Un altro mito degli ultimi 20 anni del tennis mondiale ha dovuto dire basta e anche se con una sconfitta alla fine ha vinto perché le celebrazioni del momento hanno di gran lunga superato la delusione per la prematura eliminazione della Spagna padrona di casa. “Rafa” ci ha provato al Palacio de Deportes José María Martín Carpena, ma non ha fatto il “miracolo”. Non schierarlo sarebbe stato difficile per chiunque, soprattutto per il capitano David Ferrer, suo “vecchio” compagno di sfide e allenamenti. I numeri di Nadal sono impressionanti. Più di tutti il 14 che racconta dei titoli vinti sulla terra rossa del Roland Garros, la più amata. E’ il suo record più difficile da battere e anche solo avvicinare. Ma il “re del rosso” ha vinto molto anche su altre superfici. Ben 92 i suoi titoli ATP, cinque le Coppe Davis conquistate, l’ultima nel 2019, due i titoli olimpici e 36 i Masters 1000 in bacheca.
Tutta la Spagna stretta a Nadal
Un’intera Nazione si è stretta al suo idolo, nato a Manacor 38 anni fa. L’ha applaudito, ha pianto, lo ha celebrato a Malaga perché questo doveva essere fatto. La commozione di un altro numero 1 iberico, Carlos Moya, del presidente dell’ITF, i cori dei tifosi rimarranno per sempre nel cuore di “Rafa”, prodotto dello “zio Toni” che lo ha convertito in un giocatore mancino perché così avrebbe avuto più possibilità di emergere. Scelta perfetta per raggiungere traguardi sommi, vedi ancora i 22 titoli Slam: “I titoli, i trofei, sono lì. Ma vorrei essere ricordato per la persona che sono stato. La vita mi ha dato l'occasione di fare un viaggio straordinario. Ho ottenuto – ha detto Rafael - molto di più di quanto avevo sognato".
Le parole di Nadal
Nadal ha fatto ace anche nel resto del suo discorso. "Buonanotte e grazie a tutti – ha esordito -. Devo ringraziare tanta gente, e inizio da voi che siete qui. Mi siete stati vicini sempre nei momenti positivi e in quelli negativi, li ho potuti vivere con tutti voi. Mi sono sentito super fortunato nel ricevere tantissimo affetto in tutto il mondo e in Spagna soprattutto. Complimenti all'Olanda, e grazie a tutto il team spagnolo che mi avete permesso di essere qui e di coltivare la speranza di vincere ancora una volta la Davis. Sinceramente ho dato tutto, grazie di avermi permesso di trascorrere gli ultimi giorni da professionista della mia carriera così, in squadra". Le parole di “Rafa” hanno commosso ed è stato lui per primo a intercalarle con gli occhi lucidi. Partecipe il padre Sebastian, così i tifosi al Palazzo e quelli, immaginiamo, davanti agli schermi televisivi. Soprattutto quando il maiorchino ha ricordato l’ineluttabile: "Non sono stanco di giocare a tennis ma devo accettare la situazione, sono un super privilegiato. La mia carriera è stata più lunga di quanto avrei mai immaginato. Grazie alla mia famiglia, ai miei amici, al mio team, non vorrei dimenticare nessuno. Grazie a mio zio che è stato parte indimenticabile della mia vita, che crede nella continuità, che ha fatto sì che per tutta la vita restassi la persona che sono". Naturale il suo tributo ai tifosi: “Senza di voi nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Spero di poter essere un buon ambasciatore del tennis, da grandissimo appassionato di sport quale sono”. Nadal campione anche di valori: “In tutta la mia vita ho cercato di impegnarmi ogni giorno per competere al meglio, di farlo con umiltà e rispetto. Credo di essere stato una persona di saldi valori, che è la cosa più importante”. Omaggio in chiusura alla famiglia: “Mi è stata accanto quando ero all’apice e nei momenti difficili. Adesso inizia una nuova vita, non so cosa succederà ma sono tranquillo perché ho una grande famiglia”. Applausi.