© Getty Images"Sono consapevole che mi sto avvicinando alla fine della mia carriera. Non posso subire un altro intervento che mi terrebbe lontano dai campi da sei a nove mesi". Ospite di Josh Mansour nel podcast Unscripted, Nick Kyrgios ha parlato del suo stato di forma non ottimale, che lo ha visto giocare solamente 5 match di singolare in questa stagione, l'ultimo dei quali lo scorso 21 marzo contro Karen Khachanov a Miami. "Non vuoi arrivare al punto in cui inizi a odiare il tuo lavoro o ciò che fai. Quando entri in campo e non puoi allenarti senza dolore o altro, ti lascia un sapore amaro in bocca", ha aggiunto Kyrgios, il quale non esclude che il prossimo possa essere il suo ultimo anno: "Mi alleno e gioco praticamente ogni giorno, semplicemente non gareggio. Il calendario è quasi finito in termini di tornei, ma mi sto preparando per alcuni eventi: non so esattamente quali ma giocherò l'Australian Open, lo saluterò un'ultima volta".
Il rapporto con Sinner
Kyrgios è tornato a parlare del rapporto con Jannik Sinner, da tempo ai minimi storici dopo il caso clostebol. Se il numero 2 del mondo non ha mai dato rilevanza agli attacchi ricevuti dall'australiano, quest'ultimo dal canto suo continua a gettare benzina sul fuoco: "Molti giocatori mi apprezzano, ma ce ne sono anche altri che non sopporto, come Sinner. Ora il rapporto tra di noi è diventato teso. Dopo tutto lo scandalo del doping, non vado per niente d'accordo con molte persone. Era il numero 1 del mondo, non c'è dubbio che sia un giocatore incredibile che, insieme ad Alcaraz, porterà avanti questo sport per i prossimi 10-15 anni. Quindi hanno chiaramente cercato di proteggerlo. E poi, il CEO e tutte le persone più importanti nell’ATP sono italiani. Tutta la storia per me è una str**zata. Penso che sia abbastanza bravo da farcela anche senza, glielo dirò in faccia, non ha bisogno di questo".
Andy Murray: un nemico a sorpresa
Kyrgios ha rivelato anche che la sua amicizia con Andy Murray è finita: "È sempre stato un mio grande sostenitore. Una volta ha notato i segni sul mio corpo e mi ha chiesto cosa fossero. Cercava di consigliarmi, di aiutarmi. Ancora oggi gli sono molto grato per tutto ciò che ha fatto", ha spiegato l'australiano ricordando il suo bel rapporto con lo scozzese in passato, ma adesso "Non so nemmeno se lo considererei ancora un amico, forse solo un collega. Prima eravamo molto più uniti. È stata una delle persone che mi ha sostenuto di più in quel periodo, ma ora non parliamo quasi più". Il motivo? Quasi infantile: "Volevo che fosse ospite in un episodio del mio podcast, ma si è mostrato troppo distaccato. Avrei voluto dirgli: ‘Fratello, trova un po’ di tempo’”, ha concluso.