Nadal si fa tempesta per travolgere Auger-Aliassime

Rafa darà fondo a tutte le risorse contro il talento canadese, allenato da suo zio
Nadal si fa tempesta per travolgere Auger-Aliassime© Getty Images

Sarà come un mare in burrasca, Rafa Nadal. Le intenzioni sono queste. Un fortunale che flagella e monta fino a rendere vani i frangiflutti. Sarà così, sempre che il fisico sia disposto a dargli una mano...

Immagini che abbiamo visto non una, ma cento volte, lungo una carriera che non ha mai preso forma dalle vittorie, come in tanti sono disposti a credere, ma da quel suo modo di reagire ai passi falsi, agli intoppi, alle sconfitte, che lo rende impetuoso fino a far sentire inadeguato chiunque si disponga ad affrontarlo.

È in quelle complicazioni, in quei disagi che Rafa ha imparato a inseguire se stesso, nelle difficoltà che oggi traspaiono ben più di quanto accadesse una volta, e si possono quasi contare fra le prime rughe di un volto sempre meno da ragazzo. Ma la domanda è se oggi via sia ancora spazio, e modo, per una ribellione pubblica a tutto ciò che anche quest’anno, come negli ultimi, ha indugiato sul suo fisico, tartassandolo fino a sottrargli gli estri prima, poi le energie?

Nadal viene da una sconfitta che forse si aspettava, contro Taylor Fritz, un giocatore che quest’anno non è stato tenero con lui. Si sono affrontati tre volte e in due occasioni l’americano ha trovato con facilità i colpi da fondo per reggere il palleggio di Rafa, piombando poi a rete a tirare su i punti che servivano per prendere il largo. Mentre nella terza occasione, sull’erba di Wimbledon, sono serviti cinque set per recuperare un risultato che lo svantaggio di due a uno sembrava aver già rivolto a favore dell’americano.

Serve una reazione, se non vuole chiudere anzitempo queste ennesime Finals senza premi in palio (quattordici partecipazioni, appena due finali). Rafa lo sa. Ma avrà di fronte un ragazzo che conosce bene, e che condivide con lui molti dei segreti che gli hanno permesso di essere il numero uno, e di vincere ventidue tornei del Grand Slam. Il giovane, che ha 22 anni, si chiama Felix Auger-Aliassime ed è lo studente prediletto di zio Toni, l’uomo che ha spinto Rafa a essere una leggenda del tennis. Un connubio che va avanti ormai da due stagioni, e mai come in questi ultimi mesi del Tour, ha fatto registrare risultati tali da proporre il canadese - oggi numero sei della classifica - a un passo dai più forti.

È la seconda volta che i due intrecciano le racchette, da che Felix è passato alle dipendenze dello zio più famoso del tennis, e la prima è stata quanto mai dura per Rafa, costretto al quinto set proprio sulla terra rossa del suo Roland Garros.

Ci sono due correnti di pensiero. Una sostiene che i ritorni di Nadal, quando i propositi di rifarsi lo tormentano da dentro, siano prodigiosi, non meno dei dritti che fa ruotare a velocità impazzite e della sua attitudine da campione ormai consacrato che fa pesare su ogni momento dei match, addirittura sulle regole di ingaggio che preludono all’incontro. Fin dai palleggi di riscaldamento - sostengono i tanti che li hanno subiti come torture - dimostrativi di quanto accadrà di lì a poco, quando all’esercitazione si sostituirà la smania della conquista.

L’altra corrente si rivolge alla realtà che viene dalle ultime conquiste di Felix, che dopo aver impacchettato il torneo di Rotterdam a febbraio, è salito in cattedra in questo finale di stagione, per mettere in fila tre vittorie (Firenze, Anversa e Basilea), sedici match vinti consecutivamente (fino alla sconfitta con Ruud a Parigi Bercy), e il sesto posto in classifica.

Unendo le due correnti di pensiero, ne esce un pronostico quanto mai incerto. Del resto, i due non hanno mai dato vita a incontri piatti, sono grandi colpitori ma cercano spesso la via della rete. Felix su consiglio di zio Toni, Rafa per necessità, in modo da non sprecare troppe energie.

I dolori al piede, l’infortunio, l’operazione, l’ennesima su un corpo che ha subito tutte le possibili traversie dell’infortunistica abbinata all tennis, poi gli addominali che gli sono costati il ritiro a Wimbledon, sembrano al momento sedati, ma fanno parte di un corredo che ormai accompagna lo spagnolo. Rafa gioca svelto, perché sa che più sta in campo, più la battaglia diventa cruenta, più i rischi per lui aumentano. È la sua nuova condizione di atleta mai domo, e lui l’accetta, e combatte con quello che ha. Che è ancora tanto, a giudicare dalla sua volontà di resistere ancora per una stagione, forse per due. Chissà...

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