Formula 1: la mossa di Ivan Capelli per salvare il GP d'Italia

L'ex pilota, presidente di Aci Milano, si è dimesso dalla società di gestione dell'Autodromo. Un modo per sbloccare lo stallo nelle trattative con Ecclestone
Formula 1: la mossa di Ivan Capelli per salvare il GP d'Italia© lapresse

TORINO - Due giorni fa, Bernie Ecclestone aveva spiegato perché la Ferrari è la squadra che incassa di più quando si ditribuiscono i proventi dei diritti commerciali. La sua tesi è chiara: «Se la Ferrari incassa un po’ di più è perché è il team che gareggia da più tempo di tutti. È la storia della Formula 1, rappresenta per noi quello che i Rolling Stones sono per un impresario musicale». Bene: i Rolling Stones dell’automobilismo italiano hanno rischiato - e in parte ancora rischiano - di perdere il palcoscenico preferito, ovvia il GP di Monza.Tra Ecclestone e la società che gestisce l’impianto il feeling si è interrotto da tempo. Così, da un lato è spuntata la candidatura alternativa di Imola (e non sarebbe affatto male rivedere la Formula 1 al Santerno, ma questo è un altro discorso), dall’altro sono fioriti progetti per altre gare lontane (a Las Vegas, per esempio). Ecclestone non gradisce trattare con gli attuali dirigenti. Non l’ha mai detto ufficialmente, sa che non sarebbe la mossa giusta. Ma ha fatto in modo che si capisse. Ieri Ivan Capelli, in qualità di presidente dell’Aci Milano, si è dimesso dal Consiglio di Amministrazione della Sias. La stessa cosa ha fatto Enrico Radaelli, consigliere Aci. Non sarà una passeggiata, ma ora la situazione potrebbe sbloccarsi.

 

PIU' SOLDI - La vicenda ha una rilevanza non solo sportiva. Per salvare il GP di Monza si è mosso il Governo, la Regione Lombardia. Ma il ruolo probabilmente decisivo lo ha giocato (e lo sta giocando) l’Aci, nella persona del suo presidente Angelo Damiani Sticchi. Per avere un GP di Formula 1 bisogna pagare tanti soldi a Ecclestone (una ventina di milioni l’anno), ma il ritorno economico è molto alto, il vantaggio c’è. In più c’è il ritorno in termini di immagine per tutto lo sport italiano. Non resta che sperare che d’ora in poi il cammino sia celere e proficuo.

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