Reggina: adesso che succede?

Esclusa dalla B ma in attesa dell'ultimo verdetto, la piazza calabrese inizia a pensare all'assai probabile ripartenza dai dilettanti, come ha prospettato Gravina

TORINO - E adesso, che ne sarà della Reggina? Dopo un anno vissuto pericolosamente sotto la guida di Felice Saladini, per gli amaranto siamo alla resa dei conti. Certo, per averne la conferma bisognerà aspettare l’ultimo verdetto, quello del Consiglio di Stato, previsto per il 29 agosto, anche se dovrebbe essere anticipato, vista l’urgenza, di una decina di giorni.

Ma dopo essere stati bocciati da tutti (nell’ordine: Covisoc, Consiglio Federale, Coni e Tar) sullo Stretto alla B non ci si crede più e da giorni si è iniziato a ragionare sulla ripartenza dai dilettanti degli amaranto, con una nuova matricola e una nuova denominazione, come succede in questi casi. I tempi, innanzitutto. Che saranno strettissimi, anticipare il verdetto del Consiglio di Stato sarebbe utile anche al futuro amaranto, non solo alla regolare messa in scena del campionato di B nelle date previste. Perché quando arriverà la più che probabile esclusione dalla categoria, tutto finirà nelle mani del sindaco di Reggio Calabria, Paolo Brunetti: sarà lui che dovrà valutare le eventuali candidature per la ripartenza dai dilettanti. E’ stato lo stesso Brunetti a mettere una pietra tombale sulla possibilità che la Reggina riesca a riacciuffare la B. Ha parlato di colpo mortale inflitto dal Tar che di fatto fa fuori gli amaranto dal professionismo. E presto dunque, dovrebbe toccare a lui, per legge, scegliere chi potrà rifondare la Reggina, valutandone con attenzione la consistenza economica.

Lecco in Serie B, respinto ricorso Reggina

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Reggina, due le opzioni

Due le opzioni: ripartire dalla Serie D, cioè la quarta categoria italiana, scelta che ha i suoi costi (a iniziare dal versamento di 300mila euro solo per iscriversi in sovrannumero), molto più ridotti se si dovesse ripartire dal gradino inferiore, l’Eccellenza calabrese (dove bastano 100mila euro). Reggio Calabria comunque, rimane una piazza molto appetibile, anche per la passione che sa sprigionare. Dunque, al momento opportuno, è assai probabile che arrivino offerte di gruppi solidi e importanti, allettati dalla possibilità di prendere un club senza debiti e con un bacino d’utenza consistente. L’eventualità della ripartenza dai dilettanti è stata accennata anche da Gravina, il numero 1 della Figc, che dopo il Consiglio Federale del 4 agosto ha aperto alla possibilità anzi, l’ha quasi consigliata al clan amaranto. Resta il fatto che la piazza proprio non si meritava una botta simile. Poco più di un anno fa, Felice Saladini veniva accolto come il salvatore della patria. Giovane, calabrese e rampante, disegnava per la Reggina un futuro radioso, con la A da raggiungere in tre anni.

L’arrivo di Pippo Inzaghi, la costruzione di una squadra competitiva che per metà stagione lottava per la A diretta, aveva illuso tutti. Saladini diceva di voler portare un calcio nuovo, fatto anche e soprattutto di etica, di cui sarebbe stato garante Cardona, specchiata figura istituzionale scelto come presidente. Poi sono arrivate le sentenze, tutte convergenti, che hanno raccontato un’altra storia, quella di una società che, come minimo, ha fatto il passo più lungo della gamba, per usare un eufemismo. E ora resta soltanto un club fantasma, coi giocatori che in ritiro devono pagarsi il cibo, mentre in società le figure apicali si sono dimesse tutte (tranne il ds, la bandiera Taibi) e i giocatori aspettano solo di svincolarsi per sistemarsi da un’altra parte mentre oggi potrebbe essere annunciata la messa in mora del club da parte dei calciatori, visto il mancato pagamento della mensilità di giugno e l'impossibilità di potersi normalmente allenare. Insomma, domani era prevista la ripresa delle sedute e invece siamo forse al sciogliete le righe. Un finale di cui tutti, non solo i calorosi tifosi reggini, avrebbero fatto volentieri a meno. E lo urleranno il 9 agosto in una manifestazione allo stadio Granillo. Dove Inzaghi ha confermato la sua presenza. Pippo ha amato visceralmente la piazza amaranto, si sentiva felice a incarnarla, ha già confidato di voler tornare un giorno per completare l’opera. In un futuro non troppo lontano, si spera.

Reggina esclusa: "Tutti uniti"

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TORINO - E adesso, che ne sarà della Reggina? Dopo un anno vissuto pericolosamente sotto la guida di Felice Saladini, per gli amaranto siamo alla resa dei conti. Certo, per averne la conferma bisognerà aspettare l’ultimo verdetto, quello del Consiglio di Stato, previsto per il 29 agosto, anche se dovrebbe essere anticipato, vista l’urgenza, di una decina di giorni.

Ma dopo essere stati bocciati da tutti (nell’ordine: Covisoc, Consiglio Federale, Coni e Tar) sullo Stretto alla B non ci si crede più e da giorni si è iniziato a ragionare sulla ripartenza dai dilettanti degli amaranto, con una nuova matricola e una nuova denominazione, come succede in questi casi. I tempi, innanzitutto. Che saranno strettissimi, anticipare il verdetto del Consiglio di Stato sarebbe utile anche al futuro amaranto, non solo alla regolare messa in scena del campionato di B nelle date previste. Perché quando arriverà la più che probabile esclusione dalla categoria, tutto finirà nelle mani del sindaco di Reggio Calabria, Paolo Brunetti: sarà lui che dovrà valutare le eventuali candidature per la ripartenza dai dilettanti. E’ stato lo stesso Brunetti a mettere una pietra tombale sulla possibilità che la Reggina riesca a riacciuffare la B. Ha parlato di colpo mortale inflitto dal Tar che di fatto fa fuori gli amaranto dal professionismo. E presto dunque, dovrebbe toccare a lui, per legge, scegliere chi potrà rifondare la Reggina, valutandone con attenzione la consistenza economica.

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