Sinner numero uno al mondo se…: tutte le combinazioni

Quando potrebbe arrivare in cima al ranking ATP? Intanto il sorteggio di Madrid lo porta a un’eventuale semifinale con Tsitsipas o Medvedev

In fondo, è sempre meglio saperlo in anticipo, che cosa accade quando sei lassù, sulla vetta del tennis. Dicono si avverta un’aria diversa, più fine, rarefatta, ma rigenerante. Un’aria da alta montagna, che Jannik Sinner ben conosce. Ma è più gravoso il peso delle aspettative, e non tutti lo sopportano allo stesso modo. Cambiano, anche, le condizioni psicologiche. Da lassù basta sporgersi per osservare gli inseguitori che arrancano, e si può allungare una mano per avere la sensazione di toccare il cielo con un dito, ma cadere fa male due volte, perché il tonfo lo avvertono tutti e le ferite, quelle mentali soprattutto, sono più difficili da curare.

Madrid, il sorteggio di Sinner

Eppure, da qualche parte, il nostro Semola doveva pur cominciare, è scritto nel programma degli apprendisti numeri uno. E Madrid è torneo di assoluta nobiltà, per un italiano (la dicitura è sempre la stessa che segue l’evolversi della storia agonistica di Sinner, “il primo a esservi riuscito”) al debutto da testa di serie numero uno in un Masters 1000. Del resto, se manca Djokovic tocca al numero due della classifica farne le veci, e poco importa se questo apprendistato si stia rivelando una marcia a tappe forzate, quasi il tennis avesse fretta di mettere il nostro alla prova delle molteplici situazioni che un numero uno si trova a gestire. Come ti comporti quando ti fanno sparire da sotto il naso un punto che con ogni probabilità sarebbe valso la vittoria, del match e del torneo? Come te la cavi quando hai intenzione di giocare un torneo per completare l’allenamento in vista degli impegni che ti servono di più, e per la prima volta ti trovi a guidare il gruppo, come prima testa di serie? E qual è il giusto atteggiamento quando hai programmato la possibilità di essere in testa alla classifica nel corso della stagione e i tuoi avversari più celebrati ti invitano a esserlo subito, facendosi di nebbia nei tornei che dispensano più punti per la classifica? Tante domande, tanti nuovi dubbi. E aspettative esagerate, come sempre quando c’è di mezzo Sinner.

Djokovic out a Madrid

Ma i fatti sono noti. Djokovic è alla ricerca di se stesso, e la scelta di saltare Madrid significa che ancora non si è ritrovato, non del tutto quanto meno. Alcaraz invece è iscritto, numero due in tabellone, ma chissà se poi giocherà davvero dopo l’infortunio al braccio destro (zona gomito) che già l’ha costretto a saltare Montecarlo e Barcellona, torneo quest’ultimo in cui era campione uscente (proprio come a Madrid). E infatti, le possibilità che Sinner, sfruttando il momento, possa diventare rapidamente numero uno sono in costante aumento. Ma la via più breve passa comunque per due imprese ravvicinate e consecutive, di fatto estremamente complicate: la vittoria a Madrid e subito dopo quella a Roma. Questa è l’unica condizione per debellare in un sol colpo Djokovic e Alcaraz senza concedere repliche agli avversari. Alla fine della giostra, vincendo entrambi i “1000”, Jannik raggiungerebbe 9.660 punti dopo l’eventuale successo a Madrid, a soli 330 punti dal Djoker (9990), e salirebbe a 10.570 punti con la vittoria romana, con Djokovic a 10.410 nell’ipotesi migliore, quella di un suo approdo alla finale.

I rischi di Sinner

L’impresa è nelle corde di Sinner, ma il rischio è oltremodo alto. Vale la pena spremersi per un obiettivo che potrebbe presentarsi più comodo al giro di giostra successivo? A Parigi Djokovic mette in palio i duemila punti vinti un anno fa, mentre Jannik ha appena 45 punti da scartare. L’unica variabile è che il successo a Madrid gli venga donato senza affannose spremiture di energie da parte sua, quasi senza colpo ferire insomma. «Roma, Parigi e le Olimpiadi sono gli obiettivi. A Madrid penserò a giocare qualche buon match e completare la preparazione», aveva detto Sinner, prima della nomination a testa di serie numero uno. Insomma, la leadership del tennis è un traguardo sacrosanto, ma non l’unico. La fretta, si sa, è un motore importante per gli appassionati, ma non una buona consigliera per i campioni. Sta a Jannik e ai suoi compagni di cordata scegliere il percorso giusto.

Madrid, gli avversari di Sinner

Tanto più che Madrid è da sempre un torneo sdrucciolo, in altura, palle veloci su una terra scivolosa, campi tagliati a metà dalla luce del sole, in un impianto molto bello, molto moderno e molto sbagliato. E poi, è davvero difficile pensare che gli avversari abbiano voglia di regalare qualcosa a Sinner. Dalla sua parte il sorteggio ha posto Kachanov e Jarry per gli ottavi, Ruud (in gran forma, lo si è visto nella finale a Barcellona) e Dimitrov per i quarti, Medvedev o Tsitsipas per la semifinale. Con il probabile derby con Sonego - il quinto dal febbraio 2023, il primo sul rosso, ma 4-0 i precedenti – a dare il via ai giochi. Alcaraz non sta meglio. C’è Musetti in terzo turno (3-1 i testa a testa), Struff o Humbert negli ottavi, Rune o Rublev nei quarti, prima di una semifinale con Hurkacz o Zverev, che a Madrid ha giocato tre finali e vinte due. Fuori Berrettini per influenza (finalista a Madrid nel 2021, battuto proprio da Zverev) la rappresentanza italiana, oltre a Sonego e Musetti di cui ho detto, punta su Cobolli (opposto a Tabilo, poi a Jarry), Arnaldi (O’Connell, e dopo Medvedev) e Darderi (Monfils, poi Fritz).

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