Panatta esclusivo: "Sinner maestro e le inutili sceneggiate di Djokovic"

Il grande ex tennista racconta per Tuttosport la sfida delle Nitto Atp Finals e incorona Jannik: "Non è difficile immaginarlo in testa alla classifica. Sa sempre quello che sta facendo"
Panatta esclusivo: "Sinner maestro e le inutili sceneggiate di Djokovic"© ANSA

Vabbè, d’accordo, lo avevo detto che Sinner avrebbe battuto Djokovic, ma non era così difficile, né lo è, immaginare ora che un ragazzo del genere arrivi prima o poi al numero uno. Non era difficile per un occhio abituato al tennis, posso aggiungere, ed è vero, ma l’osservazione va oltre le cose che Sinner ha imparato e assemblato in questi mesi.

Il fatto è che è diventato giocatore vero, sa giocare a tennis, coglie i momenti giusti per fare una cosa o un’altra, studia la partita in un modo ma è pronto ad apportare quelle modifiche che l’andamento della stessa suggerisce. Sa giocare bene, sta in campo da giocatore vero, e appartiene a una categoria non così ampia.

La consapevolezza di Sinner

Ne ho conosciuti tanti di tennisti che non sanno giocare a tennis, e tra di loro vi sono anche degli autentici campioni. So bene che quando dico, o scrivo, una cosa del genere, finisco per sollevare un mare di domande. Ma si può vincere a tennis anche con un unico schema, a patto di essere dotati di fisico e colpi violenti. Sinner appartiene alla categoria opposta, a quelli che sanno che cosa fare e perché lo stanno facendo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sinner impermeabile ai "giochetti" di Djokovic

Con Djokovic è stato straordinario. Non si è fatto incantare dalle “finte” del serbo, dalle sue richieste inusuali. La pipì che gli scappa quando il secondo set è già cominciato. La chiamate del medico perché gli fa male il collo. Sceneggiate, che non capisco a che cosa gli servano. Con Sinner, a nulla. Il primo set l’ha giocato ad alto livello, ma nel terzo è stato davvero incredibile, perché quando Djokovic l’ha rimontato dal 4-2 al 4 pari, il match rischiava di mettersi di traverso. E il tie break l’ha giocato con una lucidità tale che sembrava lui il “maestro”, e non Nole, che ha 14 anni in più.

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Vabbè, d’accordo, lo avevo detto che Sinner avrebbe battuto Djokovic, ma non era così difficile, né lo è, immaginare ora che un ragazzo del genere arrivi prima o poi al numero uno. Non era difficile per un occhio abituato al tennis, posso aggiungere, ed è vero, ma l’osservazione va oltre le cose che Sinner ha imparato e assemblato in questi mesi.

Il fatto è che è diventato giocatore vero, sa giocare a tennis, coglie i momenti giusti per fare una cosa o un’altra, studia la partita in un modo ma è pronto ad apportare quelle modifiche che l’andamento della stessa suggerisce. Sa giocare bene, sta in campo da giocatore vero, e appartiene a una categoria non così ampia.

La consapevolezza di Sinner

Ne ho conosciuti tanti di tennisti che non sanno giocare a tennis, e tra di loro vi sono anche degli autentici campioni. So bene che quando dico, o scrivo, una cosa del genere, finisco per sollevare un mare di domande. Ma si può vincere a tennis anche con un unico schema, a patto di essere dotati di fisico e colpi violenti. Sinner appartiene alla categoria opposta, a quelli che sanno che cosa fare e perché lo stanno facendo.

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