Sconfitto seccamente Michelsen nel secondo turno dell'Us Open, Jannik Sinner ha dato una lezione di stile a Nick Kyrgios che aveva sputato veleno su di lui per il caso Clostebol. "Non voglio rispondere a ciò che ha detto su di me. Ognuno è libero di dire ciò che vuole, se dovesse intervistarmi vedremo. Sicuramente sarà un po’ diverso, ma non so bene che cosa dire. Sono abbastanza rilassato, sono uno che tende a dimenticarsi le cose piuttosto in fretta“. L'indifferenza fulmina più di un'arrabbiatura. O, prosaicamente citando Churchill, "chi parla male di me alle mie spalle, viene contemplato dal mio fondoschiena”. Nel frattempo, Carlo Alcaraz, dopo le mancate glorie olimpiche, è piombato in una profonda crisi, acuita dalla secca sconfitta con Van de Zandschulp.
Il commento di Alcaraz
Il pilatesco commento alla vicenda di Sinner non ha portato bene allo spagnolo. Che a proposito di Jannik aveva commentato: "È un momento molto difficile per lui, è sicuro. È complicato, non posso mentire. Ma che posso dire? Cercherò di spiegarmi anche se non è facile per me farlo in inglese. Credo in uno sport pulito. Della vicenda non so molto, sono sicuro che molte cose le sappiano solo all'interno del team. Ma se hanno permesso a Jannik di giocare è per un motivo. L'hanno dichiarato innocente, è tutto quello che so e che posso dire". Come ha osservato Sinner, "tutto ciò che mi è capitato negli ultimi cinque mesi, mi ha aiutato a capire chi è mio amico e chi no. Fa tutto parte di un’esperienza di crescita". Chissà se ad Alcaraz fischiano le orecchie.