Superlega, i club di Premier ci sono: "Incontri ufficiosi" con Reichart

Il Ceo di A22 conferma i contatti: "In Inghilterra ancora troppe idee sbagliate, parliamo in maniera ufficiosa così da allentare la pressione"

TORINO - Fu la prima linea a cedere nella convulsa notte tra il 18 e il 19 aprile 2021, quella in cui Andrea Agnelli annunciò l’intenzione di varare la mitologica Superlega del calcio europeo. Un’uscita che scatenò la reazione sdegnata e feroce dei tifosi e, di conseguenza, dei Governi che ne cavalcarono strumentalmente la ribellione contro il calcio dei ricchi e i più scatenati furono i fans della “poverissima” Premier League, il torneo con i club gestiti notoriamente dalle dame di carità che vivono di beneficenza. E siccome si può discutere su qualsiasi cosa, ma non su quanto dalle parti di Londra siano sensibili nel fiutare la direzione che stanno prendendo i danari, ecco che alcuni di quei club hanno deciso di assumere qualche informazione.

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In forma ufficiosa, come ha rivelato Bernd Reichart, l’amministratore delegato di A22, la società che gestisce il progetto: "Tutti stanno cercando di farsi un’idea di cosa potrebbe significare la sentenza della Corte Europea. È un obbligo professionale dei club sapere cosa questo cambiamento nella governance delle competizioni europee potrebbe significare per tutto il movimento. La Superlega è una grande opportunità. Perché non dovremmo tutti assumere una visione neutrale e decidere cosa è meglio per i club, i loro giocatori e i tifosi? Siamo consapevoli che le società di tutta Europa sono immerse in questo processo e cerchiamo di assisterle e aiutarle".

Reichart, che ha parlato all’agenzia di stampa inglese PA Media, ha ribadito la necessità di un approfondito lavoro di controinformazione sul progetto, anche per rimediare ai danni di quella notte: "Nel Regno Unito ci sono ancora tante idee sbagliate che vanno sfatate e bisogna riuscire a spiegarci meglio, ma non è mai stato l’intento di questa iniziativa quello di staccarsi dai club della Premier League e mai lo sarà. Non abbiamo fissato una scadenza e non abbiamo invitato le persone a fare dichiarazioni perché non vogliamo che i club ricevano 'chiamate' dai politici o dalle istituzioni calcistiche Anche per questo non abbiamo chiesto nessuna dichiarazione da parte dei club con cui ci siamo confrontati. Penso che sia assolutamente giusto e positivo parlare con questi club in modo non ufficiale, così che non si sentano sotto pressione e possano davvero decidere". Tra i club fondatori del progetto originario facevano parte sei club inglesi: Manchester City, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester United e Tottenham.

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