Superga, il processo sparito: carte scomparse o tagliate, misteri in Parlamento…

Nuove inchieste giornalistiche sui documenti giudiziari che non si trovano. Nel 2024 le rivelazioni sugli altri 7 aerei caduti dello stesso modello di quello del Grande Torino
Superga, il processo sparito: carte scomparse o tagliate, misteri in Parlamento…
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TORINO - Tragedia di Superga, presunte cause e procedimenti giudiziari: dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti agli approfondimenti pubblicati su Tuttosport un anno fa, il 25 e il 26 aprile del 2024. A quelle scoperte in sequenza, anche clamorose. In primo luogo, il fatto che, appena 25 giorni prima di Superga, fosse caduto un altro Fiat G.212, lo stesso modello di aereo di quello precipitato il 4 maggio 1949 con a bordo il Grande Torino. Era il 9 aprile, cadde a Roma ed era un aereo ad uso militare: un morto. Il breve resoconto giornalistico pubblicato il giorno dopo su un quotidiano italiano parlò di problemi di controllo dell’aereo da parte del pilota. Già nel 1948, a luglio, era caduto un G.212 (uso civile, trasporto passeggeri), in Belgio: 8 morti. Non è conosciuto con certezza il numero preciso di quanti aerei G.212 trimotori furono prodotti dagli stabilimenti della Fiat Aviazione tra il 1946 (il primo prototipo volò nel gennaio ’47) e gli Anni 50. Più fonti accreditate tendono a sottolineare un dato: 19 aerei. Velivoli utilizzati sia per il trasporto civile di passeggeri (compagnia italiana Avio Linee e compagnie straniere arabe ed egiziane, successivamente) sia dalla nostra Aeronautica Militare.

Misteri anche in parlamento

Di certo quell’aereo, il G.212, ebbe una vita non fortunata. Di quella ventina di velivoli prodotti in pochi anni, ben 8 (civili e militari) subirono drammatici incidenti tra il 1948 e il 1954: 40 morti, più feriti gravi e gravissimi. Irrecuperabili gli aerei, distrutti o danneggiati in modo irreparabile. Incidenti emersi per ragioni anche molto differenti tra loro. Dobbiamo comunque tener presente anche la realtà dell’epoca. Di un’Italia ancora devastata dalla tragedia della guerra, terminata appena 4 anni prima. La povertà imperante, la ricostruzione lunga e difficile: anche dell’aviazione, da far rinascere tra mille difficoltà e limiti. La dotazione di velivoli del nostro Paese, militari e civili, era globalmente e tecnologicamente molto arretrata rispetto a quelle di altre nazioni europee e degli Stati Uniti. Nel 1949 in Italia si verificarono 34 incidenti aerei tra Aeronautica Militare, operatori nazionali di trasporto civile (come l’Avio Linee Italiane, emanazione della Fiat) e voli privati. Le vittime furono complessivamente 53, di cui 31 nella tragedia di Superga (fonti internazionalmente accreditate: Aviation Safety Network, Usa, e Bureau of Aircraft Accidents Archives, Svizzera). In quegli anni si registravano medie di schianti al suolo e di atterraggi d’emergenza che adesso giudicheremmo terribili, assolutamente inaccettabili. Poi, il giorno dopo, il 26 aprile del 2024, pubblicammo altre due pagine di approfondimento sulla tragedia di Superga. Il titolo? “Inchieste e sentenza: dove sono?”. Già, dove sono finite?, ci chiedevamo. E ce lo domandavamo sconcertati. Dopo la sciagura del 4 maggio, furono avviate tre inchieste. Un’inchiesta militare, che valutò gli aspetti legati all’assistenza tecnica del volo; un’inchiesta civile condotta dal Registro Aeronautico Italiano, che prese in esame e non rilevò la presenza di avarie, malfunzionamenti o problemi strutturali del velivolo; e un’inchiesta della Magistratura (procedimento penale aperto d’ufficio subito dopo la tragedia), volta a stabilire eventuali responsabilità nel disastro aereo contemplate dagli articoli 449 (delitti colposi di danno) e 589 (omicidio colposo) del Codice Penale. Introvabili quelle inchieste, nelle sedi istituzionali. Gli esiti dell’inchiesta militare e di quella civile diedero anche vita a una relazione ministeriale i cui esiti furono presentati al Senato dal ministro della Difesa Pacciardi durante due interrogazioni parlamentari, nel corso del 1949. Tuttavia viene da credere che tale relazione non sia mai stata depositata presso la presidenza del Senato. Ancora nel novembre del 1949 il senatore Bisori presentò un’ultima interrogazione al ministro nella quale ribadiva l’importanza per ogni parlamentare di avere a disposizione i risultati dell’inchiesta. Ma la relazione ministeriale sembra svanita del vuoto: com’è possibile? Introvabili le inchieste, introvabile la relazione ministeriale, introvabili le perizie, introvabile persino il procedimento penale con la sentenza del giudice istruttore! Documenti introvabili, fino a prova contraria, negli Archivi della Camera dei Deputati e del Senato, oltreché negli Archivi di Stato di Roma e Torino. E pure in altri archivi istituzionali o dei Tribunali, in alternativa.

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L'aiuto dei giornali dell'epoca

Si tenga presente che, una volta chiuso il procedimento penale il 2 gennaio del 1950 con la sentenza di non luogo a procedere per via della morte degli imputati (i due piloti dell’aereo, Pier Luigi Meroni e Cesare Bianciardi), il Torino intentò una causa civile contro la compagnia aerea. Come detto, della tragedia di Superga negli archivi istituzionali non si trovano più né le inchieste, né le perizie né il fascicolo della sentenza del giudice istruttore (procedimento penale). Negli scorsi decenni, una parziale ricostruzione dei contenuti suddetti è stata possibile solo attraverso gli articoli giornalistici dell’epoca, gli atti parlamentari e l’analisi della Causa civile (questa sì, rintracciabile in parti) intentata negli Anni 50 dal Torino contro l’Avio Linee Italiane, sostenendo la colpa dei piloti per cercare di ottenere un risarcimento (per il club granata, peraltro, sconfitta in tutti e tre i gradi di giudizio, quasi a priori: la legislazione dell’epoca, quanto al rapporto di lavoro giuridicamente inteso tra una società di calcio e i calciatori, non riconosceva risarcimenti in casi come questi). Per decenni (o per meglio dire: da decenni e decenni), studiosi della tragedia di Superga, storici e giornalisti hanno cercato invano negli archivi di Stato, negli archivi parlamentari e dei Tribunali quella documentazione del 1949. Niente da fare: come sparita nel nulla. Volatilizzata. Persino il procedimento penale, con la sentenza del giudice istruttore! E chissà da quanti decenni! E nonostante si tratti di una tragedia che ha avuto fin da subito una eco assolutamente eccezionale in tutta Italia e nel mondo, una eco mai sopita anche 76 anni dopo.

8/11/1950: Eccolo. Ma poi...

Vi sembra possibile che (sempre fino a prova contraria) negli Archivi di Stato non si trovi il procedimento penale di Superga? Cioè l’inchiesta della magistratura, la perizia ordinata dai magistrati, la sentenza dettagliata del giudice istruttore. Se il fascicolo esiste ancora, risulta comunque irrecuperabile, come se fosse andato perduto (meglio: sperduto) in qualche archivio istituzionale. Seppellito tra montagne di carte? Oppure finito al macero? O addirittura preso, spostato o portato via da qualcuno, chissà mai, chissà quando, chissà dove? In ogni caso, sulla base delle nostre ricerche svolte in questi ultimi mesi tra il 2024 e il 2025 presso l’Archivio di Stato di Torino, anche con la collaborazione dell'avvocato Claudio Caminati del Foro di Torino cui abbiamo richiesto supporto e delucidazioni (esercizio del diritto-dovere di cronaca, ripetuta consultazione di documenti e scambio di missive con i responsabili dell’Archivio), risulta che "il fascicolo del giudice istruttore n. 688/49" del Tribunale Penale "a carico di Meroni Pier Luigi e Bianciardi Cesare – Incidente Superga Torino calcio" (appunto il procedimento penale) "non è presente nel faldone corrispondente" (Sezioni Riunite, Tribunali, Torino, Tribunale civile e penale di Torino primi versamenti, Sezione istruttoria, Fascicoli processuali di istruzione penale, mazzo 7 anno 1949): si passa infatti dal n. 685 al n. 693. Si precisa comunque che, grazie al registro generale della Procura ove il procedimento si trova ascritto al n. 5222/49, si è constatato che il 27 dicembre 1949 il Pm ha formulato la richiesta a “non doversi procedere per essere estinti i reati per morte (degli imputati)”: questa la risposta ufficiale fornitaci dalla direzione dell’Archivio di Stato di Torino, in dat a 29 novembre 2024. Sconsolati anche loro, insomma: "Il fascicolo del giudice istruttore n. 688/49 a carico di Meroni Pier Luigi e Bianciardi Cesare – Incidente Superga (…) non è presente nel faldone corrispondente (…): si passa infatti dal n. 685 al n. 693". Incredibile! E stiamo parlando di Superga! In Italia, post Seconda guerra mondiale, la più grave sciagura aerea per numero di vittime prima di quella di Ustica. Una tragedia così eclatante… eppure… non si capisce che fine abbia fatto il procedimento penale! Tanto che, in data 8 gennaio 2025, l’Archivio di Stato ci puntualizzava via email che "il fascicolo, così come altri, non è tra quelli versati dal Tribunale a questo Istituto". Dai registri ufficiali, risulta che quel fascicolo penale dopo il 2 gennaio 1950 (data della sentenza di non luogo a procedere emessa dal giudice istruttore Caccia, come dal Registro Generale dei Reati) permane presso la cancelleria del giudice istruttore, presso il Tribunale penale di Torino e non presso la Procura. Di lì a pochi giorni si apre poi la causa civile avviata in primo grado con atto di citazione da parte del Torino contro la società Avio Linee Italiane - Flotte Riunite (ruolo generale numero 239/50): precisamente il 12 gennaio 1950. Il 13 gennaio 1950 il presidente del Tribunale civile di Torino, giudice Gay, dispone, dato il "giusto motivo di urgenza", il dimezzamento dei termini per la costituzione in giudizio di Ali, e quindi avvia il procedimento civile. A livello di registri, tornando al procedimento penale, risulta (sempre come da documentazioni e spiegazioni cortesemente forniteci in più tempi, con apprezzabile spirito di collaborazione, dai responsabili dell’Archivio di Stato di Torino) che l’8 novembre 1950 il suddetto fascicolo penale, archiviato in un primo tempo il 2 gennaio, venne trasferito dalla cancelleria del giudice istruttore penale alla prima sezione civile della Corte di Appello di Torino (comunicazione ufficiale fornitaci dall’Archivio di Stato in risposta il 18 dicembre scorso: "Le annotazioni circa il movimento del processo segnalano il passaggio alla I sezione civile").

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Riconsegnato in... anticipo?

Dopo la sentenza di primo grado (17 settembre 1950) e la causa d’appello intentata dal Torino (sentenza del 23 gennaio 1952, anch’essa sfavorevole al club granata), il ricorso sempre del Torino presentato a quel punto in Cassazione nell’aprile del 1952. Dopodiché la successiva e ultima traccia indicata nel registro generale della cancelleria del Giudice istruttore penale risale al 24 ottobre 1952, allorquando il predetto fascicolo penale risulta ritornato, riconsegnato alla medesima cancelleria del giudice istruttore penale del Tribunale di Torino, cioè dov’era prima. La prima incongruenza, a rigor di logica, non potendo far riferimento ad altre delucidazioni, riguarda proprio le date del ritorno a Torino del fascicolo (presumibilmente dalla Cassazione di Roma), che si materializza molto prima (5 mesi prima) della sentenza poi emessa dalla Cassazione stessa in terzo e ultimo grado di giudizio (sentenza numero 2085 del 9 marzo 1953).

Gli avvocati chiesero che...

Siamo poi rimasti a dir poco… basiti, di sicuro molto sconcertati, quasi senza parole, quando in due tempi abbiamo esaminato e riesaminato presso l’Archivio di Stato di Torino il fascicolo civile RG 239/1950. Ammessa la pubblicazione su Tuttosport delle nostre fotografie (lecitamente scattate col telefonino durante le consultazioni nell’Archivio di via Piave il 19 novembre 2024 e l’11 aprile scorso) grazie alle autorizzazioni richieste nell’esercizio del diritto-dovere di cronaca e ottenute dall’Archivio di Stato di Torino quale "ente conservatore dei documenti e detentore dei diritti su di essi". Il fascicolo civile in oggetto (239 del 1950) è la causa civile di primo grado avviata dal Torino contro la compagnia aerea Ali (con richiesta risarcimento). O meglio, quel che rimane, della causa civile… Nell’atto di citazione del 12 gennaio 1950 da parte del Torino gli avvocati del club granata richiedono ai giudici (copiamo dalla documentazione visionata, citiamo testualmente): "Si chiede che venga ordinata l’acquisizione al processo (civile, ndr) degli atti del procedimento penale svoltosi presso il Tribunale di Torino, e conclusosi con recente sentenza dell’Ufficio istruzione, nonché degli atti dell’inchiesta amministrativa svoltasi a cura del Ministero della Difesa" (a cui all’epoca faceva ancora a capo l’aviazione civile). Nel fascicolo visionabile seguendo le modalità di accesso e consultazione presso l’archivio di Stato di Torino in via Piave, compare altra documentazione (le fasi iniziali del procedimento civile di primo grado, tra cui alcune repliche delle parti), sino al verbale del 5 giugno 1950, in cui si legge: il giudice istruttore, Alessandro Galante Garrone (figura meravigliosa della nostra Italia libera e democratica, magistrato, partigiano, storico, giustamente considerato uno dei padri fondatori della nostra Repubblica), "rimette le parti all’udienza del 30 giugno 1950" per la discussione della causa. Ma, dopo questo verbale del 5 giugno, non compaiono altri documenti nel fascicolo. Come si può vedere nelle foto, i fogli protocollo successivi risultano mancanti in quanto (incredibilmente!) tagliati con forbici o con un temperino. E tagliati neanche con particolare… cura. Né risulta nel fascicolo altra documentazione allegata. Incredibile, sì. Qualcuno (chissà quando, chissà perché, chissà quanti decenni fa e chissà dove) tagliò e portò via tutta la documentazione successiva a quel verbale del 5 giugno 1950. Nello scorso novembre, subito dopo la nostra consultazione nell’Archivio di via Piave e la nostra segnalazione dello stato del fascicolo (“vittima” del tempo e dell’usura in alcune parti, ma soprattutto palesemente incompleto, come detto), lo stesso fascicolo fu immediatamente mandato in restauro: così ci fu contestualmente comunicato, in quel giorno di novembre (il 19). In ogni caso, il fascicolo 239/1950 del Tribunale civile di Torino è da tempo nuovamente consultabile, dopo l’opportuno intervento dei restauratori. Siamo tornati in via Piave per visionarlo lo scorso 11 aprile: e continuano ovviamente a notarsi le numerose pagine tagliate, mancanti. Né sono comparsi nuovi documenti allegati. Mancano quantomeno il verbale dell’udienza del 30 giugno 1950 e l’originale della sentenza. Come già detto, il fascicolo del procedimento penale risulta effettivamente trasferito alla prima sezione della Corte d’Appello civile in data 8 novembre 1950, come da registro della cancelleria del giudice istruttore penale. E anche questa annotazione ci permette di pensare che il fascicolo penale relativo a Superga (accertamento delle responsabilità della tragedia) abbia, come da richiesta degli avvocati di parte (del Torino) e come da prassi giuridica, seguito il processo civile, in forma di allegato, da una certa fase in poi. Fino a quel ritorno (riconsegna) nella medesima cancelleria del giudice istruttore penale del Tribunale di Torino, cioè dov’era prima, come da indicazione presente nel registro della cancelleria del Giudice istruttore penale in data 24 ottobre 1952: riconsegnato a Torino, ohibò!, circa 5 mesi prima che la Cassazione di Roma sentenziasse. Una stranezza pure questa, sino a prova contraria, anche alla luce delle vane richieste di delucidazioni che abbiamo effettuato presso il Tribunale penale di Torino. Insomma, pare proprio sparito misteriosamente nel nulla, quel fascicolo penale! A seguito di altri nostri quesiti, dalla direzione dell’Archivio di Stato ricevevamo una nuova email lo scorso 7 aprile: "Le ricerche svolte sul procedimento penale a partire dall’iscrizione della notizia di reato nel registro generale della Procura non potevano essere estese al fascicolo civile, poiché il Tribunale non ha fornito a questo Istituto i registri generali corrispondenti ai procedimenti civili; tuttavia, l’annotazione presente sul fascicolo di 239/1950 ha p ermesso di reperire il fascicolo d’appello, conservato in Sezioni Riunite, Corte d'appello di Torino, Versamento 1992, Civile, Fascicoli civili, mazzo 181, RG 1077/1950 con la relativa sentenza conservata in Sezioni Riunite, Corte d'appello di Torino, Versamento 1992, Civile, Sentenze civili, vol. 468, sentenza n. 63. Quanto indicato è liberamente consultabile". Consultazione che ovviamente abbiamo subito effettuato (11 aprile), non appena possibile come da comunicazione/convocazione da parte dell’Archivio. Ordunque, alla fine è almeno comparso il fascicolo originale integrale della sentenza di appello (secondo grado di giudizio, causa civile avviata dal Torino per il risarcimento danni).

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Domani nuove rivelazioni

Al termine delle pagine manoscritte con la sentenza di secondo grado, compare anche un ulteriore foglio singolo (due facciate): il mero estratto della sentenza della Cassazione del 9 marzo 1953 con la quale viene rigettato l’ultimo ricorso presentato dal Torino. Ma il procedimento penale? Dove diavolo è finito il procedimento penale? E così si torna al punto di partenza: quello che finora abbiamo saputo in tutti questi decenni sulle presunte cause dell’incidente, oltre alla ricostruzione emersa dal dibattito in Parlamento (come da atti parlamentari consultabili), proviene più che altro dalle informative del ministero della Difesa e dell’Aeronautica apparse sui quotidiani dell’epoca (resoconti incompleti, per forza di cosa, e spesso caratterizzati da errori anche marchiani), nonché dalla causa civile intentata dal Torino negli Anni 50 contro la compagnia aerea. Però non è finita qui: domani una nuova puntata. E nuove rivelazioni.

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TORINO - Tragedia di Superga, presunte cause e procedimenti giudiziari: dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti agli approfondimenti pubblicati su Tuttosport un anno fa, il 25 e il 26 aprile del 2024. A quelle scoperte in sequenza, anche clamorose. In primo luogo, il fatto che, appena 25 giorni prima di Superga, fosse caduto un altro Fiat G.212, lo stesso modello di aereo di quello precipitato il 4 maggio 1949 con a bordo il Grande Torino. Era il 9 aprile, cadde a Roma ed era un aereo ad uso militare: un morto. Il breve resoconto giornalistico pubblicato il giorno dopo su un quotidiano italiano parlò di problemi di controllo dell’aereo da parte del pilota. Già nel 1948, a luglio, era caduto un G.212 (uso civile, trasporto passeggeri), in Belgio: 8 morti. Non è conosciuto con certezza il numero preciso di quanti aerei G.212 trimotori furono prodotti dagli stabilimenti della Fiat Aviazione tra il 1946 (il primo prototipo volò nel gennaio ’47) e gli Anni 50. Più fonti accreditate tendono a sottolineare un dato: 19 aerei. Velivoli utilizzati sia per il trasporto civile di passeggeri (compagnia italiana Avio Linee e compagnie straniere arabe ed egiziane, successivamente) sia dalla nostra Aeronautica Militare.

Misteri anche in parlamento

Di certo quell’aereo, il G.212, ebbe una vita non fortunata. Di quella ventina di velivoli prodotti in pochi anni, ben 8 (civili e militari) subirono drammatici incidenti tra il 1948 e il 1954: 40 morti, più feriti gravi e gravissimi. Irrecuperabili gli aerei, distrutti o danneggiati in modo irreparabile. Incidenti emersi per ragioni anche molto differenti tra loro. Dobbiamo comunque tener presente anche la realtà dell’epoca. Di un’Italia ancora devastata dalla tragedia della guerra, terminata appena 4 anni prima. La povertà imperante, la ricostruzione lunga e difficile: anche dell’aviazione, da far rinascere tra mille difficoltà e limiti. La dotazione di velivoli del nostro Paese, militari e civili, era globalmente e tecnologicamente molto arretrata rispetto a quelle di altre nazioni europee e degli Stati Uniti. Nel 1949 in Italia si verificarono 34 incidenti aerei tra Aeronautica Militare, operatori nazionali di trasporto civile (come l’Avio Linee Italiane, emanazione della Fiat) e voli privati. Le vittime furono complessivamente 53, di cui 31 nella tragedia di Superga (fonti internazionalmente accreditate: Aviation Safety Network, Usa, e Bureau of Aircraft Accidents Archives, Svizzera). In quegli anni si registravano medie di schianti al suolo e di atterraggi d’emergenza che adesso giudicheremmo terribili, assolutamente inaccettabili. Poi, il giorno dopo, il 26 aprile del 2024, pubblicammo altre due pagine di approfondimento sulla tragedia di Superga. Il titolo? “Inchieste e sentenza: dove sono?”. Già, dove sono finite?, ci chiedevamo. E ce lo domandavamo sconcertati. Dopo la sciagura del 4 maggio, furono avviate tre inchieste. Un’inchiesta militare, che valutò gli aspetti legati all’assistenza tecnica del volo; un’inchiesta civile condotta dal Registro Aeronautico Italiano, che prese in esame e non rilevò la presenza di avarie, malfunzionamenti o problemi strutturali del velivolo; e un’inchiesta della Magistratura (procedimento penale aperto d’ufficio subito dopo la tragedia), volta a stabilire eventuali responsabilità nel disastro aereo contemplate dagli articoli 449 (delitti colposi di danno) e 589 (omicidio colposo) del Codice Penale. Introvabili quelle inchieste, nelle sedi istituzionali. Gli esiti dell’inchiesta militare e di quella civile diedero anche vita a una relazione ministeriale i cui esiti furono presentati al Senato dal ministro della Difesa Pacciardi durante due interrogazioni parlamentari, nel corso del 1949. Tuttavia viene da credere che tale relazione non sia mai stata depositata presso la presidenza del Senato. Ancora nel novembre del 1949 il senatore Bisori presentò un’ultima interrogazione al ministro nella quale ribadiva l’importanza per ogni parlamentare di avere a disposizione i risultati dell’inchiesta. Ma la relazione ministeriale sembra svanita del vuoto: com’è possibile? Introvabili le inchieste, introvabile la relazione ministeriale, introvabili le perizie, introvabile persino il procedimento penale con la sentenza del giudice istruttore! Documenti introvabili, fino a prova contraria, negli Archivi della Camera dei Deputati e del Senato, oltreché negli Archivi di Stato di Roma e Torino. E pure in altri archivi istituzionali o dei Tribunali, in alternativa.

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