Thiago Motta, Allegri e il pressing offensivo
Ma la sensazione di maggior presenza fisica aggressiva per un atteggiamento più grintoso tra le due squadre a favore del Bologna la si pesa con le azioni di pressing (134 per la Juventus e 157 per il Bologna) che vengono confermati anche nel pressing riferibile solo alla porzione di campo degli avversari (59 per la Juventus e 70 per il Bologna). Del resto il numero di passaggi che gli avversari della Juventus riescono a fare prima di essere interrotti è 13 mentre col Bologna arriviamo soltanto a 10. E a proposito sempre della reattività oltre che attitudine a cercare il gol, ecco il numero di tiri entro 5” dalla riconquista del pallone che è di 2,4 per la Juventus e 2,8 per il Bologna. Anche il numero medio di tiri in porta a partita premia i bolognesi (4,4) rispetto ai torinesi (3,7).
Allegri-Juve, il dato che spiega la stagione
Ma attenzione. C’è un dato che è in controtendenza e può spiegare gran parte della stagione allegriana, con la parabola discendente della seconda parte: le situazioni riconducibili a occasioni da gol sono a favore della Juventus (49,5) rispetto a quelle del Bologna (44). Questo dato significa che il gioco al risparmio energetico e non solo di Allegri produce comunque più momenti di pericolosità per gli avversari di quello di Thiago Motta, il problema è la scarsa lucidità degli juventini nel tramutare in rete questo tipo di palle. Tempo fa avevamo fatto titoli sulla necessità di aggiustare la mira o raddrizzare i piedi e con il tempo la situazione non è migliorata. Del resto se in campionato togliamo i sedici gol di Vlahovic, ecco che restano i 7 di Chiesa, i tre di Milik, la rete di Yildiz e nessuna di Kean: davvero un bottino complessivamente misero per il reparto d’attacco. Anche questo dato conta, ma non basta per spiegare perché a fine partita la Juve lasci la sensazione di non aver dato il tutto per tutto mentre il Bologna che abbia spremuto ogni atomo di energia a disposizione.