Vabbè, d’accordo, lo avevo detto che Sinner avrebbe battuto Djokovic, ma non era così difficile, né lo è, immaginare ora che un ragazzo del genere arrivi prima o poi al numero uno. Non era difficile per un occhio abituato al tennis, posso aggiungere, ed è vero, ma l’osservazione va oltre le cose che Sinner ha imparato e assemblato in questi mesi.
Il fatto è che è diventato giocatore vero, sa giocare a tennis, coglie i momenti giusti per fare una cosa o un’altra, studia la partita in un modo ma è pronto ad apportare quelle modifiche che l’andamento della stessa suggerisce. Sa giocare bene, sta in campo da giocatore vero, e appartiene a una categoria non così ampia.
La consapevolezza di Sinner
Ne ho conosciuti tanti di tennisti che non sanno giocare a tennis, e tra di loro vi sono anche degli autentici campioni. So bene che quando dico, o scrivo, una cosa del genere, finisco per sollevare un mare di domande. Ma si può vincere a tennis anche con un unico schema, a patto di essere dotati di fisico e colpi violenti. Sinner appartiene alla categoria opposta, a quelli che sanno che cosa fare e perché lo stanno facendo.