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TORINO - Due sere fa, contro quell’altro bel tipo di Medvedev, Andrej Andreevic Rublev era sembrato - oltre al gran giocatore che è - un monolite tennistico: totale collegamento braccio-gambe-mani-piedi-testa. Qualcosa di perfetto, o quasi; sicuramente qualcosa di travolgente. Oggi nel primo pomeriggio, al cospetto di Novak Djokovic, è sembrato uno sbarbatello alle prime armi. Qualche colpo a effetto, così, per farsi vede
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