"Buongiorno top player, leader anche in azzurro. Toro, Europa obiettivo concreto”

Intervista a Giacomo Ferri, l’ex giocatore, allenatore e dirigente granata: "È forte in marcatura, solido e bravo a impostare". E sulla qualificazione alla Conference League...
"Buongiorno top player, leader anche in azzurro. Toro, Europa obiettivo concreto”© LAPRESSE

«Questo Toro può farcela a tornare in Europa. Se continuano così e giocano come sanno, hanno tutte le carte in regola per arrivare diritti in Conference League. Gli ultimi risultati hanno detto che i granata sono artefici del loro destino. Adesso dipende solo da loro». Firmato Giacomo Ferri. Una vita in maglia granata per il roccioso mediano con diverse presenze anche come difensore. Tredici anni da calciatore: dal 1976 al 1989 fatto salvo per la parentesi triennale (78-81) con la Reggina. Una lunga militanza in cui ha totalizzato 260 presenze. Da tecnico nei primi anni Duemila ha fatto tutta la trafila nelle giovanili granata, guidando Giovanissimi, Allievi e Primavera oltre a ricoprire il ruolo di vice allenatore della prima squadra accanto a Camolese e traghettatore nel finale del campionato 2002-03. Dal 2010 al 2016, invece, è stato team manager. Insomma, pochi conoscono bene tutte le sfaccettature del mondo Torino come Ferri.

Chi vede come rivali più pericolose per un posto nelle Coppe?
«Bisogna stare attenti a Lazio e Napoli, che sono reduci da una stagione altalenante, ma hanno un collettivo importante con giocatori di alto livello».

Uno dei punti di forza di questo Toro è la difesa, capace di restare imbattuta in 15 gare su 30.
«Juric ha fatto un grande lavoro. La squadra gioca bene, ma sa essere solida e compatta come testimoniano i tanti clean sheet. E poi dietro il Toro schiera un campione…».

Immaginiamo alluda ad Alessandro Buongiorno.
«Esattamente, è lui il top player del Torino. Per me Buongiorno e Scalvini sono destinati a fare una carriera straordinaria e rappresentano il futuro della Nazionale».

Quali sono le doti che l’hanno impressionata del vice-capitano granata?
«È forte in marcatura, solido e attento sull’uomo avversario, in più ha un bel sinistro in fase di impostazione. Sa valorizzare al massimo chi scende in campo al suo fianco: non è un caso che anche gli altri difensori siano migliorati parecchio negli ultimi mesi, giocando insieme a lui».

Si rivede un po’ in Buongiorno?
«Per spirito di appartenenza sì, visto che entrambi abbiamo fatto tutta la trafila dal vivaio, ma lui è 100 volte più forte di me (sorride, ndr). Siamo diversi come caratteristiche e struttura, però - se proprio vogliamo trovare un punto che ci unisce - siamo accomunabili dal fatto di sapere cosa significa crescere nel Toro e il valore di indossare quella maglia. Vorrei vedere più ragazzi del vivaio in prima squadra».

A chi assomiglia?
«Mi ricorda molto Francini. Buongiorno è mancino come Giovanni e hanno caratteristiche simili. Francio già all’epoca non la faceva mai vedere agli avversari e aveva anche lui un bel piede da centrocampista aggiunto in fase di costruzione».

Juric è in scadenza: lei al posto di Cairo lo rinnoverebbe o in estate avvierebbe un nuovo ciclo?
«Io lo terrei: mi piace come allenatore e apprezzo il modo in cui fa giocare la squadra. Inoltre lo vedo integrato bene nel mondo Toro. Credo che Cairo e lui abbiano già parlato e scelto cosa fare in futuro. Non prenderanno una decisione all’ultimo minuto».

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