© LaPresseRitorno col sorriso per Venus Williams. La 45enne, ex numero 1 al mondo e sette volte vincitrice Slam, ha festeggiato la vittoria negli ottavi di finale del tabellone di doppio femminile al Washington Open, dopo 16 mesi di lontananza dal tennis. La statunitense e la connazionale Hailey Baptiste hanno battuto con il punteggio di 6-3 6-1 Clervie Ngounoue ed Eugenie Bouchard, prossima al ritiro. "Essere qui è stimolante. Adoro questo sport e continuo a dare il massimo", le parole di Venus Williams a Sky Sports. "Il tennis è sinonimo di eccellenza. Il pubblico è stato incredibile. In una situazione così puoi crollare o farti coinvolgere, penso che ci siamo fatte trascinare dal pubblico", ha aggiunto la cinque volte campionessa di Wimbledon, che non metteva piede in campo dal Miami Open del marzo 2024.
Le parole delle due protagoniste
"Dopo la partita, Hailey mi ha chiesto: 'Come ti sei sentita?'. Probabilmente è ancora più difficile giocare il doppio per primo, perché non sono una doppista!", ha scherzato Venus, che nel doppio vanta 16 titoli del grande slam (due dei quali nel misto) e tre ori olimpici. Sugli spalti del Grandstand di Washington, ad assistere all'incontro c'era anche una leggenda dell'NBA come Kevin Durant, che ha attirato l'attenzione delle due giocatrici: "Ho sentito il pubblico iniziare a urlare 'KD' e non avevo intenzione di guardare, mi dovevo concentrare solo sul prossimo punto", ha dichiarato Baptiste. "In realtà da lì hai iniziato a giocare bene", ha risposto ironicamente nella conferenza stampa congiunta Venus Williams, che stanotte tornerà a competere anche in singolare: affronterà la connazionale Peyton Stearns, 23 anni e n.35 WTA.
Il periodo difficile
"Ho ripreso confidenza con la palla, è semplicemente bello poter giocare: se penso che un anno fa mi preparavo a un intervento chirurgico, e ora mi preparo alla partita...". Williams si è sottoposta a un intervento, ma ora si gode il ritorno in campo: "Penso che la mia prospettiva in quel momento fosse quella di voler solo essere in salute. Puoi giocare tutte le partite del mondo, puoi fare tutte le cose del mondo, ma quando la salute se ne va o quando le tue opportunità vengono portate via, tutto cambia completamente. Non pensavo nemmeno al tennis nel momento dell'operazione; ma il tennis è uno sport, è la nostra vita, letteralmente la nostra ossessione, è in realtà un culto, credo. Ma alla fine dei conti, non importa se non hai la salute. Mi ha sicuramente messo le cose in prospettiva e forse mi ha reso più facile prendere la decisione di tornare qui e magari giocare ancora più liberamente", ha concluso.