Bijol: "La Serie A è la mia università. Ho fatto come Sinner..."

Intervista al difensore sloveno dell'Udinese: "Quest’anno mi manca un gol: magari da qui a fine stagione arriva... Lunedì con l'Inter per noi è fondamentale"
Bijol: "La Serie A è la mia università. Ho fatto come Sinner..."© LAPRESSE

MILANO - Bijol, lunedì l’Udinese affronta l’Inter al Bluenergy Stadium. Ricorda che cosa è successo l’ultima volta?

«Beh, come non potrei... Ho fatto gol! E pure molto bello, per giunta in una delle prime partite che ho giocato in Italia... L’anno scorso, alla fine, ne ho fatti tre, l’ultimo contro il Sassuolo, mentre quest’anno ancora mi manca segnare il primo: magari da qui a fine stagione arriva...».

Che Udinese ritroverà l’Inter?

«Affamata».

Là dietro, in effetti, siete ancora tutte lì.

«E ci servono punti per mettere in sicurezza la classifica. A questo punto della stagione non conta l’avversario, ma vincere. E ogni giornata è importantissima. Ci abbiamo provato a Reggio Emilia con il Sassuolo e ci riproveremo con l’Inter: per noi cambia poco perché sappiamo che nel finale di stagione ogni partita può essere un’opportunità per fare i tre punti».

A proposito: come si fermano Lautaro e Thuram?

«Lavorando di squadra, ma non ci sono soltanto loro due: l’Inter quest’anno è la squadra più forte in Italia e gioca molto bene, dovremmo stare tutti sul pezzo. Però sono sicuro che interpreteremo bene questa partita».

Facciamo un gioco: se potesse, chi toglierebbe all’Inter?

«Domanda difficile... Loro sono forti come squadra, impossibile scegliere un giocatore solo».

Si dice che il nostro campionato sia come l’università per un difensore: è d’accordo?

«Completamente: qui, sin dal primo ritiro estivo, ho trovato nuove metodologie. Si fa molta attenzione alla tattica e pure alla parte atletica. In più, con gli analisti e con l’allenatore, viene esaminato a video il lavoro che viene fatto in partita per correggere gli errori. Diciamo che nel calcio italiano un difensore riesce a migliorarsi a tutto tondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bijol: "Tifavo Barcellona, avevo il poster di Messi"

Lei è un uomo mercato: fanno piacere le voci?

«A me interessa soltanto restare concentrato sull’Udinese: abbiamo un finale di stagione importantissimo e bisogna fare le cose al meglio».

Per lei si preannuncia un’estate di lavoro, considerato che la Slovenia si è qualificata agli Europei dove mancava dal 2000...

«Sono passati sei mesi dalla grande festa di popolo a Lubiana ma abbiamo davvero fatto qualcosa di storico. Però quello è il passato e in Germania vogliamo andare per fare bene, non per essere delle comparse, perché la nostra è una buona squadra con tanti giocatori forti».

Ha sempre giocato solo a calcio oppure ha fatto altri sport?

«Sciavo, proprio come Sinner (ride, ndr). Poi, quando c’è stato da prendere una decisione, ho scelto il calcio e da lì ho iniziato a lavorare per diventare un professionista. E oggi sono qui».

Da ragazzino di chi aveva il poster in camera?

«Ero un tifoso del Barcellona, quindi Messi».

Beh, non esattamente un difensore...

«Ma neanche io, fino a tre anni fa ero un difensore... Giocavo infatti in mezzo al campo, come play: proteggevo i centrali e smistavo i palloni. Poi in Russia, al Cska Mosca, Aleksej Berezuckij mi convinse a retrocedere il mio raggio d’azione perché era convinto che lì potessi far valere la mia fisicità e il senso della posizione, avendo in più piedi da centrocampista per impostare l’azione. Abbiamo provato ed è andata bene».

L’ha subito convinta?

«Beh, dietro si corre e fatica meno, anche se i primi due anni è stato un po’ difficile cambiare il modo di muovermi in campo. Tra l’altro non ho cercato di seguire un modello particolare da imitare, ho pensato soltanto a calarmi nel ruolo per bene, sfruttando le mie caratteristiche».

Qual è l’attaccante più forte che ha marcato?

«Difficile dirlo perché in Italia trovi di fronte giocatori che hanno sempre qualità diverse. Se però devo proprio sceglierne uno, direi Osimhen: è veloce, ha fisico e poi svaria su tutto il fronte d’attacco per aiutare la squadra. Affrontarlo è sempre un problema perché non ti lascia mai respirare».

Come si prepara per affrontarli?

«Guardando i loro video perché bisogna conoscere bene le caratteristiche di un attaccante per riuscire a limitarlo in campo: spesso devi anche leggere prima quello che potrà fare, altrimenti basta una frazione di secondo e ti frega».

Lunedì con l’Inter lo stadio sarà pieno, quanto è grande la voglia di regalare una soddisfazione ai vostri tifosi?

«Loro ci danno tanta energia e vanno ripagati. Lo dicevo già prima: questi, per noi, sono tre punti importantissimi».

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MILANO - Bijol, lunedì l’Udinese affronta l’Inter al Bluenergy Stadium. Ricorda che cosa è successo l’ultima volta?

«Beh, come non potrei... Ho fatto gol! E pure molto bello, per giunta in una delle prime partite che ho giocato in Italia... L’anno scorso, alla fine, ne ho fatti tre, l’ultimo contro il Sassuolo, mentre quest’anno ancora mi manca segnare il primo: magari da qui a fine stagione arriva...».

Che Udinese ritroverà l’Inter?

«Affamata».

Là dietro, in effetti, siete ancora tutte lì.

«E ci servono punti per mettere in sicurezza la classifica. A questo punto della stagione non conta l’avversario, ma vincere. E ogni giornata è importantissima. Ci abbiamo provato a Reggio Emilia con il Sassuolo e ci riproveremo con l’Inter: per noi cambia poco perché sappiamo che nel finale di stagione ogni partita può essere un’opportunità per fare i tre punti».

A proposito: come si fermano Lautaro e Thuram?

«Lavorando di squadra, ma non ci sono soltanto loro due: l’Inter quest’anno è la squadra più forte in Italia e gioca molto bene, dovremmo stare tutti sul pezzo. Però sono sicuro che interpreteremo bene questa partita».

Facciamo un gioco: se potesse, chi toglierebbe all’Inter?

«Domanda difficile... Loro sono forti come squadra, impossibile scegliere un giocatore solo».

Si dice che il nostro campionato sia come l’università per un difensore: è d’accordo?

«Completamente: qui, sin dal primo ritiro estivo, ho trovato nuove metodologie. Si fa molta attenzione alla tattica e pure alla parte atletica. In più, con gli analisti e con l’allenatore, viene esaminato a video il lavoro che viene fatto in partita per correggere gli errori. Diciamo che nel calcio italiano un difensore riesce a migliorarsi a tutto tondo».

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