Pecchia e Parma, marcia trionfale verso la Serie A

L’ex vice di Benitez ha fatto decollare un gruppo che prima di lui stentava, nonostante tanti big

Domenica sera, con la mancata vittoria del Venezia sul Modena nel posticipo, il Parma ha raggiunto il distacco massimo in stagione sul terzo posto, 9 punti, il dato che più conta quando si è in vetta e si cerca di capire quanto la promozione diretta - riservata alle prime due classificate - sia in tasca. Magari, con 13 turni ancora da disputare, dire che il Parma di Pecchia è già in A, può sembrare eccessivo. Ma tutti gli indicatori dicono che probabilmente nessuno riuscirà a impensierire il cammino della capolista, andata in testa fin dalla prima giornata, una superiorità mai messa in discussione, ora certificata da un vantaggio probabilmente incolmabile. E viene da sorridere a ripensare allo scorso giugno, quando questa formidabile annata degli emiliani rischiava di non cominciare neanche.

Basi poste lo scorso anno

Il Parma, nonostante la A persa in semifinale playoff dal Cagliari, non aveva dubbi sulla conferma di Pecchia in panchina ed era pronta ad allungargli il contratto. Pecchia invece, prima prendeva tempo, poi arrivava a pensare di lasciare - pur non avendo un’altra panchina pronta - perché probabilmente non aveva ancora metabolizzato la gara d’andata col Cagliari nei playoff, con il Parma avanti 0-2 all’intervallo e ribaltato 3-2 a fine gara. Per un paio di giorni, in società c’era una grossa preoccupazione, si faticava a capire i dubbi di Pecchia. Poi, dopo essere stato rincuorato e rassicurato, arrivava il suo sì (e relativo prolungamento del contratto). Da lì, è stata tutta in discesa, o quasi. Pecchia aveva fatto già un lavoro egregio nella scorsa annata, quando aveva posto le basi per la stagione attuale. Non era stata fallimentare la scorsa annata perché l’ex allievo di Benitez aveva ereditato, dalla stagione 2021/22, una squadra che aveva profondamente deluso con Maresca prima e Iachini poi: era considerata la più forte della B ma per tutto il campionato non era mai riuscita a lottare nemmeno per un posto ai playoff. In sintesi, si può dire che Pecchia il primo anno ha spalato le macerie che gli avevano lasciato i suoi predecessori.

Il test col Como

E in questa annata è riuscito a tirare fuori il meglio da una squadra che è al terzo anno di fila in B ma che solo in questa stagione è riuscita a mostrare pienamente il suo potenziale. Un dominio della B fondato sull’imbattibilità al Tardini: nello stadio di casa, il Parma non perde da praticamente un anno, 19 partite in tutto, dato che ha aiutato non poco nel ricostruire un rapporto positivo con la tifoseria che era rimasta scottata dalla perdita della A nel 2021 e la successiva stagione flop. I trionfi di questo campionato sono arrivati con una squadra che fa dell’intensità e del controllo del gioco i dati salienti del suo calcio. Che è poi il calcio spumeggiante di Pecchia, non a caso il Parma vanta il miglior attacco di questa B, 48 reti segnate, quasi due a partita. Ciò non toglie che, nonostante il carattere sbarazzino, il Parma abbia una sua solidità e una quadratura di fondo, testimoniata dalle sole tre sconfitte rimediate (contro le 5 di Venezia e Palermo). Insomma, già una settimana fa scrivevamo che questo Parma poteva approcciarsi a marzo con la A già in tasca o quasi. Sabato però, per Pecchia ci sarà un test probante in casa di quel Como che ha fatto faville al mercato di gennaio e che sulla carta dovrebbe essere al livello delle big. Ma se il Parma passa a pieni voti anche questo esame, difficile immaginare chi poi potrà provare a fermare questa fantastica cavalcata. 

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