Palermo, due o tre cose che so di Silvio Baldini

Sanguigno, verace, sincero: il grande calcio non soltanto ritrova un tecnico di valore assoluto, capace di riportare il Palermo in B con l'exploit che ha fatto impazzire il popolo rosanero. Baldini incarna la passione più genuina, la stessa  che l'indusse ad allenare gratis la Carrarese e ad accettare la sfida siciliana, mosso dalla fede di vincerla
Palermo, due o tre cose che so di Silvio Baldini© www.imagephotoagency.it

Quando ho visto Baldini pazzo di gioia, nella notte che Palermo non dimenticherà mai, istintivamente ho ripensato a un giorno lontano nel tempo, con l'impressione che fosse soltanto il giorno prima. Accadde vent'anni fa: Silvio cavalcava la sua prima cresta dell'onda, stava portando l'Empoli in Serie A, io dirigevo il Corriere dello Sport-Stadio. Non ci conoscevamo di persona, avremmo scoperto in seguito quanto la stima fosse reciproca. Bastò una telefonata: "Ciao, Direttore. Sono Baldini. Verresti con me a parlare di calcio nel carcere di Massa?". Andammo e trascorremmo alcune ore a parlare di calcio e di vita con i detenuti: fu un'esperienza profonda, ricca di umanità.

I soldi e i sogni

Per questo, non mi stupisce ascoltare Baldini che dice: "L'ottanta per cento degli allenatori pensa al risultato e all'ingaggio, ma valgono molto di più le emozioni". E ancora: "A Palermo sono partito dalla speranza, se non hai fede è inutile". D'altra parte, dicono che se la fede muove le montagne, la passione le spinge. E che cosa, se non la passione, aveva indotto Baldini ad allenare gratis la Carrarese dopo sei anni senza una panchina? Sono andato a rileggermi le dichiarazioni che Silvio rilasciò a Vanity Fair e, di nuovo, nelle mente sono ritornate le parole e i discorsi di quel giorno nel carcere di Massa: "Non ci potevo più stare dentro il sistema. A Empoli stavo bene, volevano farmi un contratto di cento milioni per cinque anni. All'epoca mi cercavano anche la Fiorentina e il Napoli. Arriva Zamparini e mi offre due miliardi all'anno per tre anni per andare al Palermo. Penso ai tre figli, mia moglie spinge e accetto. Un errore madornale, la scelta dei soldi. Finisce il feeling con i sogni., Tradisco me stesso".

Di notte allo stadio

Baldini è sempre diretto, sempre sincero. Dice sempre ciò che pensa pensando a ciò che dice, anche a costo di baruffare in tv, com'è accaduto ieri sera su Sky dove, a proposito del calcio ha sbottato: "Me ne frega zero, è un mondo di ipocriti, frequentato da personaggi che cercano solamente di guadagnare soldi". Spiegò al tempo di Carrara: "Perché ho allenato gratis, zero assoluto, neanche un rimborso spese? Perchè con la scelta di Palermo finì tutto: Zamparini, ricco a palate, si sentiva onnipotente, metteva bocca sulla formazione. Lo insulto. MI esonera. Mi mandano ad allenare il Parma, ma la mia storia di allenatore era finita. Avevo capito che dovevo mettermi da parte. Come campavo? Me la cavavo con i risparmi e i 2.400 euro di pensione. I soldi sono il diavolo. Avevo ceduto l'anima. Il giorno che porto la Carrarese in B non sto allo stadio con gli altri. Di notte è ancora più bello".

In 150mila

Non mi meraviglierei se una di queste notti, dopo la promozione, Silvio sia andato al Barbera per vedere l'effetto che fa, per gustarsi in silenzio, nello stadio vuoto, l'impresa che ha fatto impazzire una città intera e chissà quanti palermitani sparsi nel mondo. A Mondello si è tuffato in mare con Dario Mirri, il presidente, un altro che ha sempre avuto fede. Come i tifosi. "In quattro partite dei playoff sono venuti a vedercin in 150 mila. Centocinquantamila". E scalda il cuore ascoltare Baldini che scandisce: "I tifosi sono il primo patrimonio di ogni società. Il primo". O quando parla di Mirri: "Il presidente è una bravissima persona. Ha vissuto la promozione da tifoso, si è buttato in mare in mezzo ai giocatori e ai tifosi. Ha un famiglia bellissima e non mi ha mai fatto sentire uno che va a casa dal presidente". La famiglia, caposaldo assoluto di Baldini. Ha comprato casa a Palermo perché i suoi figli "sanno dove dovranno spargere le sue ceneri". Una dichiarazione d'amore a una città che l'ha conquistato e che da lui è stata conquistata. No, non sei un pazzo, Silvio. Ha scritto Erasmo da Rotterdam, nell'Elogio della follia: "Chi non risparmia le sue critiche a nessun genere di uomini, dimostra di non avercela con nessun uomo, ma di detestare tutti i vizi". Appunto.

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