Udinese, tradizione e trazione argentina: tocca a Giannetti

Da Pentrelli negli Anni 50 a Balbo e Sensini, poi De Paul e infine gli attuali Perez, Payero e Pereyra
Udinese, tradizione e trazione argentina: tocca a Giannetti

Sta nascendo una Udinese sempre più a tinte albiceleste. Il Friuli si conferma, infatti, habitat e trampolino di lancio ideale per i talenti argentini, che in bianconero hanno sempre fatto faville. Una lunga tradizione inaugurata con Luis Pentrelli alla fine degli anni Cinquanta e che ha toccato l’apice con i vari Nestor Sensini, Abel Balbo e Pampa Sosa negli anni Novanta. Tutti approdati in Serie A da semi-sconosciuti e consacratesi ai massimi livelli. Senza dimenticare quel Rodrigo De Paul, che rappresenta la plusvalenza più importante realizzata dai Pozzo negli ultimi anni grazie alla cessione all’Atletico Madrid nell’estate 2021 per ben 35 milioni di euro. La toppa friulana è stata determinante per il Campione del Mondo 2022, che era arrivato da Valencia come esterno destro offensivo; mentre grazie al lavoro effettuato con Tudor e Gotti ha svoltato, diventando un tuttocampista tra i più forti al mondo e senza scordarsi nemmeno del “Galgo” Nahuel Molina Lucero, scuola Boca Juniors, due anni a Udine e il Mondiale vinto in Qatar. Insomma, a Udine gli argentini si trovano a casa e danno il meglio. Tanto che un altro è in arrivo alla corte di Cioffi.

L'arrivo di Giannetti

Il club bianconero, infatti, sta chiudendo l’ingaggio del centrale Lautaro Giannetti, classe 1993 fresco di risoluzione con il Velez Sarsfield. Pronto un contratto fino al 2026 per puntellare con un marcatore ruvido e roccioso la retroguardia, che già vanta nel connazionale Nehuen Perez una delle colonne. Tanto da aver già attirato le attenzioni di Fiorentina e Milan per la prossima stagione. Occhio poi a due punti fermi della mediana friulana come Martin Payero e Roberto Pereyra. L’ex Boca Juniors si è imposto alla distanza, diventando un titolare nelle ultime settimane. Prestazioni brillanti culminate nella prova da urlo contro il Bologna, in cui ha realizzato il suo primo gol in Serie A. La crescita del classe 1998 ha spinto fuori dall’undici titolare un talento del livello di Lazar Samardzic...

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L'impotanza di Payero e Pereyra

Basterebbe questo per sottolineare come Payero stia facendo qualcosa di speciale. Dovesse continuare così, inizieranno a riecheggiare le sirene di mercato. Quelle che per anni hanno risuonato intorno al Tucu, rimasto però a piedi sul più bello. Una sorta di gioco dell’oca in salsa calcistica quello vissuto l’estate scorsa da Pereyra. L’argentino, infatti, aveva scelto di non rinnovare e lasciare la società dei Pozzo per tentare a 32 anni l’ultima grande avventura della carriera in una big. L’Inter prima e poi Fiorentina e Lazio ci avevano fatto un pensierino, ma senza affondare realmente il colpo. Le uniche offerte concrete per l’ex Juve erano arrivate dal Besiktas e dal Santos, ma per motivi familiari il trequartista non se l’è sentita di lasciare l’Italia, dove la moglie e i tre figli hanno messo radici. E così a settembre ha vestito i panni del figliol prodigo tornando all’ovile friulano. La scelta più giusta per tutti. Il Tucu all’Udinese fa la differenza e resta un punto di riferimento per compagni e tifosi; mentre la squadra bianconera col suo ritorno ha ritrovato geometrie in fase offensiva e soprattutto un elemento micidiale in zona-gol. Inserimenti ficcanti che gli sono già valsi 3 gol e 3 assist, nonostante abbia saltato il primo mese di campionato. Con Pereyra in campo la squadra ha avuto, infatti, un rendimento da metà classifica. Ecco perché Cioffi può guardare con serenità al futuro, nonostante il vantaggio sul terzultimo posto sia solamente di 3 punti. L’Udinese dal sangue argentino ha la garra giusta per centrare senza troppi patemi la permanenza nella massima serie.

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Sta nascendo una Udinese sempre più a tinte albiceleste. Il Friuli si conferma, infatti, habitat e trampolino di lancio ideale per i talenti argentini, che in bianconero hanno sempre fatto faville. Una lunga tradizione inaugurata con Luis Pentrelli alla fine degli anni Cinquanta e che ha toccato l’apice con i vari Nestor Sensini, Abel Balbo e Pampa Sosa negli anni Novanta. Tutti approdati in Serie A da semi-sconosciuti e consacratesi ai massimi livelli. Senza dimenticare quel Rodrigo De Paul, che rappresenta la plusvalenza più importante realizzata dai Pozzo negli ultimi anni grazie alla cessione all’Atletico Madrid nell’estate 2021 per ben 35 milioni di euro. La toppa friulana è stata determinante per il Campione del Mondo 2022, che era arrivato da Valencia come esterno destro offensivo; mentre grazie al lavoro effettuato con Tudor e Gotti ha svoltato, diventando un tuttocampista tra i più forti al mondo e senza scordarsi nemmeno del “Galgo” Nahuel Molina Lucero, scuola Boca Juniors, due anni a Udine e il Mondiale vinto in Qatar. Insomma, a Udine gli argentini si trovano a casa e danno il meglio. Tanto che un altro è in arrivo alla corte di Cioffi.

L'arrivo di Giannetti

Il club bianconero, infatti, sta chiudendo l’ingaggio del centrale Lautaro Giannetti, classe 1993 fresco di risoluzione con il Velez Sarsfield. Pronto un contratto fino al 2026 per puntellare con un marcatore ruvido e roccioso la retroguardia, che già vanta nel connazionale Nehuen Perez una delle colonne. Tanto da aver già attirato le attenzioni di Fiorentina e Milan per la prossima stagione. Occhio poi a due punti fermi della mediana friulana come Martin Payero e Roberto Pereyra. L’ex Boca Juniors si è imposto alla distanza, diventando un titolare nelle ultime settimane. Prestazioni brillanti culminate nella prova da urlo contro il Bologna, in cui ha realizzato il suo primo gol in Serie A. La crescita del classe 1998 ha spinto fuori dall’undici titolare un talento del livello di Lazar Samardzic...

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