Marco Borriello, confessioni segrete: dal Genoa e Milan a Belen Rodriguez

L'ex calciatore si è lasciato andare ad alcune riflessioni sul suo passato calcistico e non solo: i dettagli
Marco Borriello, confessioni segrete: dal Genoa e Milan a Belen Rodriguez

Marco Borriello è tornato a far parlare di sé per alcune rivelazione fatte riguardanti alcuni dei momenti più significativi della sua carriera e della sua vita privata. Nel corso di una recente  intervista a Che fatica la vita da bomber, l'ex attaccante ha ricordato con particolare affetto il periodo al Genoa nella stagione 2007-08, quando segnava con grande regolarità e aveva raggiunto la vetta della classifica marcatori già a febbraio: "Ne ho vissuti tanti, ho vissuto le vittorie degli Scudetti. Però mi ricordo che quando ero al Genoa, quella volta che ho fatto la tripletta a Udine, che sono arrivato a fare 15 gol già a febbraio, ero diventato capocannoniere della serie A e a casa mi aspettava Belen, quindi…".

Marco Borriello: il ricordo del periodo felice e sereno

Il racconto di Marco Borriello è poi proseguito: "Cioè, era un momento felice della mia vita, ero innamorato, ero capocannoniere, la squadra andava bene, mi ricordo che ero felice in quel momento. Quello era un momento felice, sereno, comunque anche in questo momento mi sento abbastanza, io non dico felice, ma sereno, perché poi la felicità sono attimi, come il gol. Io poi faccio sempre i paragoni con lo sport: fai il gol, sono cinque secondi in cui non capisci niente, quella è la felicità, però la serenità è quella più importante, cioè comportarti bene, stare bene in famiglia, con gli amici, avere un bel lavoro, fare quello che ti piace, cioè crearti la tua serenità quotidiana". Poi l'ex calciatore ha raccontato anche un momento buio vissuto: "Il momento più brutto al Milan, quando sono stato 10 mesi fermo per gli infortuni, e anche comunque devo dire la verità quando ho smesso di giocare, cioè io sognavo una fine diversa. Comunque sono un giocatore che ha fatto qualcosina nel calcio italiano e sono andato via non dalla porta principale, ecco ho smesso di giocare magari con qualche insulto lì a Ferrara, ma alla fine ho fatto quattro partite, cioè non mi sono mai espresso, sono sono stato messo fuori rosa. Mi sarebbe piaciuta una fine diversa"...

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Il ritorno al Milan ed il periodo nero

Marco Borriello non ha avuti dubbi ricordando l'estate del 2008, che ha segnato il punto di svolta, in negativo, della sua carriera. Dopo una stagione straordinaria con il Genoa, in cui aveva raggiunto l'apice della classifica cannonieri e ottenuto la convocazione in Nazionale, il ritorno al club rossonero sembrava il naturale passo successivo per consacrarsi ad alti livelli. Ma il destino gli voltò le spalle. "Col ritorno al Milan è iniziato un po' il declino, la parte più brutta della mia carriera, perché ho iniziato il ritiro col Milan e mi sono operato subito al menisco, sto due mesi fermo, poi ho riniziato presto, aveva bisogno di me Ancelotti. Mi ricordo però che ero affaticato, non c'erano attaccanti, giocavo io, mi stirai nuovamente al flessore e da lì è iniziato il calvario, perché poi dopo c'era Belen all'Isola dei famosi, avevo problemi psicologici, loro dicevano, ma avevo un muscolo strappato, 35 punti di sutura. Sono stato 10 mesi fermo, non c'erano donne oppure soldi che tenevano, cioè io soffrivo. Ho saltato una stagione dopo aver fatto una grande stagione e poi dopo ho riniziato con Leonardo, ma non ero più io. Cioè ho fatto 15 gol quell'annata, ma a livello fisico ho perso qualcosa, avevo un muscolo accorciato a una gamba".

Borriello: le parole su Beckham e cosa fa oggi

Sull'inclemenza del trascorrere del tempo, Borriello ha commentato: "In quel Milan c'era anche Beckham. Chi era più figo tra me e lui? Tutt'ora lui è ancora un sex symbol, io ormai ho i capelli bianchi, cioè sta cosa qua che vengono i capelli bianchi solo a me e agli altri no, io lo vedo ancora biondo Beckham. Cioè, ma i capelli bianchi non gli vengono?".  L'ex calciatore ha poi svelato cosa fa oggi: "Io gestisco il mio patrimonio, qualcosina ho guadagnato. Ho speso tanto, ma qualcosina ho fatto, e ho una società di intermediazioni a livello globale, quindi che va dall'immobiliare a… cioè, io ho un grande network, cerco di… ogni tanto, vedo nella rubrica, di far succedere cose".

 

 

 

 

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Marco Borriello è tornato a far parlare di sé per alcune rivelazione fatte riguardanti alcuni dei momenti più significativi della sua carriera e della sua vita privata. Nel corso di una recente  intervista a Che fatica la vita da bomber, l'ex attaccante ha ricordato con particolare affetto il periodo al Genoa nella stagione 2007-08, quando segnava con grande regolarità e aveva raggiunto la vetta della classifica marcatori già a febbraio: "Ne ho vissuti tanti, ho vissuto le vittorie degli Scudetti. Però mi ricordo che quando ero al Genoa, quella volta che ho fatto la tripletta a Udine, che sono arrivato a fare 15 gol già a febbraio, ero diventato capocannoniere della serie A e a casa mi aspettava Belen, quindi…".

Marco Borriello: il ricordo del periodo felice e sereno

Il racconto di Marco Borriello è poi proseguito: "Cioè, era un momento felice della mia vita, ero innamorato, ero capocannoniere, la squadra andava bene, mi ricordo che ero felice in quel momento. Quello era un momento felice, sereno, comunque anche in questo momento mi sento abbastanza, io non dico felice, ma sereno, perché poi la felicità sono attimi, come il gol. Io poi faccio sempre i paragoni con lo sport: fai il gol, sono cinque secondi in cui non capisci niente, quella è la felicità, però la serenità è quella più importante, cioè comportarti bene, stare bene in famiglia, con gli amici, avere un bel lavoro, fare quello che ti piace, cioè crearti la tua serenità quotidiana". Poi l'ex calciatore ha raccontato anche un momento buio vissuto: "Il momento più brutto al Milan, quando sono stato 10 mesi fermo per gli infortuni, e anche comunque devo dire la verità quando ho smesso di giocare, cioè io sognavo una fine diversa. Comunque sono un giocatore che ha fatto qualcosina nel calcio italiano e sono andato via non dalla porta principale, ecco ho smesso di giocare magari con qualche insulto lì a Ferrara, ma alla fine ho fatto quattro partite, cioè non mi sono mai espresso, sono sono stato messo fuori rosa. Mi sarebbe piaciuta una fine diversa"...

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