Nitto ATP Finals, da Sinner a Rune: pagelle su stagione e stato di forma

Diamo i voti ai magnifici otto che da domenica si daranno battaglia al Pala Alpitour di Torino: l'azzurro per la prima volta nei top 5, ha anche scoperto come battere Medvedev

Gli ultimi record Jannik Sinner può fabbricarseli in casa. Un approdo alla semifinale delle Finals, per esempio. E un punteggio superiore ai sei mila punti in classifica. Saranno altri due trofei da riporre nella speciale bacheca dei ricordi, quella con la scritta “Mai italiano ha saputo fare meglio”. Il torneo dei maestri paga bene, e non solo in euro. Duecento punti a vittoria, nel Round Robin. Chi vince senza perdere un solo incontro porta a casa 1500 punti, più di un Masters 1000, meno di uno Slam. Ci si affanna spesso a definire questo o quel torneo, Internazionali compresi, il “Quinto Slam” e da tre anni ce l’abbiamo a casa, a Torino.

Le Finals raramente deludono, impossibile addirittura se c’è uno dei nostri in campo, ad amplificare passioni ed emozioni. Sono lo specchio della stagione, e offrono un concreto supporto a chiunque voglia determinare quale sia lo stato del tennis.

Gli otto di questa edizione, la terza sotto la Mole che s’illumina di notte per avvisare la città quando un nuovo qualificato si è aggiunto alla lista, vengono a dirci che il confronto con il passato è ancora all’ordine del giorno - e così resterà finché l’uomo da battere sarà l’ultimo dei Fab Four -, ma anche che la sfida è aperta sia con la generazione di mezzo (quattro presenze, con i 25 anni di Tsitsipas, i 26 di Rublev e Zverev e i 27 di Medvedev), sia con la Z Generation, i nati nel duemila (Alcaraz e Rune, 20 anni, Sinner 22). Ci dice che l’America forse ha accorciato le distanze (e BumbumBen Shelton promette di ridurle ancora di più) ma per il momento sta a guardare, fuori dai giochi, che sono tutti europei. Infine, che il nostro tennis ha ritrovato il proprio spazio, ed è presente all’evento per la terza volta in cinque anni: Berrettini nel 2019 e nel 2021 (nel 2020 fu riserva), Sinner nel 2023 (nel 2021 fu riserva e prese il posto di Matteo).

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I voti all'andamento della stagione e all'attuale stato di forma

Trovare un favorito, tra gli otto di Torino, non è così difficile, ma è più facile sbagliarlo. Fra i protagonisti corrono differenze sottili, estremamente volatili, costruite le più solide sull’abitudine a certo tipo di gare, sullo stato di forma, sulle motivazioni e dunque sulla testa di ognuno di loro, ma le altre fondate su sostanze ben più evanescenti, quasi fossero presenti solo allo stato gassoso, come l’entusiasmo, il crederci fino in fondo, i ricordi più o meno scomodi di precedenti confronti. Eppure tutte, in qualche modo, decisive, addirittura in grado di compensarsi.

Proviamo a renderle più esplicite con queste annotazioni sintetizzate da un voto all’andamento della stagione e all’attuale stato di forma.

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Novak Djokovic: stagione 9.5, momento attuale 8

Tre Slam su quattro e una finale persa al quinto set. È la quarta volta che Nole arriva a tanto, una più di Federer che vi riuscì dal 2004 al 2007. Gli anni del Djoker sono stati invece il 2011, il 2015, poi il 2021 e il 2023, l’anno che concede al serbo il crisma dell’eternità agonistica. Forse non gioca più come una volta, forse è meno rapido negli spostamenti, ma ha una risposta per ogni tentativo di controffensiva. Ha imparato a gestirsi meglio, anche. Prende i giusti momenti di riposo e ha ancora la capacità di entrare in forma dopo quattro game. L’ha fatto anche a Parigi Bercy, vincendo il suo secondo Masters 1000 della stagione (6 complessivamente i tornei vinti) e numero 40 in assoluto, cifra che per alcuni vale quel Grand Slam che non è mai riuscito a conquistare.

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Carlos Alcaraz: stagione 8.5, momento attuale 5.5

Giura di essere al 75 per cento del proprio potenziale. Lo ha detto a Bercy, ed è la stessa cosa che sosteneva a Melbourne, undici mesi fa. Una stagione è passata senza portare miglioramenti? Non è così. In questo 2023 Alcaraz si è confermato tennista da Slam vincendo Wimbledon, e di vertice, numero uno per 15 settimane. Dopo gli US Open (semifinale) ha avuto un calo, tra infortuni e affaticamento. Ha giocato appena 8 match perdendone 3, in una stagione però da 63 vittorie e appena 10 sconfitte (con 6 tornei vinti). E a 20 anni di più non è giusto pretendere.

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Daniil Medvedvev: stagione 8, momento attuale 6.5

Le ultime due sconfitte contro Sinner contano, eccome. Fossero andati in maniera diversa, quei match, Medvedev sarebbe salito a 7 vittorie stagionali. Invece, l’ultima resta quella di Roma, lontana mesi, seppure più che importante per uno che non era mai riuscito a vincere sul rosso. Finalista agli US Open, semifinalista a Wimbledon.

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Jannik Sinner: stagione 8.5, momento attuale 8.5

Primo Masters 1000 (Toronto), prima volta nei Top 5, primo italiano a vincere 4 tornei in una stagione. A essere il primo Jannik si sta abituando, ma non crediate che sia facile. È un fatto di testa, la stessa che lo sta colmando di entusiasmo per queste Finals cui giunge in via diretta per la prima volta. Se l’è meritate e può fare molto bene, ora che ha scoperto come battere Medvedev (Pechino, Vienna) e si è ripetuto con Alcaraz (Pechino, 4-3 nelle sfide). È tra i favoriti a Torino, anche se è bene che non ci pensi troppo.

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Andrey Rublev: stagione 8, momento attuale 7

Sempre combattivo e fragile, sempre gli stessi errori, ma sempre commessi a una velocità da jet supersonico. Andrey ha vinto il primo 1000 in carriera a Montecarlo, poi Bastad. Anche nel senso che dopo non ha vinto più niente. Ma è sempre lì. Minaccioso e intransigente con se stesso.

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Stefanos Tsitsipas: stagione 7, momento attuale 6,5

Lo fanno giocare troppo e non riesce più a esprimere il tennis felice di una volta. Ha rimediato un successo a Los Cabos, ma l’unico vero exploit è stata la finale di Melbourne. Cenni di ripresa negli ultimi tornei con le semi di Anversa, Vienna e Bercy.

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Alexander Zverev: stagione 8, momento attuale 6.5

Si è ripreso con coraggio un posto nei primi dieci, sbloccandosi dal ricordo del brutto infortunio di un anno fa con il ritorno in semifinale al Roland Garros. Ha vinto due tornei, Amburgo e Chengdu. Negli ultimi ha navigato a vista. I pensieri sono già al 2024.

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Holger Rune: stagione 7.5, momento attuale 5.5

Infortuni e uno stato di malessere generale hanno condizionato l’ultima parte della stagione. Ha vinto solo Monaco, ma ad agosto era numero 4, ora è 10 nella classifica generale e 8 nella Race. A Basilea e Bercy è apparso però in ripresa.

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Gli ultimi record Jannik Sinner può fabbricarseli in casa. Un approdo alla semifinale delle Finals, per esempio. E un punteggio superiore ai sei mila punti in classifica. Saranno altri due trofei da riporre nella speciale bacheca dei ricordi, quella con la scritta “Mai italiano ha saputo fare meglio”. Il torneo dei maestri paga bene, e non solo in euro. Duecento punti a vittoria, nel Round Robin. Chi vince senza perdere un solo incontro porta a casa 1500 punti, più di un Masters 1000, meno di uno Slam. Ci si affanna spesso a definire questo o quel torneo, Internazionali compresi, il “Quinto Slam” e da tre anni ce l’abbiamo a casa, a Torino.

Le Finals raramente deludono, impossibile addirittura se c’è uno dei nostri in campo, ad amplificare passioni ed emozioni. Sono lo specchio della stagione, e offrono un concreto supporto a chiunque voglia determinare quale sia lo stato del tennis.

Gli otto di questa edizione, la terza sotto la Mole che s’illumina di notte per avvisare la città quando un nuovo qualificato si è aggiunto alla lista, vengono a dirci che il confronto con il passato è ancora all’ordine del giorno - e così resterà finché l’uomo da battere sarà l’ultimo dei Fab Four -, ma anche che la sfida è aperta sia con la generazione di mezzo (quattro presenze, con i 25 anni di Tsitsipas, i 26 di Rublev e Zverev e i 27 di Medvedev), sia con la Z Generation, i nati nel duemila (Alcaraz e Rune, 20 anni, Sinner 22). Ci dice che l’America forse ha accorciato le distanze (e BumbumBen Shelton promette di ridurle ancora di più) ma per il momento sta a guardare, fuori dai giochi, che sono tutti europei. Infine, che il nostro tennis ha ritrovato il proprio spazio, ed è presente all’evento per la terza volta in cinque anni: Berrettini nel 2019 e nel 2021 (nel 2020 fu riserva), Sinner nel 2023 (nel 2021 fu riserva e prese il posto di Matteo).

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