La Ferrari è veloce, molto veloce. Ma sul dritto e nella prestazione pura, non nel giro. Lì il gap della Red Bull resta grande. Diciamolo: enorme. Più di tre volte rispetto al vantaggio (anche quello certificato) su Mercedes e McLaren. Raccontano i numeri e un esame più dettagliato dei dati del primo GP della stagione corso sabato in Bahrain, con la doppietta Verstappen-Perez e il podio di Carlos Sainz davanti a un frustrato e deluso Charles Leclerc, non si sa se più per i problemi ai freni che gli sono costati la prima foto o per la realtà di una Red Bull ancora troppo lontana per pensare di poter vincere il Mondiale.
L'analisi dei prossimi giorni
Umori e confronti interni con il compagno che lascerà il posto a Lewis Hamilton saranno oggetto di un’analisi nei prossimi giorni, ora è il momento di leggere a fondo quei dati, così come capire quale sia stato il guaio, lamentato in parte anche da Sainz. Giovedì si riaccenderanno già i motori a Gedda, sul circuito cittadino dell’Arabia Saudita (per il Ramadan si corre ancora il sabato), quindi gli ingegneri Ferrari e Brembo si sono messi subito al lavoro su telemetrie e pezzi tra Maranello e Stezzano, ma è tutta la SF-24 e le sue prestazioni in gara ad essere finita sotto la lente d’ingrandimento. E i dati più evidenti sui quali trovare delle contromosse sono il tempo sul giro, nel quale pur facendo la tara su strategia diverse (Red Bull con gomme soft a macchina scarica, Ferrari con le dure), Max Verstappen ha rifilato un secondo e mezzo (1”482) a Leclerc e quasi due (1”899) a Sainz. Il tutto nonostante alla speed trap (punto di velocità massima) la power unit ha dominato (Hulkenberg 332.2 km/h con la Hass e Sainz 332) mentre Verstappen è stato solo il terzultimo con 314.6: 17,4 all’ora in meno dello spagnolo. Che probabilmente aveva anche un assetto diverso rispetto al monegasco autore di 320.7.