruttare l’occasione che gli si è aperta dopo l’infortunio di Ilic.

Toro, i gol di Zapata e non solo

E lo stesso Ricci ha dimostrato di coordinarsi bene, con il giovane lituano, tatticamente e per caratteristiche fisiche forse anche meglio che con il serbo. Intanto sulla pista di Udine ha aperto le danze Zapata, ma ballerino d’eccezione è stato anche Vlasic, autore del raddoppio, nonché di un gol negli ultimi tempi ferocemente cercato, dal croato. Uno snodo importante in relazione ai tre punti conquistati in Friuli, e pure se letto in prospettiva. Se la nuova posizione tattica, e l’autostima lievitata dopo la rete ai bianconeri, restituiranno un Vlasic simile a quello visto all’opera nei primi mesi con Juric, allora le chance di raggiungere l’Europa cresceranno ulteriormente. E non di poco. Servono i gol di Zapata (e non solo), ma al tecnico di Spalato per centrare l’obiettivo occorre anche un Torino deciso a mantenere alta l’attenzione in fase difensiva. Spesso fiore all’occhiello di questa squadra. Mantenendo la porta imbattuta sabato, Milinkovic-Savic (una parata, non facile, su Lucca) ha messo assieme la partita numero 14 senza incassare reti. Statistica da Europa o meglio da Champions: soltanto l’Inter (18 clean sheet) e Sommer che è il portiere dei nerazzurri (17: nel 4-0 di Lecce del 25 febbraio in porta c’era Audero) hanno fatto meglio dei granata. Allineati dietro a Zapata per l’assalto all’Europa.

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