Tutino a Cosenza: certi amori non finiscono

L'attaccante è tornato nella squadra che lo lanciò con l'obiettivo di riportarsi ad alti livelli. Col suo arrivo, i calabresi possono progettare tutto un altro mercato e tutta un'altra stagione, provando a inseguire una salvezza tranquilla
Tutino a Cosenza: certi amori non finiscono© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”. Inevitabile fare ricorso agli imperituri versi di Antonello Venditti per parlare del ritorno al Cosenza di Gennaro Tutino, 27 anni il 20 agosto. Tuttosport ci aveva sempre creduto, fin da subito, quando tanti reputavano il suo ritorno in Calabria una sorta di sogno irrealizzabile. In realtà, quando alla fine della scorsa stagione Tutino fece una visita a Cosenza per salutare vecchi amici (ma anche per incontrare la società), già si posero le basi per rivederlo in maglia rossoblù. La situazione era chiara: al Parma per lui non c’era più spazio, nonostante il grosso investimento fatto dagli emiliani nell’estate del 2021 (circa 5 milioni complessivi). A gennaio, il passaggio in prestito al Palermo non aveva portato al riscatto sperato, si sperava di rivedere il bomber che nel 2020/21 a suon di gol aveva portato in A la Salernitana. Così, nonostante l’operazione non fosse semplice per il club di Guarascio, anche per il Parma, interessato a rivalutare il suo cartellino, non restava che l’opzione Cosenza, cioè il ritorno a casa di Tutino. Riavvolgiamo il nastro e scopriamo che Gennaro ha fatto la storia recente dei lupi silani. Giunse la prima volta al Cosenza il 17 luglio 2017, doveva ancora compiere 21 anni. Al’epoca, era un promettente attaccante sfornato dal vivaio del Napoli, in precedenza già dato in prestito, nonostante la giovane età, a Vicenza, Gubbio, Avellino, Bari e Carrarese. Un girovagare per l’Italia in cui Tutino ha poca fortuna, anche perché deve fare i conti con un paio d’infortuni seri. Finché non arriva a Cosenza, ed è la consacrazione. Nel 2017/18 i lupi silani fanno un’impresa ancora ineguagliata: vincere i playoff-mattanza della Serie C partendo dal primo turno, tornando in quella B che al San Vito-Marulla mancava da 15 anni. Tutino in quella stagione chiude a 12 reti, 4 le fa nei playoff, in avanti giostra con un certo Okereke, è una bellezza vederli insieme. La stagione successiva, il Napoli rinnova il prestito col Cosenza e arriva la salvezza in B, anche grazie alle 10 reti di Tutino. A questo punto, Gennaro diventa una punta che va testata in A e il Napoli lo gira al Verona. Esperienza sfortunata (6 presenze, zero gol), a gennaio 2020 torna in B all’Empoli, dove va un po’ meglio (16 gare, 3 gol). In estate approda alla Salernitana, mossa azzeccata: Tutino sale in A coi campani, mette a segno 13 reti in 38 gare. Sembra la svolta della sua definitiva consacrazione e invece no. Quella Salernitana che vive i giorni difficili della vendita obbligatoria del club da parte di Lotito, non ha i soldi per comprarlo dal Napoli. Il Parma invece, appena retrocesso, ce li ha e lo arruola per lo squadrone che nel 2021/22 in teoria dovrebbe dominare la B. Ma quell’anno, tutto il Parma è un flop clamoroso e anche Tutino ne risente. Nella successiva stagione, con l’avvento di Pecchia, Gennaro scende nelle gerarchie, inevitabile l’approdo a gennaio in prestito al Palermo (18 gare, 3 gol). Fino al 21 luglio scorso, quando Tutino torna a Cosenza in prestito dal Parma per la gioia di tutto il clan silano. Concretizzatosi questo affare, tutto il mercato del club di Guarascio assume un altro volto: ora potrebbe seguirlo un altro nome importante per la B come Improta, già a Benevento col tecnico Caserta. Ma si parla anche di La Mantia e Di Carmine, tutti nomi che non era semplice immaginare a Cosenza fino a ieri. A inizio estate il presidente Guarascio, parlando del prossimo Cosenza, annunciava una squadra che potesse fare almeno una stagione tranquilla, lontana dalle solite avventurose salvezze che il Cosenza ha ottenuto negli ultimi anni (vincendo gli ultimi due playout). Con il ritorno di Tutino, i rossoblù potrebbero essere sulla strada giusta, presto al San Vito-Marulla potrebbe tirare un’aria tutta nuova.

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