I dubbi di Nadal, diviso tra cuore e ragione

L'’obiettivo del maiorchino è quello di arrivare a poter competere quasi al massimo al Roland Garros e alle Olimpiadi

Da una parte il cuore, dall’altra la ragione. Sono le due sfere emotive nelle quali si sta muovendo da tempo Rafael Nadal. Le sue rischiano ormai di essere solo passerelle perché l’obiettivo del maiorchino è quello di arrivare a poter competere quasi al massimo al Roland Garros e alle Olimpiadi. Per farlo, però, non deve subire altri stop fisici e questo lo limita. Con la paura di farsi di nuovo male non è possibile dare tutto se stesso e il rischio è quello di vederlo arrendevole come nel secondo set della sfida di Barcellona contro De Minaur. Il cuore ha avuto e avrà la meglio oggi, quando “Rafa” cercherà il successo contro il giovane Blanch, attorno alle 17, nel suo 20° “Mutua Madrid Open”: «Ho sempre trovato fantastico giocare a Madrid - ha detto in conferenza stampa - e non credo di aver ricevuto così tanto affetto in altri posti del mondo. Ho molta voglia di giocare un’ultima volta qui. La settimana di allenamenti ha avuto alti e bassi. Non sono pronto al 100% ma voglio esserlo per questo torneo cercando di terminarlo “vivo” dal punto di vista fisico».

Nadal, le parole sul futuro

Non conosce il giovane avversario, classe 2007: «L’ho visto poco - ha confermato - e so che ha un gran potenziale. Penserò solo a divertirmi negli ultimi momenti a Madrid e spero di poter essere abbastanza competitivo per vincere». Le limitazioni di cui sopra Nadal non le nasconde: «Purtroppo non è possibile giocare senza condizionamenti fisici. Con la mia mentalità e le sensazioni non perfette provate in questi giorni probabilmente non giocherei in un altro torneo. Però siamo a Madrid e si mescolano molti fattori emotivi e personali che mi hanno portato a giocare. Non sto rinunciando alle prossime settimane ma se ci fosse ora il Roland Garros non lo giocherei. Farò il possibile per esserci. Se si potrà ci sarò, altrimenti no. Non giocherei a Parigi nella forma in cui sono oggi, lo farò solo se sarò competitivo. Non sarebbe comunque la fine del mondo, ho ancora obiettivi come le Olimpiadi. Lo sport insegna che le cose possono cambiare velocemente. Voglio darmi la possibilità di cambiarle e questo non lo posso certo fare stando sul divano di casa».

La ragione a volte prevale anche se si è abituati a cercare a tutti i costi il successo: «Dover lasciare andare il secondo set a Barcellona è stato duro - ha concluso Nadal - non lo nascondo. Non mi sono certo divertito. Se non l’avessi fatto però non sarei stato molto probabilmente a Madrid. Non è semplice giocare senza poter dare il massimo».

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