Pagina 2 | Sinner da cacciatore a preda: sta per iniziare l’anno della Volpe

Siamo nell’anno della volpe, secondo il calendario zodiacale del tennis. Vi siamo entrati ai primi di giugno dell’anno scorso, il 10 per l’esattezza, trentadue settimane fa. Gli individui nati in questo periodo saranno attenti e studiosi, molto riservati e riterranno la vita come una casa da migliorare di continuo. L’innata perseveranza li condurrà a evitare le frivolezze, saranno pazienti, ma non sempre tolleranti.

Sinner, è iniziata la caccia alla volpe

Jan è la volpe per diritto di nascita. Pelo fulvo, capacità di adattarsi a qualsiasi ambiente, vive in piccoli gruppi, oggi ribattezzati Team. Orecchie ben dritte, Sinner lo disegnano con accentuazioni robotiche, Linneo che fu il primo ad attribuirle il nome, “vulpes vulpes”, ne avrebbe fatto probabilmente una specie a parte, una Robovulpes Jannicea, o qualcosa del genere. Ma non una sottospecie. Alla destrezza conclamata, alle evidenti doti difensive, Sinner ha aggiunto ritmo e corsa, botte da orbi e una decisa abilità per gli affari immobiliari, che passano tutti sotto il marchio della volpe elettromeccanica. Non ho mai avuto dubbi sulla spinta evoluzionistica che il tennis di Sinner trasmetterà al gioco dei prossimi anni, mi chiedo a questo punto se farà lo stesso con la classificazione scientifica dei Canidi Vulpini.

 

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Sinner, da cacciatore a preda

Ne parlo perché Jannik, da quest’anno, proprio la volpe sarà costretto a fare. Gioca in casa, direte voi, sì, ma il cambiamento è grande, quasi una rivoluzione copernicana. A capo per mesi della muta di inseguitori, dietro a Djokovic prima ma senza perdere d’occhio Alcaraz che al numero uno è giunto diciannovenne (per rimanervi 36 settimane), in queste giornate a Melbourne Park, con vista sui grattacieli del centro città, raddoppiati, forse triplicati negli ultimi anni, Sinner lascerà agli altri il compito di cacciare, e assumerà in via (penso) definitiva quello di preda irraggiungibile. Ruolo già sperimentato nei mesi finali del 2024, e con ottime indicazioni sulla didattica salvavita che deve permearlo e fare da sostegno alle nuove incombenze: portarsi fuori tiro, rendersi inaccessibile e inarrivabile, sottoporre gli inseguitori a una gragnola di colpi tale da stordirli prima del corpo a corpo conclusivo. Vinti gli Australian Open, Rotterdam e Miami, da quando è numero uno (10 giugno) Sinner ha alzato altri 6 trofei: Halle, Cincinnati, Us Open, Shanghai, Atp Finals e Coppa Davis. La volpe ci sa fare, come si vede, e la sua trasformazione da semplice preda, con tutto ciò che di scomodo e ansiogeno comporta, a preda d’assalto, è già in essere. Gli Australian Open, è probabile, faranno chiarezza anche su questo punto. Una volpe sola al comando. Questione di Dna.

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Sinner alla ricerca di conferme

Stanotte, intorno alle quattro, partirà la stagione. Sinner lo farà sul campo più nobile, la Laver Arena, destinato a diventare in questo primo Slam la sua magione, un piccolo privilegio che il sorteggio gli ha concesso, rovesciando la gran parte degli oppositori nell’inferno del girone “di sotto”, dove grande sarà l’appiccicume dei match che potrebbero cambiare le sorti del torneo. Avversario di Sinner sarà l’omone cileno Nicolas Jarry, 201 centimetri che al servizio si fanno sentire, come anche negli spostamenti, che sono da accelerato. A un passo dai trent’anni Nicolas è alle prese con la terza parte della carriera, la più felice delle tre, a quanto pare. Le prime due si sono spente tra infortuni (al polso il più grave) e storie di doping (trovato positivo a gennaio 2020, squalificato per 11 mesi) dopo che nel corso del 2019 si era imposto nel primo dei tre tornei Atp vinti in carriera, a Bastad. Tornato a giocare a fine di quello stesso anno, con zero punti in classifica e qualche amico disposto a concedergli preziose wild card, ha risalito la china vincendo nei challenger e nel 2023 ha completato la risalita con i successi a Santiago del Cile e Ginevra. L’anno scorso, le finali di Buenos Aires e quella di Roma, la prima in un “1000”, persa con Zverev, l’hanno tenuto in linea di galleggiamento nella fascia alta del ranking, insieme con i successi su tre top ten (Alcaraz, Ruud e Tsitsipas), fino al best ranking del maggio scorso, al numero 16. Ora è 34. Sinner parte dall’1-1 dettato da una sconfitta lontanissima nel tempo, 2019 sull’erba di s’Hertogenbosch, e dal successo di Pechino, in tre set, l’anno scorso. Jarry viene da quattro eliminazioni al primo turno negli Slam dell’anno passato.

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Australian Open, gli altri italiani in campo: derby Arnaldi-Musetti

In campo, nella notte, anche Cocciaretto con la Shnajder e Bronzetti contro Azarenka sulla Kia Arena. Alle prime luci dell’alba Fognini con Dimitrov (2-5 i precedenti) sulla 1573 Arena, e Nardi opposto al canadese Diallo sul Court 6 mentre il derby Arnaldi e Musetti sarà il terzo match sul Court 13. Attaccati al chiodo i capelli lunghi di una volta, Musetti - testa di serie numero 16 - è al quarto confronto con Arnaldi, che solo a Bastad, nell’ultimo testa a testa, gli ha strappato un set e obbligato a un affannoso tie break finale, deciso solo al quattordicesimo punto. Rese note le date del processo (16-17 aprile), Sinner ha saputo anche il nome di chi presiederà il panel dei giudici. Con il londinese Jeffrey Benz, scelto da Sinner, e l’israeliano Ken Lalo nominato dalla Wada, sarà il cinquantacinquenne lussemburghese Jacques Radoux a guidare i lavori. Un ex tennista, numero 458 del ranking, con alle spalle alcuni match di Coppa Davis e la nomina a capitano fino al 2023. Difficile valutare la nomina. Un uomo di tennis non è detto sia un voto in più per Sinner, forse però un ex capitano saprà valutare meglio il giusto rapporto di fiducia che deve correre fra un giocatore e i membri del suo team.

Sinner e il caso doping, fissata la data dell'udienza: l'annuncio ufficiale

Bolelli e Vavassori trionfano a Adelaide

Ultima annotazione. È arrivato il primo dei 24 trofei che serviranno all’Italia per pareggiare la straordinaria stagione appena finita. È giunto - in anticipo sui tempi - da Bolelli e Vavassori, vincitori in doppio a Adelaide. A Melbourne si attende il secondo.

 

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Sinner, da cacciatore a preda

Ne parlo perché Jannik, da quest’anno, proprio la volpe sarà costretto a fare. Gioca in casa, direte voi, sì, ma il cambiamento è grande, quasi una rivoluzione copernicana. A capo per mesi della muta di inseguitori, dietro a Djokovic prima ma senza perdere d’occhio Alcaraz che al numero uno è giunto diciannovenne (per rimanervi 36 settimane), in queste giornate a Melbourne Park, con vista sui grattacieli del centro città, raddoppiati, forse triplicati negli ultimi anni, Sinner lascerà agli altri il compito di cacciare, e assumerà in via (penso) definitiva quello di preda irraggiungibile. Ruolo già sperimentato nei mesi finali del 2024, e con ottime indicazioni sulla didattica salvavita che deve permearlo e fare da sostegno alle nuove incombenze: portarsi fuori tiro, rendersi inaccessibile e inarrivabile, sottoporre gli inseguitori a una gragnola di colpi tale da stordirli prima del corpo a corpo conclusivo. Vinti gli Australian Open, Rotterdam e Miami, da quando è numero uno (10 giugno) Sinner ha alzato altri 6 trofei: Halle, Cincinnati, Us Open, Shanghai, Atp Finals e Coppa Davis. La volpe ci sa fare, come si vede, e la sua trasformazione da semplice preda, con tutto ciò che di scomodo e ansiogeno comporta, a preda d’assalto, è già in essere. Gli Australian Open, è probabile, faranno chiarezza anche su questo punto. Una volpe sola al comando. Questione di Dna.

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