Sartori Re Mida: da Barzagli a Kulusevski, top 11 dei sui colpi è incredibile!

Dopo le esperienze con Atalanta e Chievo, ecco un altro capolavoro: il suo Bologna è da Champions. Le sue intuizioni hanno portato nelle casse dei nerazzurri più di 500 milioni

TORINO - In Italia, quando si parla di direttori sportivi il rischio di cadere nella più scontata e becera esagerazione è dietro l’angolo. Il termine preferito per descrivere il colpo di mercato, la cessione onerosa, o la semplice operazione in entrata a parametro zero, è sempre lo stesso: “miracolo”. Un termine abusato e del tutto inappropriato persino quando si racconta la storia di uno come lui.

Dal Chievo al Bologna, passando per l’Atalanta: quando arriva Sartori diminuiscono debiti e monti ingaggi, mentre ad aumentare sono ricavi, investimenti e ambizioni stagionali del club. Nulla di sovrannaturale o imprevedibile, dunque, ma il semplice risultato di un uomo che ha sempre messo il lavoro al primo posto, spesso muovendosi sottotraccia, per poi colpire quando nessuno se lo aspetta.

Sartori a Bergamo diventa "Il Cobra di Lodi"

Non è un caso che a Bergamo Sartori sia diventato “Il Cobra di Lodi”. Tutto ha inizio a Verona, quando il presidente del Chievo Campedelli gli propone di abbandonare il calcio giocato per diventare il nuovo ds della squadra. Sarà lui, insieme a un emergente Luigi Delneri portare il Chievo dai playout di C, alla storica promozione in Serie A con tanto di preliminari di Champions. Barzagli, Legrottaglie, Pellissier e Amauri, solo alcuni dei volti scoperti o rilanciati da Sartori negli anni a Verona. Vere e proprie occasioni di mercato colte al volo, come nel caso di Perrotta, prelevato dal Bari per 3 miliardi di lire e rivenduto poi alla Roma al triplo del prezzo.

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Nel 2014 Sartori passa all'Atalanta: Percassi crede in lui

Nel 2014, dopo oltre vent’anni da dirigente del Chievo, Sartori passa all’Atalanta. Percassi crede in lui, è l’uomo giusto per risollevare il club. Ancora non sa che nel giro di pochi anni le sue intuizioni porteranno nelle casse della società oltre 500 milioni di utili. Sotto la sua gestione arrivano i già “rodati” Gomez, Ilicic, Muriel e Zapata, insieme ai giocatori che faranno dell’Atalanta uno dei club più redditizi al mondo. Si pensi a Kulusevski, acquistato a 3 milioni e rivenduto alla Juve per 35, a Kessie, preso a 1 milione e rivenduto al Milan a 32, o ancora a Gosens, Mancini, Bastoni, Romero e Demiral. A Bergamo Sartori non ha fatto altro che allargare i suoi orizzonti, concentrandosi sui campionati minori, capaci però di sfornare quei prototipi di giocatori su cui si è sempre costruito il centrocampo delle sue squadre.

Sartori e i colpi da Champions con il Bologna

Profili tecnici, con doti balistiche, e altri più difensivi, abili comunque con la palla tra i piedi. Ecco allora De Roon, pescato dall’Heerenveen, Malinovskyi, preso dal Genk, e ancora Koopmeiners, il gioiello che sta trascinando la Dea a suon di gol e che ha fatto innamorare la Juventus. Oggi, in un momento in cui la figura del direttore sportivo – tra algoritmi e piattaforme di scouting – sembra ormai prossima al tramonto, Sartori sta dimostrando a tutti, ancora una volta, che non vi è tecnologia capace di battere la lungimirante esperienza dell’occhio umano.

Ferguson, Zirkzee e Posch, tra i gioielli più brillanti di questo Bologna “formato Champions”, sono il prodotto di una rete di scouting districata in tutto il mondo. Tante recensioni e pochi video: lui i giocatori li deve vedere dal vivo, solo in questo modo può intravederne velleità e debolezze. Era così ai tempi del Chievo, lo è adesso in rossoblù. Perché cambiare...

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TORINO - In Italia, quando si parla di direttori sportivi il rischio di cadere nella più scontata e becera esagerazione è dietro l’angolo. Il termine preferito per descrivere il colpo di mercato, la cessione onerosa, o la semplice operazione in entrata a parametro zero, è sempre lo stesso: “miracolo”. Un termine abusato e del tutto inappropriato persino quando si racconta la storia di uno come lui.

Dal Chievo al Bologna, passando per l’Atalanta: quando arriva Sartori diminuiscono debiti e monti ingaggi, mentre ad aumentare sono ricavi, investimenti e ambizioni stagionali del club. Nulla di sovrannaturale o imprevedibile, dunque, ma il semplice risultato di un uomo che ha sempre messo il lavoro al primo posto, spesso muovendosi sottotraccia, per poi colpire quando nessuno se lo aspetta.

Sartori a Bergamo diventa "Il Cobra di Lodi"

Non è un caso che a Bergamo Sartori sia diventato “Il Cobra di Lodi”. Tutto ha inizio a Verona, quando il presidente del Chievo Campedelli gli propone di abbandonare il calcio giocato per diventare il nuovo ds della squadra. Sarà lui, insieme a un emergente Luigi Delneri portare il Chievo dai playout di C, alla storica promozione in Serie A con tanto di preliminari di Champions. Barzagli, Legrottaglie, Pellissier e Amauri, solo alcuni dei volti scoperti o rilanciati da Sartori negli anni a Verona. Vere e proprie occasioni di mercato colte al volo, come nel caso di Perrotta, prelevato dal Bari per 3 miliardi di lire e rivenduto poi alla Roma al triplo del prezzo.

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