Tutino, che rinascita a Cosenza

L'attaccante, in prestito dal Parma, con la tripletta segnata sabato scorso al Venezia è tornato sui livelli di quando coi suoi gol la Salernitana conquistava la A, categoria che meriterebbe di giocare
Tutino, che rinascita a Cosenza© LAPRESSE

TORINO -  La più rilevante sorpresa della 21ª giornata di Serie B è stata il trionfo del Cosenza sul Venezia, coi calabresi capaci di portarsi sul 3-0 dopo appena 21’ e alla fine di chiudere la partita con un ineccepibile 4-2. E’ stata la miglior prova stagionale del Cosenza (ma senza dimenticarsi di quanto fu bella e meritata la vittoria di Palermo) e dopo una partita così convincente viene da pensare che sì, non si sbagliava quando si diceva a inizio stagione che questa squadra poteva ambire a qualcosa di più della solita salvezza sofferta che ha caratterizzato le precedenti annate in B dei lupi silani. A Cosenza, tutto, nel bene e nel male, gira attorno alla vena di Gennaro Tutino, autore di una tripletta da cineteca contro il Venezia, attaccante che a 27 anni ha raccolto meno di quanto i suoi mezzi lasciavano presagire a inizio carriera.

Il miglior Tutino resta quello che segnò 13 gol nella Salernitana che nel 2021 a sorpresa salì in A con Fabrizio Castori in panchina. Gennaro quell’anno costituì una coppia formidabile col gigante Djuric e si produsse nella miglior annate della carriera perché aveva trovato un allenatore che lo metteva nelle condizioni ideali per esprimersi. In seguito, a Tutino non è girata proprio bene. Meritava di fare la A coi campani ma nell’estate del 2021 la Salernitana viveva in quello strano limbo dettato dall’obbligo di Lotito di disfarsi del club, essendo già proprietario della Lazio. Così non c’era la pilla per comprarlo dal Napoli e alla fine sbucò il Parma di Krause, appena retrocesso in B, coi denari per aggiudicarselo. Salvo poi non metterlo nelle condizioni per esprimersi al meglio. Nell’anno e mezzo trascorso in Emilia, Tutino finiva per immalinconirsi, con allenatori che troppo spesso lo schieravano fuori posizione, troppo lontano dalla porta. E poi forse, nella testa di Gennaro pesava quella A conquistata sul campo e che avrebbe assolutamente meritato di giocare. Al mercato di gennaio di un anno fa, il Parma lo dirottava in prestito al Palermo. E anche qui, Tutino non trovava terra fertile ma una annata complicata, chiusa coi rosanero che perdevano il piazzamento playoff all’ultima giornata, fra mille polemiche.

Dunque, per tornare grande, a Tutino non restava che rientrare a Cosenza, praticamente a casa sua, la piazza dove l’aveva mandato il Napoli da ragazzo e a cui si era sempre sentito legato. Furono i suoi gol a riportare il Cosenza in B nel 2018, Tutino fu protagonista anche nella successiva salvezza. Praticamente il giorno dopo la fine della passata stagione, Tutino era già a Cosenza, ufficialmente a salutare vecchi amici, di fatto a mettere le basi per il ritorno di quella che è diventata la sua patria, anche se è napoletano. Un affare che conveniva anche al Parma: Krause lo pagò complessivamente intorno ai 5 milioni e ora, dopo gli 8 gol messi a segno in questa stagione per una squadra che non compete per la A come gli emiliani, il Parma si ritroverà una punta che potrà aver non poco mercato a giugno (ma in caso di A degli emiliani, non sarebbe una brutta idea fargliela giocare). Ma il Tutino visto contro il Venezia -senza dubbio la sua miglior partita in carriera - ci sembra il più forte di sempre: non solo perché si sente a casa ma perché è diventato a tutti gli effetti l’uomo squadra, prima non poteva vestire i panni del leader.

Ma il ritorno di Tutino a Cosenza è stato determinante per le sorti dei calabresi anche sul mercato: elementi da alta B come Forte e Canotto avrebbero accettato di giocare a Cosenza se prima di loro non fosse approdato Tutino? Di sicuro, fino all’estate scorsa, a Cosenza giravano tutt’altri nomi. Ma il trionfo sul Venezia va ricordato anche per gli applausi finali riservati all’allenatore Fabio Caserta, la cui panchina era in discussione già a fine 2023. Contro il Venezia, Caserta si giocava molto, forse tutto. Non è mai semplice fare il giochista quando la classifica piange. Ma Caserta l’ha affrontata con un undici iniziale, schierato col consueto 4-2-3-1, in cui i 4 giocatori offensivi erano Mazzocchi, Tutino, Marras (autore dell’altro gol, e che gol) e Forte. Non c’è squadra in B con un assetto così offensivo. E vedere quattro giocatori italiani in avanti, è qualcosa che accadeva soltanto anni fa. Grazie Cosenza, anche per questo.

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