Mercato Juve, il piano: Rabiot, c’è più fiducia. Altrimenti Milinkovic

Ultimi giorni per il sì, nel club bianconero aumenta l’ottimismo. Ma in caso di no, il serbo è in cima alla lista
Mercato Juve, il piano: Rabiot, c’è più fiducia. Altrimenti Milinkovic© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - In questa fase la Juventus si sta concentrando su due aspetti: le cessioni e il lavoro in entrata sugli esterni. Ma c’è anche la questione conferme ancora aperta, almeno in parte. Una missione è già stata portata a termine: senza riscatto, ma Arek Milik è rimasto a Torino dopo aver trovato l’accordo con il Marsiglia sulla base di un pagamento dilazionato di 6 milioni circa più uno abbondante di bonus. Ma la conferma più importante, nelle intenzioni della società ma anche nelle idee di Massimiliano Allegri, è quella di Adrien Rabiot: coefficiente di difficoltà decisamente superiore rispetto all’operazione per il polacco. La Juventus non ha imposto ultimatum al francese, ci mancherebbe: ha formulato la proposta di rinnovo, puntando sul senso di appartenenza che il centrocampista ha sviluppato negli anni torinesi e anche sul sentimento di riconoscenza nei confronti di una squadra che ha puntato su di lui pure nei momenti più difficili, per non parlare dell’eccellente rapporto con Allegri. L’offerta bianconera è di un anno ancora insieme e poi si vedrà: non c’è una scadenza, ma è normale che il club si aspetti una risposta a stretto giro di posta, anche perché attorno al sì o al no del francese si annodano le scelte di mercato conseguenti della dirigenza juventina.

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Juve, obiettivo Milinkovic-Savic se Rabiot non rinnova

Diciamo che, pur senza deadline, il 30 giugno è la data chiave: a quel punto, dal giorno successivo, Rabiot non sarà più un giocatore della Juventus a tutti gli effetti, anche dal punto di vista contrattuale, per cui il club si sentirà libero di andare avanti nella ricerca di una mezzala titolare. A meno che, appunto, non arrivi la risposta positiva per andare avanti insieme: per la verità la speranza, dalle parti della Continassa, è data in aumento, per quanto prudente, tuttavia - comprensibilmente - il ds Giovanni Manna e i suoi collaboratori portano avanti altri discorsi, seppur in stato embrionale, al momento. Il più interessante è il tavolo aperto per Sergej Milinkovic Savic: definirlo un vecchio pallino della Vecchia Signora è una banalità e che possa essere la volta buona, dopo tante sessioni di mercato di chiacchiere e basta, è ancora prematuro da stabilire, però qualcosa si muove attorno al gioiello del presidente Lotito. Milinkovic va in scadenza tra un anno, del rinnovo non ci sono tracce e la Juventus può abbassare la parte cash con contropartite gradite alla Lazio o per meglio dire a Maurizio Sarri: il preferito del tecnico è Nicolò Rovella, designato a raccogliere l’eredità di Leandro Paredes (ieri salutato sul sito ufficiale dopo una sola stagione in prestito). L’altro nome che gira, ciclicamente associato ai bianconeri, è quello di Thomas Partey, ghanese dell’Arsenal. Sono anche i giorni caldi per sbloccare la situazione di Cristiano Giuntoli: il ds attende il via libera dal Napoli e da De Laurentiis entro il 30 giugno, ma nel frattempo il team di mercato bianconero porta avanti il lavoro. E aspetta con un po’ più di fiducia il sì di Rabiot.

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TORINO - In questa fase la Juventus si sta concentrando su due aspetti: le cessioni e il lavoro in entrata sugli esterni. Ma c’è anche la questione conferme ancora aperta, almeno in parte. Una missione è già stata portata a termine: senza riscatto, ma Arek Milik è rimasto a Torino dopo aver trovato l’accordo con il Marsiglia sulla base di un pagamento dilazionato di 6 milioni circa più uno abbondante di bonus. Ma la conferma più importante, nelle intenzioni della società ma anche nelle idee di Massimiliano Allegri, è quella di Adrien Rabiot: coefficiente di difficoltà decisamente superiore rispetto all’operazione per il polacco. La Juventus non ha imposto ultimatum al francese, ci mancherebbe: ha formulato la proposta di rinnovo, puntando sul senso di appartenenza che il centrocampista ha sviluppato negli anni torinesi e anche sul sentimento di riconoscenza nei confronti di una squadra che ha puntato su di lui pure nei momenti più difficili, per non parlare dell’eccellente rapporto con Allegri. L’offerta bianconera è di un anno ancora insieme e poi si vedrà: non c’è una scadenza, ma è normale che il club si aspetti una risposta a stretto giro di posta, anche perché attorno al sì o al no del francese si annodano le scelte di mercato conseguenti della dirigenza juventina.

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