© EPAFlavia Pennetta ha vissuto un fine settimana torinese, al Circolo della Stampa Sporting, in veste di testimonial del progetto “Road to Finals 2025” targato Range Rover. Dalle tribune del rinnovato Campo Stadio, dopo aver palleggiato al mattino con alcuni dei protagonisti delle finali nazionali, la campionessa degli US Open 2015 è tornata ai suoi ricordi torinesi di ragazzina: «Mi rivedo su questo Centrale in occasione della finale di un torneo Under 16 internazionale che persi contro l’australiana Alicia Molik. In semifinale, sui campi che sono oggi quelli del Tennis Training dove si allenano i big delle Finals, avevo invece vinto in semifinale contro Jelena Dokic. Sono poi ricapitata a Torino per il Trofeo Kinder Joy of Moving e l’ho visitata con più attenzione. Una città molto bella nella quale tornerò tra poco per le Finals 2025 che seguirò come commentatrice Sky». Cosa pensa dell’attuale momento del tennis italiano? «Siamo diventati una nazione leader alla quale tutti guardano con ammirazione. In campo maschile battiamo regolarmente il record di presenze nei tabelloni degli Slam e dei Masters 1000 e questo certifica la profondità del movimento. Non ci sono “solo” Sinner e Musetti, ma diversi giocatori che si alternano nell’alzare i trofei ATP. Parlo di Cobolli, Darderi, Berrettini nel 2024, e di tutti quelli che sono in top 100 o subito dietro. Lo spirito di emulazione è stato molto importante sotto questo profilo».
Pennetta: "Sinner perfezionista". E su Musetti...
Sinner e i cambiamenti che sta mettendo in atto. Quali sono nello specifico?
«È da tempo che sta lavorando sul servizio e i risultati si sono visti. I colpi d’inizio gioco sono fondamentali nel tennis moderno, battuta e risposta su tutti. In quest’ultima l’azzurro è uno specialista assoluto, nel servizio progredisce e il suo salto di qualità è palese. Continua in questo processo cercando di alzare le percentuali per comandare fin da subito lo scambio. Cerca di crescere anche in altre parti del gioco come peraltro fanno i suoi avversari. Arricchire il bagaglio tecnico significa avere più soluzioni. Magari non le userà nei momenti più delicati degli incontri ma saprà di poterli tirar fuori anche come effetto sorpresa».
Cosa la colpisce maggiormente di Sinner e come vede la rivalità con Alcaraz?
«Mi piace molto come persona e ammiro la sua capacità, almeno in apparenza, di farsi scivolare addosso le cose, gestendole con tranquillità. A volte sembra essere in un mondo tutto suo ma questo appartiene anche in parte alla terra dalla quale proviene. È un perfezionista ed è rimasto umile nonostante la dimensione di personaggio acquisita. Il dualismo con Alcaraz è destinato a durare perché i due hanno tracciato un solco nei confronti del resto del gruppo».
Potrebbero essere avvicinati da Musetti?
«Lorenzo ha un talento assoluto e colpi vincenti in ogni zona del campo. È migliorato molto anche sotto il profilo mentale facendo quello step in avanti che tutti gli chiedevano ma non era affatto banale. Non potrà mai avere la continuità di Sinner ma credo che la partecipazione alle Finals gli appartenga ormai di diritto. Speriamo già quest’anno, anche se i punti in palio sono ancora molti. A volte si pensa che dopo gli US Open la stagione sia ormai al capolinea ma non è affatto così».
