Bagnaia, inizia la sfida 2024 per difendere il numero 1

Il due volte campione del mondo con la Ducati si prepara alla nuova stagione: attenzione a Marc Marquez

Un anno fa di questi tempi il mondo dei motori urlava al miracolo e si domandava se la Ducati avrebbe dovuto aspettare altri 15 anni per vivere una stagione così magica. La Casa di Borgo Panigale aveva conquistato la seconda tripla corona della sua storia dopo la prima datata 2007 con Casey Stoner, ma soprattutto per la prima volta 50 anni dopo Giacomo Agostini un pilota italiano aveva conquistato il titolo mondiale della top class con una moto italiana. E Pecco Bagnaia aveva dato un erede a Valentino Rossi, l’ultimo a fare issare il tricolore in MotoGP nel 2009. Adesso ci risiamo. Bagnaia e la Ducati si sono ripetuti. Anzi, hanno fatto di più, molto di più, monopolizzzando tutto il podio finale del Mondiale con Jorge Martin secondo (e capace insieme a Johann Zarco di portare il titolo per team alla Pramac) e Marco Bezzecchi terzo con la Desmosedici vecchia di un anno e il team di Valentino Rossi.

Re Pecco Bagnaia

Il re però resta Bagnaia, che con 7 vittorie e 15 podi GP, 4 vittorie nelle gare Sprint, 7 pole, 173 giri in testa a un GP e 4 giri veloci in gara ha infranto in MotoGP il tabù del numero 1 sul cupolino e regalato alla Ducati due titoli piloti consecutivi. Ducati che per il quarto anno di fila (e quinto nella sua storia) ha conquistato il Mondiale Costruttori nella classe regina più che doppiando (700 punti a 327) la seconda classificata (Ktm) grazie a 17 successi nella stagione, un record assoluto in MotoGP, per un totale di 87 vittorie in MotoGP. E ben 6 piloti diversi sono stati capaci di imporsi: Bagnaia, Bastianini, Bezzecchi, Di Giannantonio, Martin e Zarco. Un altro record, come quello dei podi stagionali (43: battuta la Honda che nel 1997 ne ottenne 39), frutto di 8 podi monopolizzati (con tutti gli 8 piloti Ducati almeno una volta sui gradini della felicità). E sarebbero stati 9 se Di Giannantonio, secondo al traguardo a Valencia, non fosse stato penalizzato per la pressione gomme fuori limiti. Record anche il numero delle pole: 17. Numeri così colossali che si protraggono da più stagioni: sono 46 le gare consecutive in cui almeno un pilota Ducati si è piazzato sul podio (più tutte le Sprint, nate quest’anno) e 60 quelle in cui ha avuto almeno una sua moto nella prima fila della griglia. Senza contare la stagione trionfale bis anche in Superbike con Alvaro Bautista e il primo titolo mondiale nella Supersport con Nicolò Bulega.

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Bagnaia vuole ripetersi nel 2024

Già ripetersi sarà ancora più difficile, ma a Borgo Panigale puntano ancora più in alto. Anche per questo è arrivato Marc Marquez, che il 20 gennaio al Coccoricò di Riccione parlerà per la prima volta da pilota rosso per Gresini Racing, dove condividerà la GP23 con il fratello Alex. Due giorni dopo la Ducati presenterà, ancora sulle nevi di Campiglio, le nuove moto (GP24 e Panigale V4 RR) e sfide per i terzi titoli consecutivi di MotoGP e Superbike, ma anche quella più rivoluzionaria per la Casa emiliana: il cross, con la moto affidata allo sviluppo di Tony Cairoli e il programma nelle mani di Paolo Ciabatti, che lascia il ruolo di direttore sportivo della MotoGP.
Sulle Dolomiti i numeri 1 entereranno già in clima 2024, visto che la Superbike (Bautista) scatterà il 24-25 febbaio a Phillip Island (Australia) e la MotoGP vivrà i primi test dal 6 all’8 febbraio a Sepang (Malesia, con shakedown 1-3), per poi trasferirsi in Qatar (19-20 ultimi due giorni di prove), dove il Mondiale partità il 9-10 marzo. Un campionato con 22 tappe doppie (Sprint e GP) che andrà per la prima volta in Kazakhstan (15-16 giugno), passerà in Italia al Mugello (1-2 giugno) e Misano (7-8 settembre) e si chiuderà a Valencia il 17 novembre.

Insomma, 44 gare per scrivere nuovi record. Con Bagnaia che punta direttamente al tris consecutivo in MotoGP (come come ci ha detto pensa già oltre...) in una stagione nella quale potrebbe diventare il pilota Ducati più vincente di sempre, scavalcando i 23 GP vinti da Casey Stoner in rosso dopo aver superato quest’anno Andrea Dovizioso (14), portandosi a quota 18. L’età della marutità, ma solo l’inizio di una storia che profuma già di leggenda.

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Un anno fa di questi tempi il mondo dei motori urlava al miracolo e si domandava se la Ducati avrebbe dovuto aspettare altri 15 anni per vivere una stagione così magica. La Casa di Borgo Panigale aveva conquistato la seconda tripla corona della sua storia dopo la prima datata 2007 con Casey Stoner, ma soprattutto per la prima volta 50 anni dopo Giacomo Agostini un pilota italiano aveva conquistato il titolo mondiale della top class con una moto italiana. E Pecco Bagnaia aveva dato un erede a Valentino Rossi, l’ultimo a fare issare il tricolore in MotoGP nel 2009. Adesso ci risiamo. Bagnaia e la Ducati si sono ripetuti. Anzi, hanno fatto di più, molto di più, monopolizzzando tutto il podio finale del Mondiale con Jorge Martin secondo (e capace insieme a Johann Zarco di portare il titolo per team alla Pramac) e Marco Bezzecchi terzo con la Desmosedici vecchia di un anno e il team di Valentino Rossi.

Re Pecco Bagnaia

Il re però resta Bagnaia, che con 7 vittorie e 15 podi GP, 4 vittorie nelle gare Sprint, 7 pole, 173 giri in testa a un GP e 4 giri veloci in gara ha infranto in MotoGP il tabù del numero 1 sul cupolino e regalato alla Ducati due titoli piloti consecutivi. Ducati che per il quarto anno di fila (e quinto nella sua storia) ha conquistato il Mondiale Costruttori nella classe regina più che doppiando (700 punti a 327) la seconda classificata (Ktm) grazie a 17 successi nella stagione, un record assoluto in MotoGP, per un totale di 87 vittorie in MotoGP. E ben 6 piloti diversi sono stati capaci di imporsi: Bagnaia, Bastianini, Bezzecchi, Di Giannantonio, Martin e Zarco. Un altro record, come quello dei podi stagionali (43: battuta la Honda che nel 1997 ne ottenne 39), frutto di 8 podi monopolizzati (con tutti gli 8 piloti Ducati almeno una volta sui gradini della felicità). E sarebbero stati 9 se Di Giannantonio, secondo al traguardo a Valencia, non fosse stato penalizzato per la pressione gomme fuori limiti. Record anche il numero delle pole: 17. Numeri così colossali che si protraggono da più stagioni: sono 46 le gare consecutive in cui almeno un pilota Ducati si è piazzato sul podio (più tutte le Sprint, nate quest’anno) e 60 quelle in cui ha avuto almeno una sua moto nella prima fila della griglia. Senza contare la stagione trionfale bis anche in Superbike con Alvaro Bautista e il primo titolo mondiale nella Supersport con Nicolò Bulega.

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Bagnaia vuole ripetersi nel 2024