Sanremo, Sinner ha dato una dimostrazione di maturità
Amen. La verità è che, di nuovo, non cedendo alle lusinghe festivaliere, Sinner ha dato una dimostrazione di maturità, pari alla saggezza del presidente della Federtennis, Angelo Binaghi: «Se Jannik andasse a Sanremo sarebbe una delusione, ne sarei meravigliato. Tutti andrebbero, ma lui è diverso e parlo contro i miei interessi perché Sinner a Sanremo sarebbe una grande promozione per noi. Anche la Meloni gli ha detto che dovrebbe andare, ma il campione va protetto da tutti: dai dirigenti, poiché non va strumentalizzato; dai giornalisti e anche da Sanremo. Se tutti insieme vogliamo scrivere una storia diversa, dobbiamo proteggerlo». In questi giorni, abbiamo avuto l'opportunità di apprezzare la sobrietà di Jannik nel momento del trionfo e la sua cultura del lavoro, obbedendo alla quale egli ha cancellato il torneo di Marsiglia, fedele alla programmazione di una stagione rivelatasi clamorosamente felice sin dall'inizio.
Ora, ricevuti i doverosi onori istituzionali, ieri con Meloni e domani con Mattarella, prima di Rotterdam (10-18 febbraio) Sinner punta a prendersi alcuni giorni di sacrosanta vacanza sulle sue montagne. Il Festival è la sublimazione del nazionalpopolare, si sa, eppure, già a Melbourne, Jannik aveva fatto capire che intenzioni avesse, a proposito di Sanremo: "Conoscendomi, non ci andrei. Canto malissimo, ballo peggio: sono negato. A Melbourne hanno provato a farmi intonare lo jodel... lasciamo perdere. Devo giocare a tennis, io". La forza della coerenza appartiene alla forza di Sinner.