Le dimissioni di Binotto
Sarebbe stato diverso se il presidente avesse scelto di esporsi in pubblico, cosa che non ha fatto. O se l’amministratore delegato Benedetto Vigna, senza mai intervenire nel merito della questione, non avesse dichiarato in un’intervista televisiva (non rilasciata ieri, né dopo le voci sulle dimissioni, ma quattro giorni fa) che «il secondo è il primo degli sconfitti»: una frase cara a Enzo Ferrari e consegnata alle biografie sul Fondatore. In questo contesto, di strade da percorrere non ce n’erano molte. O scegliere di ignorare la questione, con il rischio di finire sulla graticola già a inizio della stagione 2023. Oppure dimettersi. Ed è stata la scelta del Team Principal.
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Binotto, cala il sipario
Binotto è legato alla Ferrari con un contratto valido sino alla fine del 2023 e come sempre avviene in questi casi si tratta sulla risoluzione consensuale. Ma vista che la sua volontà è precisa ed esplicita e quella della Ferrari, pur implicita, è altrettanto precisa, non sarà difficile trovare una soluzione. Certo, esiste sempre l’opzione “dimissioni respinte”. Ma non sembra questa l’aria che tira sull’asse tra Torino e Maranello, anche perché darebbe l’idea di una situazione rabberciata. Ormai il dado è tratto, sull’era Binotto è calato il sipario.