“Buongiorno ha la testa di Sinner: ora incorni la Juve”

Benedetti, il suo scopritore: “Ale è un perfezionista come Jannik, non si accontenta mai, crescerà ancora Sogna una big? Lo possiamo capire, purtroppo…”
“Buongiorno ha la testa di Sinner: ora incorni la Juve”© Marco Canoniero

«Speriamo che sabato segni il gol della vittoria. Sarebbe magnifico per noi granata, dopo tante sofferenze, amarezze, delusioni. E anche Ale se lo meriterebbe proprio», dice Silvano Benedetti, il suo scopritore. Un augurio in vista di quello che potrebbe essere l’ultimo derby col Toro di Alessandro Buongiorno. L’Inter lo corteggia da tempo, il Milan era già uscito allo scoperto a gennaio. Anche l’Atletico Madrid lo segue. E qualche sondaggio dalla Premier c’è stato. E Alessandro, come si narrava in esclusiva una settimana fa, ha intanto dato mandato al suo agente di valutare le eventuali offerte delle big, italiane o straniere che siano. Con una puntualizzazione, però, visti gli strategici giri d’orizzonte già disegnati anche da Giuntoli con il procuratore di Buongiorno, in questi mesi: alla Juve no, perché per Ale sarebbe impossibile trasferirsi alla Juve per ovvie ragioni. Per un fatto di rispetto sia per la sua storia personale (a 7 anni entrava nel vivaio del Toro, da «nato granata») sia per i tifosi, che hanno visto in lui perfino un simbolo. «Anche io penso che Ale non potrebbe mai trasferirsi alla Juve. Intelligenza, maturità, lungimiranza. E rispetto nei confronti di chi l’ha cresciuto e di chi lo ama».

Silvano è in Sardegna, quando ci risponde. «Come faccio da oltre 20 anni, ho partecipato alla presentazione del prestigioso torneo internazionale giovanile “Manlio Selis” per under 14: una fucina di grandi talenti (27ª edizione: partite in 8 comuni diversi della Gallura dal 24 al 27 aprile; ndr). Lo stesso Buongiorno vi partecipò: sia col Toro, da ragazzino, sia due anni fa, quando fu uno dei testimonial alla presentazione».

Abbiamo chiamato Benedetti perché ci aveva incuriosito una sua dichiarazione rilasciata a “Cronache di spogliatoio”, all’interno di un’ampia intervista: «Buongiorno ha una mentalità alla Sinner».

Silvano allarga il discorso, chiarisce i contorni dell’evocazione: «Alessandro ha qualcosa di Sinner, proprio perché ha una testa alla Sinner. Al di là dei differenti percorsi sportivi e dei successi... imparagonabili quelli di Jannik... spicca in entrambi la grande umiltà del professionista esemplare. Quella professionalità che permea ogni aspetto della vita, della giornata di un grande atleta: dalla cura dell’alimentazione alla rigidità degli allenamenti alla serietà nei comportamenti. Entrambi non si accontentano mai, vogliono continuamente migliorare, mostrano un’applicazione rara, sono umili e disponibili, cortesi, sensibili. Entrambi mettono un’enorme passione in ciò che fanno. Entrambi hanno dato grande importanza alla scuola, hanno studiato, hanno ottimi genitori e hanno ricevuto un’educazione... seria. Entrambi esibiscono una normalità nei modi di essere e nell’attività che praticano che non è da tutti. Ed è proprio la normalità di Buongiorno ad aver fatto innamorare tutti gli allenatori che ha avuto: con la sua voglia di crescere e quell’umiltà che lo contraddistingue è riuscito a scalare una montagna dopo l’altra, sino a raggiungere persino la nazionale. E oggi è diventato assolutamente affidabile, una delle migliori qualità per un difensore».

Benedetti lo scoprì 18 anni fa, lo convinse a entrare nel vivaio granata. E ancor oggi l’ex responsabile della scuola calcio del Torino è in contatto con Alessandro e la sua famiglia. Si vedono e si sentono spesso, in amicizia. «È maturato tantissimo, è cresciuto nella personalità, nella sicurezza delle prestazioni. E non è ancora arrivato al top della crescita». Il futuro è tutto un allargare le braccia: «Ha dimostrato di essere attaccato alla maglia del Toro in modo eccezionale, ma di fronte ai ripetuti corteggiamenti delle big che giocano in Champions è normale che possa aspirare a un ulteriore salto di qualità. Siamo nel 2024, sappiamo come funziona il mercato e conosciamo le distanze siderali tra le big europee e una società come il Toro: purtroppo è così. Per cui credo che si possa comprendere, Alessandro, anche se un tifoso granata vorrebbe che rimanesse per sempre con noi».

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