Kimerov, il peggio è passato

Lo schiacciatore dell'NBV Verona, che ha avuto gravi complicazioni dopo la positività al Covid-19 adesso sta meglio ma non si può prevedere quando potrà tornare a giocare
Kimerov, il peggio è passato

VERONA – Il peggio sembra essere alle spalle ma l'opposto russo dell'NBV Verona Aleksandr Kimerov ha passato dei momenti davvero difficili. Dopo la positività al Covid-19 infatti il giocatore ha avuto gravi problemi di embolia a livello del circolo polmonare.

Le parole del medico sociale gialloblù Dott. Alberto Ciacciarelli sulle condizioni dell'atleta: « Innanzitutto mi sento di dire che Kimerov sta bene, che è la cosa più importante. Il giocatore è risultato positivo al tampone Covid-19 in data 2 novembre, e dopo qualche giorno ci ha riferito alcuni sintomi che definiamo di allarme: dolore toracico e tracce di sangue nei colpi di tosse. La situazione ci ha indotti immediatamente a intervenire portandolo al pronto soccorso, e poi al conseguente ricovero, per chiarire la situazione. E’ stata eseguita una angioTAC che ha evidenziato un problema embolico a livello del circolo polmonare. Ne è seguito un ricovero di circa una settimana. Non ci sono state complicazioni, è stata una degenza tranquilla. Kimerov è stato dimesso e sta bene, ora però dobbiamo considerare che, per queste problematiche, le linee guida prevedono una terapia anticoagulante prolungata, per la precisione da 3 a 6 mesi. Risulta quindi chiaro che rivederlo in campo non sarà possibile prima di questo lasso di mesi.
Il giocatore, durante i primi giorni a casa e durante la degenza, è stato seguito con particolare attenzione, da parte nostra c’è stato un contatto pressoché continuo con i colleghi dell’ospedale. E i compagni hanno partecipato, sono stati solidali con la problematica che, non dimentichiamolo, è anche di tipo umano, perché si tratta di un ragazzo arrivato in Italia per la prima volta, da solo, e alle prese con un problema di salute importante. La vicinanza di staff e compagni per lui credo sia stata importante, ora che abbiamo il quadro clinico completo, tutto l’iter seguito, diagnosi e terapia, abbiamo potuto dare una indicazione ufficiale sulle condizioni dell’atleta
».

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