Nuoto azzurro, l'America siamo noi e portiamo la pace

Sono bastati due giorni di gare per scacciare tutte le nubi che gravavano in questi mesi sull’Italnuoto dopo le fatiche di tre anni magici e le paure per una primavera senza grandi acuti
Nuoto azzurro, l'America siamo noi e portiamo la pace

L’America siamo noi. I padroni del mondo delle piscine battuti per la prima volta nella staffetta veloce, Thomas Ceccon che dopo averla conclusa si certifica come il vero nuovo Michael Phelps gareggiando sette volte in 48 ore e salendo sul podio due volte e... mezza.

Argento nella 4x100 lunedì, oro nei 50 farfalla ieri mezz’ora dopo dopo aver realizzato il miglior tempo nelle semifinali dei 100 dorso. Il nostro fenomeno e uomo squadra, insieme a Nicolò Martinenghi (e siamo solo all’inizio) porta già in doppia cifra il bottino azzurro, precedendo nel medagliere dominato dalla nuova Cina proprio loro, gli americani.

I trionfi dell'Italnuoto

Azzurra, sulle braci ancora ardenti dell’eredità di Federica Pellegrini e con l’esempio di Gregorio Paltrinieri, è diventata una portaerei che, proprio in questi tempi di guerra (e non solo quella reale e tragica in Ucraina) porta pace lanciando medaglie a ripetizione. Sono bastati due giorni di gare tra le corsie per scacciare tutte le nubi che gravavano in questi mesi sull’Italnuoto dopo le fatiche di tre anni magici e le paure per una primavera senza grandi acuti, ma anche per dare un segnale fortissimo a tutto il movimento, nazionale e mondiale. Perché non va dimenticato che da settembre scorso la federnuoto è sotto aggressione da parte di World Aquatics (l’ex Fina, che sembra aver ereditato dalla Iaaf non solo il cambio di nome ma anche l’antiquata e intollerabile malagestione), che ha squalificato per tre anni il presidente Paolo Barelli, accusato di illeciti e ancora sospeso nonostante l’assoluzione del Coni (guidato da Giovanni Malagò, non certo un amico del senatore di Forza Italia).
In un’altra Italnuoto, ma probabilmente in quasiasi altra federazione, l’assenza di un vertice e le polemiche connesse avrebbero frenato tutti. Anche gli atleti. Invece Azzurra ha continuato a navigare e a collezionare trionfi in qualsiasi porto approdasse, segno davvero di una nuova maturità a tutti i livelli, come dimostrato da Ceccon e Martinenghi nella gestione delle loro fatiche ed energie in queste ore. Un’Azzurra pronta a confermarsi anche il prossimo anno alle Olimpiadi di Parigi. Dopo aver lasciato il segno sul Mondiale di Fukuoka.

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