F1, Ford: "Tornare come team non ci sembrava giusto"

Mark Rushbrook racconta i passaggi che hanno portato la casa statunitense a scegliere di collaborare con Red Bull
F1, Ford: "Tornare come team non ci sembrava giusto"© EPA

ROMA - Venerdì 3 febbraio è stato il grande giorno, in casa Red Bull, della presentazione della livrea della RB19 e dell'ufficialità della partnership con la Ford. Il marchio statunitense, infatti, dal 2026 tornerà nel campionato di F1, collaborando con la casa di Milton Keynes nello sviluppo della nuova power unit. Un ritorno storico e molto chiacchierato negli ultimi mesi, a sancire ancora di più la crescita del Circus Oltreoceano. Ma un ritorno, volendo, come "spalla", e non come team ufficiale. A spiegare la scelta è stato il direttore generale di Ford Performance, Mark Rushbrook: Tornare come scuderia, possedere un team, come eravamo in passato, non ci sembrava giusto; abbiamo optato per una scelta strategica, per imparare dove aveva senso per noi”.

La scelta di Red Bull

“Abbiamo studiato tutte le opzioni, ci siamo presi tutto il tempo necessario per ascoltare molte persone. Infatti, in molti, sia team esistenti che possibili candidati per entrare, si sono fatti avanti, quando hanno saputo che Ford era interessata a prendere in considerazione l’idea di tornare in F1. Abbiamo contattato alcuni team, ma inizialmente nessuno sembrava adatto”, ha continuato Rushbrook, che ha infine spiegato perché la scelta sia ricaduta su Red Bull: “È una scelta giusta perché non è una casa automobilistica rivale. Ci sono state delle opportunità per collaborare con altre case automobilistiche, ma non era la strada giusta per noi”.

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