Alcuni dicono che la velocità è sinonimo di spettacolo.
«Non sono d’accordo. In televisione si percepisce d’avvero la velocità? Anche ora con le riprese dal drone non mi sembra che sia quello il focus. Per me le gare sarebbero molto più spettacolari con velocità più ridotte e qualche salto in più».
Imporre sci meno performanti?
«Difficile, lo sviluppo dei materiali continua. Ora accelerano in tempi molto più ristretti. E scioline, tute, aerodinamica... tutto porta alla velocità. Per me bisogna intervenire sulle piste, tornando a quelle storiche e naturali come Kitzbuehel per gli uomini e qui a Cortina, con tanti dossi e ondulazioni, passaggi tra le rocce. Senza lisciarle, lasciandole mosse perché così si esalta la tecnica. Non so però se alle ragazze di oggi piacerebbe...».
Federica Brignone s’è lamentata delle piste-autostrada...
«Ha ragione. Sciatrici molto tecniche come lei ora possono fare meno la differenza. Più pista e neve sono facili, più devi rischiare e fare cose estreme per andare veloce. Non c’è più spazio per l’interpretazione, quello che esalta i campioni. Lo sci non è il Kilometro Lanciato. Per fortuna Federica, Sofia e Marta vincono e lo fanno da tempo. La squadra è più forte della mia».
Manca lo slalom. E tutte le discipline tecniche tra gli uomini.
«Bisogna lavorare sui bambini. Non vedo più insegnare le curve strette, si punta subito a buttare giù gli sci perché i giganti sono diventati molto più veloci. Ma le curve strette non te le inventi da grande. Per me è fondamentale imparare la tecnica, la velocità e le linee poi le impari con il tempo. Prima bisogna imparare a sciare bene».