Sinner in atterraggio: Rune è la trappola da evitare a Montecarlo

Il debutto di Jannik con il vincente tra Davidovich Fokina e Korda. Contro Medvedev l'ipotetica semifinale
Sinner in atterraggio: Rune è la trappola da evitare a Montecarlo© EPA

Sinner fa pendant… Con il rosso dei campi di sicuro, con il tabellone dell’anno scorso pure. C’è Rune in vista, uno di quelli che gli dà fastidio, se più per il carattere o per lo stile di gioco è ancora da capire, ma propendo per la prima ipotesi. Campi vista mare, la casa che fu di Bjorn Borg per qualche tempo, poi più a lungo dello stilista Karl Lagerfeld e del suo gatto Choupette sul piccolo promontorio davanti al circolo, a ricordare che da queste parti c’è chi può (permettersela) e chi non può, Montecarlo si allinea ai capricci dei sorteggi di quest’anno, confezionando come a Melbourne e nei Mille del Sunshine Double americano, un tabellone zeppo d’insidie e trabocchetti, che darà modo a “quelli del podio” di confrontarsi con il passato e forse anche con qualche timore nascosto. Così, dalla parte di Djokovic si aggira l’ombra di Lorenzo Musetti, che l’anno scorso lo intortò ben bene proprio sul centrale monegasco (in realtà sorge in territorio francese, poco fuori dalla linea dei confini), mentre intorno ad Alcaraz si agita la silhouette nasuta di Auger-Aliassime, tra i pochi con Sinner ad averlo battuto tre volte in cinque match giocati.

Atp Montecarlo, il tabellone

Sinner, Rune da evitare

Poi, Rune… Due vittorie sul vecchio Sinner, una sconfitta con il nuovo Sinner, nell’ultimo match giocato, alle Finals. Non banale, non scontato, anzi laborioso nel punteggio, allungatosi fino al terzo set, il match torinese dette comunque l’impressione che tra i due si fosse aperto un solco, con Sinner quasi imprendibile nei momenti migliori dal danese allora sotto scorta di Boris Becker. C’è da aggiungere - ma è un mio parere - che il Sinner delle Finals (stiamo parlando di poco meno di cinque mesi fa, dunque) è meno forte di quello attuale. Ma la terra è l’elemento con cui il nostro ragazzo deve ritrovare il feeling dei primi anni, il suo tennis s’è fatto a misura di cemento, e forse i risultati scadenti dell’anno scorso (la sconfitta a Roma con Cerundolo, e più ancora quella a Parigi contro Altmaier, in secondo turno) non furono causati solo da inciampi casuali, ma da una superficie che obbliga Jannik a pensare troppo, attività nella quale eccelle fuori dal campo, ma tende a causare ingorghi e rallentamenti negli impulsi da dare al proprio gioco, più istintivo di quanto non si voglia credere.

Montecarlo un anno fa

Un anno fa, sul centrale dedicato a Ranier trois - “mon seigneur” si faceva chiamare dai sudditi, e altrettanto dovrebbero fare quasi tutti i tennisti in tabellone con Alberto di Monaco, il principe di oggi - tra Sinner e Rune finì quasi in baruffa. Per l’opposizione un po’ troppo spavalda cui il danese affidò le poche speranze di recupero dopo un primo set di semifinale dominato dal rosso di montagna. Il giovane Holger ingaggiò un teatrino di smorfie e gesti d’insofferenza con gli italiani in tribuna, che al torneo di Montecarlo (gli Internazionali del nord, lo chiamano gli habitués) sono a migliaia. Lo fece per togliere a Sinner lo slancio, e gli riuscì. Jannik era ancora un po’ gnocco, niente affatto smaliziato, incredulo a che uno potesse spingersi a tanto. Ma Rune è nato per fregarsene delle altrui perplessità. E infatti in finale andò lui, per poi consegnarla a Rublev, che non gli dette alcuna sponda per architettare le sue giovanili intemperanze. È trascorso un anno e tante palline sono passate sopra le reti del Country Club. Sinner è un altro, Rune invece è lo stesso. Ha battuto i piedini per terra per avere un supercoach, ha lasciato Mouratoglou per passare a Becker, al quale ha aggiunto anche Severin Luthi, forse, chissà, per aggiungere un pizzico di Federer a una miscela che a suo parere doveva avere effetti stupefacenti sugli avversari, poi li ha cacciati tutti, tempo due mesi, e si è ripreso Mouratoglou. Era settimo l’anno scorso, è ancora settimo oggi, miglioramenti nel suo gioco non se ne vedono, anche se è in possesso di un tennis di buonissima qualità.

Sinner: "Vi racconto Djokovic"

Il cammino degli italiani a Montecarlo

Prima di incontrarlo, però, Sinner dovrà sbarazzarsi di Korda o Davidovich Fokina, poi di Struff o Bublik, Coric o Baez, prima del quarto di finale con Rune, che dalle sue parti ha Arnaldi e Berrettini, prima di un eventuale ottavo con Dimitrov. Zona di tabellone ansiogena, come si vede. Sinner dovrà marciare subito al massimo dei giri.
Djokovic dovrebbe debuttare contro Safiullin, e non ne sarà contento, visto che il russo è in forma e lui non gioca da un mese. Musetti va contro Fritz, e non sarà un piacere. Alcaraz condivide il quarto di tabellone con Humbert, Hurkacz e Ruud, ed è l’avversario di Djokovic in semifinale. Zverev e Medvedev sono dalla stessa parte e puntano Sinner. Poi, nell’ultimo quarto, quello appunto tra Jannik e Rune, c’è Arnaldi contro Ruusuvuori, mentre per Berrettini c’è Kecmanovic, con Dimitrov ad attenderlo. Va da sé, anche per i “Matteos” non sarà facile.

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