Una vera e propria favola sportiva che ha valicato i confini della Serie D. Il Caldiero Terme ha raggiunto un'incredibile ed insperata promozione in Serie C grazie al piazzamento al vertice della classifica del girone B della serie inferiore, staccando addirittura squadre più blasonate come il Piacenza, che si è dovuto accontenare del secondo posto e dei Playoff, a soli tre punti dai protagonisti di questa storica cavalcata. Alla guida tecnica del Caldiero Terme figura il nome di Cristian Soave, allenatore cinquantenne che non fa del calcio la sua unica prerogativa nella vita.

"Non me la sento di lasciare il lavoro di netturbino": i sacrifici di Soave
Il tecnico dei miracoli, che ha condotto il Caldiero Terme in Serie C per la prima volta in assoluto, non vive solo di pallone: lavora infatti come netturbino per l'azienda pubblica dei rifiuti. Sveglia impostata alle 3 del mattino, alle 4 inizia il suo turno da operatore ecologico ed in mattinata è già pronto a spronare i suoi ragazzi sul campo d'allenamento. Nonostante l'accesso ad un campionato più blasonato, non ha assolutamente intenzione di lasciar perdere il suo lavoro, oltremodo importante: "Per quanto mi riguarda, almeno per la prima stagione in C, non me la sento di lasciare il lavoro di netturbino, sto valutando il part time o la richiesta di un'aspettativa. Sono assunto dal 2014, sono padre di tre figli, è sempre stata la mia entrata sicura, la mia sicurezza di vita". Uno spirito di sacrificio invidiabile quello del tecnico veronese, con cui ha plasmato la sua squadra raggiungendo il primato del girone con 77 punti in classifica. Le parole di Soave al Corriere del Veneto ricalcano le difficoltà superate nella storica promozione raggiunta: “I veri favoriti erano altri, club ben più blasonati come il Piacenza, il Desenzano dove gioca anche Paloschi, e poi Pro Palazzo e Arconatese, non certo noi".
"La stella di mia moglie dietro la stagione del Caldiero Terme"
Soave ha speso qualche parola anche sull'importanza della propria famiglia, che ha avuto un ruolo fondamentale nell'impresa realizzata dal tecnico veronese, rimasto vedovo della moglie quattro anni fa e con tre figli a carico: “Per tutti noi è stata una perdita lacerante, un trauma indicibile, trovare le forze per andare avanti è stato durissimo. Dietro l'incredibile risultato di questa stagione so che c'è stata anche la sua stella. Perfino il mio figlio maggiore, quando abbiamo segnato il gol dell'aritmetico primo posto, mi ha abbracciato e mi ha detto: 'Questa rete l'ha fatta la mamma'". La favola scritta da Soave alla guida del Caldiero Terme, porta inevitabilmente anche la firma della sua stella.