Red Bull e Mateschitz jr, il futuro sarà così

Tre figure chiave, scelte dal padre prima della scomparsa, governeranno l'impero industriale, finanziario e sportivo
Red Bull e Mateschitz jr, il futuro sarà così

TORINO - Non lasia, nemmeno raddoppia, bensì triplica. L’impero Red Bull lancia il dopo Mateschitz, delineando la nuova struttura del gruppo e le persone che la gestiranno al vertice. Non ci sarà più un uomo solo al comando, come avveniva durante la lunga era del fondatore, scomparso pochi giorni orsono, ma tre persone. Lo ha annunciato il figlio ed erede, Mark Mateschitz, spiegando in una lettera ai dipendenti che la soluzione era stata proposta dal padre stesso ed è condivisa con i partner thailandesi (non bisogna mai dimenticare che l’anima thailandese del gruppo, che fa capo alla famiglia Yoovidhya, pesa per quasi la metà della proprietà azionaria). Viene dunque istituto un consiglio di amministrazione composto da tre super manager: Franz Watzlawick (ceo della parte “Beverage Business”, ovvero quella che produce e commercializza l’intera linea di prodotti Red Bull), Alexander Kirchmayr (che si occuperà di finanza) e Oliver Mintzlaff (ceo della branca “Corporate Projects and Investments”). Il passaggio avviene nel segno della continuità, perché queste tre figure erano già precedentemente in azienda.

A Milton Keynes vince la continuità

Cosa cambia per la Formula 1 (e in subordine per le altre attività, in primis per le moto, in pista e fuori)? Dalla lettera di Mark Mateschitz sembra chiaro che tutto ricada sotto il controllo di Mintzlaff (che del resto era già coinvolto nelle attività sportive, ad esempio era nel cda del Lipsia, che disputa la Bundesliga e prima ancora si occupava di coordinare tutti gli investimenti calcistici). Cresce il ruolo di Kirchmayr che, in quando direttore finanziario del gruppo, potrebbe avere la supervisione sui conti in generale, anche quelli della “provincia autonoma” di Milton Keynes (che proprio sul qui pro quo - chiamiamolo così - di bilancio è scivolata in Formula 1). Ma in ogni caso, la parte di Formula 1 sembra essere quella più al riparo da eventuali pressioni da parte di altri manager, forte (sempre non considerando lo scivolone sul budget cap) dei due mondiali recentemente ottenuti, quello piloti con Max Verstappen (il secondo di fila) e di quello costruttori.

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