Tennis, nel 2023 una Top Ten rivoluzionata

Tennis, nel 2023 una Top Ten rivoluzionata© LAPRESSE

Cerco spunti sul 2023, in queste Finals sempre più nel segno del Djoker. Vi sono consolidate certezze, ma qui e là hanno preso forma anche dei risultati a mio avviso ingannevoli, che potrebbero indurre a conclusioni affrettate, mentre il tennis ci insegna che occorrono prove e controprove, prima di decretare ormai spenta la fiamma che illumina e riscalda la strada di un tennista, anche di quelli che al momento sembrano maggiormente in difficoltà. Traggo spunto dalle tre sconfitte di Daniil Medvedev, che nell’insieme offrono un quadro finale piuttosto mesto per un giocatore che molto ha brillato nella seconda metà dell’anno scorso, e nel 2022 ha guidato – non per molte settimane, appena sedici – la classifica del nostro sport, come ventottesimo numero uno dall’inizio del tennis open. Sin troppo banale pensare che stia vivendo un momento critico, lo dicono i risultati e lo scarso feeling con la vittoria. Appare chiaro, piuttosto, come il russo che al termine degli US Open 2021 fece piangere RoboNole - riuscendo insieme nella doppia impresa di impedirgli il Grande Slam che tutto il tennis dava per scontato, e renderlo più umano agli occhi di un pubblico disposto finalmente ad applaudirlo - abbia smarrito quella spavalda sensazione di onnipotenza che lo rendeva un po’ folle e un po’ spaccone al momento di chiudere gli incontri. Basterebbe questo a fare la differenza, e potrebbe diventare un serissimo problema se il flusso dei pensieri negativi non verrà interrotto quanto prima. Si è visto proprio nel match torinese contro Djokovic come il tennis del russo, che a partire dal secondo set sembrava aver preso possesso del match, si sia ritratto quando il serbo ha fatto capire di essere disposto a qualsiasi battaglia pur di portare a casa l’incontro. Il braccio si è come rattrappito, e il fluire del gioco sia poco a poco venuto meno fino a lasciare al Djoker campo libero nel tie break conclusivo. Eppure, non me la sentirei davvero di cancellare Medvedev dalla lista dei possibili protagonisti della stagione che verrà. Sono invece abbastanza certo che il 2023, più di quanto non sia accaduto nel 2021 e quest’anno, mostrerà le parti in gioco ancora più vicine, e darà stimolo a numerose battaglie, oltre che a una Top Ten rivoluzionata. Djokovic vorrà riprendersi il numero uno, Nadal farà il possibile per giungere al quindicesimo Roland Garros, mentre la generazione di mezzo, quella dello stesso Medvedev, potrebbe sfoltirsi di qualche unità (Tsitsipas non l’ho visto bene, e a mio avviso ha bisogno di interventi “mentali” ben più massicci di quelli che servono al russo), sulla spinta dei ragazzi nati nel Duemila, che vanno dalla A di Alcaraz alla S di Sinner comprendendo tra essi Auger-Aliassime, Rune, Musetti e direi anche Korda. Infine, un augurio a Berrettini, per una stagione senza guai. Può diventare il numero uno sull’erba. E non è poco...

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